È sempre Edeco, che ora si chiama Tucso a occuparsi dei migranti a Padova
PADOVA
Cancellata dall’elenco delle cooperative sociali ma nei fatti non ancora fuori gioco. Edeco, che prima si chiamava Ecofficina, la coop che dal 2014 al 2018 ha gestito la fetta più grande dell’accoglienza in Veneto, non smette di lavorare con richiedenti asilo e migranti. O meglio, se è vero che di fatto Edeco, che ha gestito i centri di San Siro a Bagnoli, Prandina a Padova e il centro veneziano di Cona, è inattiva e in liquidazione, è anche vero che i suoi vertici continuano ad essere operativi nel settore dell’accoglienza.
Sara Felpati, presidente di Edeco, il marito Simone Borile, responsabile dei centri d’accoglienza gestiti da Edeco, e Annalisa Carraro, consigliera d’amministrazione di Edeco, comunicata la chiusura della cooperativa alla Camera di commercio, con un’operazione di scissione di impresa nel 2019 hanno dato vita alla cooperativa Tuendelee. Un ramo di questa nuova società si chiama Tucso, ed è la cooperativa che attualmente gestisce il servizio di Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) a Padova.
Insomma l’accoglienza in città è gestita dalle stesse persone che se ne occupavano già cinque e più anni fa. Un fatto che non lascia indifferenti se si pensa che sono coinvolte in una grossa vicenda giudiziaria. Borile, Felpati e Gaetano Battocchio, presidente del cda di Edeco, insieme all’ex funzionaria della prefettura di Padova Tiziana Quintario, incaricata della gestione dei migranti e della predisposizione di bandi e contratti, all’ex vice prefetto di Padova Pasquale Aversa e al vicario Alessandro Sallusto, sono accusati a vario titolo di turbativa d’asta, frode nelle forniture pubbliche, truffa, concussione per induzione, rivelazione di segreti d’ufficio e falso ideologico. Manager della coop ed ex funzionari pubblici della Prefettura di Padova tra il 2014 e il 2017 avrebbero collaborato al fine di evitare “disturbi” nell’ospitalità data ai migranti. Ma sul caso non ci sono ancora sentenze.
È possibile che lo Sprar di Padova sia in mano a persone coinvolte in un’indagine penale proprio nel settore dell’accoglienza? La risposta è sì. A breve scadrà il mandato che il Comune ha dato a Edeco, diventata poi Tucso. Alla gara per la nuova aggiudicazione partecipano due realtà: un gruppo di cooperative sociali che si sono messe insieme e la stessa cooperativa sociale Tucso di Borile, Felpati e Carraro.
«Se la cooperativa Edeco, che è poi diventata Tuendelee–Tucso, ha continuato a gestire fino ad oggi lo Sprar vuol dire che ha potuto farlo perché non sono subentrate condizioni che lo impedivano» ribatte l’assessore al Sociale del Comune di Padova Marta Nalin «È chiaro che prima di aggiudicare un bando si fanno tutte le verifiche. Dal punto di vista legale deve essere tutto a posto». —
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