Edeco, dal caso migranti all’addio Cancellata dall’elenco delle coop

/ PADOVA
La parabola discendente di Ecofficina-Edeco, la cooperativa sociale che ha gestito per anni buona parte dell’accoglienza dei migranti a Padova e in Veneto, si conclude con la cancellazione dall’elenco regionale delle cooperative sociali. Finisce così la storia di una realtà che negli anni 2014-2018 faceva da asso pigliatutto in Veneto nel settore della gestione dei migranti. La coop gestiva infatti il 70% dell’accoglienza per circa 2 mila profughi ospitati nel centro di San Siro di Bagnoli, nell’ex caserma Prandina di Padova e del centro veneziano di Cona. Da oggi però Edeco non potrà più concorrere in alcuna gara d’appalto, né potrà concludere contratti, poiché è stata cancellata dall’elenco regionale delle cooperative sociali.
A gioirne il consigliere regionale Fabrizio Boron (Zaia Presidente) primo firmatario della legge regionale sulla falsa cooperazione sociale: «Questa legge, da me fortemente voluta, continua a dare frutti. Sono molte, infatti, le cooperative sociali cancellate perché non in possesso dei requisiti minimi richiesti, ma oggi la cancellazione della cooperativa Edeco, ovvero la cooperativa dello scandalo sul business della gestione degli immigrati, conferma che battersi e porre regole certe è importante e doveroso, affinché la falsa cooperazione sociale non debba più esistere», ha detto Boron. «La presentazione di questa legge è stata il frutto di una visione di giustizia per coloro che fanno della cooperazione una missione di vita, rivolta all’aiuto concreto e reale delle persone in stato di necessità».
Differente la versione dei fatti dell’ex patron di Edeco Simone Borile, per cui la cooperativa sarebbe stata cancellata perché inattiva: «Abbiamo comunicato la chiusura dell’attività nel 2020 alla Camera di commercio. Nel momento il cui la società è inattiva la cancellazione avviene d’ufficio. Ora siamo in fase di liquidazione». Nel 2018, con la chiusura dei centri d’accoglienza di Bagnoli e Cona, il business di Edeco, che era raddoppiato in un solo anno, ha iniziato a venire meno. Ma non solo. Probabilmente a contribuire alla chiusura dell’attività le vicende giudiziarie che hanno coinvolto non solo i vertici della cooperativa ma anche ex funzionari pubblici delle prefetture di Padova e Venezia. Una bufera che ha portato a processo Sara Felpati, il marito Simone Borile e Gaetano Battocchio, in qualità di vertici della cooperativa Ecofficina-Edeco, l’ex funzionaria della prefettura di Padova Tiziana Quintario, incaricata della gestione dei migranti e della predisposizione di bandi e contratti, l’ex vice prefetto di Padova Pasquale Aversa e il vicario Alessandro Sallusto. Tutti accusati a vario titolo di turbativa d’asta, frode nelle forniture pubbliche, truffa, concussione per induzione, rivelazione di segreti d’ufficio e falso ideologico.
Ex funzionari pubblici della Prefettura di Padova e manager della coop Edeco tra il 2014 e il 2017 avrebbero infatti collaborato insieme al fine di evitare i controlli da parte dell’autorità sanitaria e dei carabinieri sull’ospitalità data ai migranti. Ma non solo. Per quel che riguarda Cona sono finiti nei guai l’ex prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, l’allora vicario Vito Cusumano, e la vice Paola Spatuzza. La Procura ha accusato i gestori di aver certificato il falso sul numero di operatori e personale sanitario in servizio, violando gli obblighi contrattuali e procurandosi un ingiusto profitto per oltre 200mila euro, e di aver concordato con l’ex prefetto Cuttaia e i funzionari le visite al centro, per far apparire tutto in regola, quando nulla lo era. —
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