Ecco il Capitalismo con il suo volto più cinico e spietato

Michael Moore e signora
Michael Moore e signora
Michael Moore non ha proprio l’aria della star, così corpulento e così tanto americano da non togliersi mai il cappellino e da preferire le magliette extralarge a qualsiasi più consona camicia. Eppure deve schivare le masse di fan quanto e più dei divi di Hollywood, e per entrare all’Excelsior deve passare dalle cucine senza per questo riuscire a sfuggire agli agguati. E’ l’uomo che racconta quello che abbiamo pensato e non avremmo mai avuto il coraggio di dire. Lo ha fatto con Bowling a Columbine e Sicko e Fahrenheit 9/11; lo fa con Capitalism, fosse solo per quel momento, quando circonda con il nastro giallo da scena del crimine i grattacieli delle grandi banche e delle grandi compagnie che hanno messo in ginocchio l’America bastonando anche il resto dell’Occidente. Racconta e documenta il peggio e il peggio è la realtà: le casalinghe americane sfatte dal dolore e dall’umiliazione, ad esempio, che piangono il pignoramento della casa e sono costrette a bruciare libri, mobili, ricordi perché tanto un posto per mettere i pezzi della loro vita non lo hanno più. Ma riesce comunque a dirsi ottimista «perché tutto può cambiare». A volte anche in meglio. «Quando ho girato il documentario sulla sanità pareva una situazione immutabile, invece è arrivato il 4 novembre, è arrivato Obama e io voglio credere che i membri del Congresso ritroveranno la spina dorsale, si alzeranno in piedi e sapranno essere la voce di chi li ha votati».


Un uomo solo, anche se si chiama Obama, non può cambiare il mondo: bisogna essere cittadini attivi. Nel suo caso, non significa pensare di entrare in politica: non è il suo mestiere. L’ha fatta e l’ha finita a 18 anni, quando è stato membro del Consiglio d’istruzione della sua città; adesso la fa restando quello che è, un cittadino: «La democrazia non è uno sport da spettatori», ciascuno faccia la propria parte, le rivolte non sono necessariamente violenza, possono e devono essere cambiamento, ed è possibile.


Con una raccomandazione calorosa: «Non prendete esempio dall’America»

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