E Tommaso Cacciari abbraccia Rocchetta

VENEZIA. Manifestazione dalle tante facce. In prima fila, all’apice del comizio di Rocchetta tra le colonne marciane, chi non ti aspetti: Tommaso Cacciari, leader dei centri sociali veneziani. «L’ho abbracciato e ho voluto fare due battute con lui sulle grandi navi: che c’è da stupirsi? I movimenti sono per loro natura indipendenti e autonomi, dipende poi dalla declinazione che gli si dà. Con i fascisti razzisti che si schierano con Forza nuova e che pure sono in piazza ci scontreremo sempre, ma con chi è per l’autodeterminazione dei territori dialoghiamo, eccome. Noi siamo i primi a dire che le persone devono autodeterminare le scelte sul propri territorio».
In Piazza, tra un trionfo di gonfaloni, spuntano bandiere di «Brescia patria», stendardi con il biscione lombardo, bandiere sarde con le teste moro, la «Napolitania», gli Schützen altoatesini. «Siamo i primi no-global: il mondo piatto non ci piace. Mica mangiamo i canaderli a Napoli e la pizza a Trento», s’accende Paolo Primon, comandante della compagnia trentina in abiti tradizionali, «invece lo Stato si appiattisce sulle multinazionali e le banche: le regioni devono essere autonome». In piazza anche Maria Marini e Elisabetta Adami, fresche di scarcerazione e festeggiatissime.
L’ordine è manifestare pacificamente, senza alzare i toni. Così la politica si fa anche con le T-shirt: Veneto is not Italy; Amar el Veneto xe un dover, odiar l’Italia un dirito; 100% lombard; Semo tuti serenissimi; Mi so veneto; leoni ruggenti con libro chiuso e spada sguainata; un simpatico «I tanko you» e un più minaccioso «Veneto: siamo pronti a riprendercelo», con tanto di mitra stampato. In prima fila anche Dusan Pesic, cantante della band serba di heavy metal «Rain delay», che ha inciso canzoni in veneziano per la gloria della Serenissima: «Sono qui perché la cultura, le tradizioni dei popoli, vengono prima della politica». Con lui Matteo Secchi, di Venessia.com, che il leone marciano con la spada ce l’ha tatuato sul petto. Tante anime diverse: l’editore veneziano Franco Filippi distribuisce un migliaio di manifesti con tutte le immagini dei Dogi veneziani «perché è stata tradita la Repubblica veneta, ma anche la repubblica italiana». Il Governo Nasionae Veneto pieghevoli per richiedere la carta d’identità del cittadino veneto nei territori veneti. Alla fine: flash mob in Piazza, con un grande «cuore veneto». (r.d.r.)
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