Elezioni regionali Veneto, Elisa Venturini la rivelazione azzurra

L'ex sindaca di Casalserugo è stata la più votata, e una dei due soli eletti, di Forza Italia: "Sono attiva da venti anni sul territorio, e il lavoro amministrativo quando è fatto bene viene riconosciuto" 

PADOVA. «Abbiamo il tempo per trovare un leader da contrapporre eventualmente a Giordani. Sicuramente dobbiamo partire dalle persone e non dai partiti». Era considerata l’outsider di Forza Italia. Troppo debole per scalare una montagna come Maurizio Conte, consigliere uscente e a Venezia da 20 anni consecutivi. E invece con le sue 6.559 preferenze si è messa alle spalle tutti, lasciando a Conte solo il quarto posto nella lista forzista, superato anche da Mirko Patron e Vincenzo Gottardo.

È Elisa Venturini l’unica eletta a Padova del partito di Silvio Berlusconi. L’ex sindaca di Casalserugo, con una gavetta iniziata nei primi anni 2000 da consigliera d’opposizione, oggi si è conquistata contro ogni previsione una poltrona a Palazzo Ferro Fini: «Il fine non era quello di superare nessuno, ma di lavorare per costruire consenso. Sono attiva da 20 anni sul territorio, e il lavoro amministrativo quando è fatto bene viene riconosciuto» spiega Venturini, che poi confessa di non aver ricevuto i complimenti da Conte: «Mi hanno mandato messaggi splendidi sia Patron che Gottardo».

Il successo della Venturini parte da Casalserugo, dove ha ottenuto 1.647 voti su meno di 3mila votanti. Non è più la sindaca da quasi 7 anni, ma il segno lo ha lasciato: «Ho una comunità intera che mi sostiene e questo mi lusinga, ma nello stesso tempo mi spinge a lavorare sempre meglio. I rapporti umani che crei nel tempo contano di più del lavoro di un partito. Ho frequentato per anni la Pro Loco e la Protezione Civile, ed io lo so che molti di loro mi hanno votata a prescindere dalle loro idee politiche, perché abbiamo condiviso esperienze vere e forti. Non andavo lì a tagliare nastri, ma a lavorare umilmente. Nessuno mi ha calata dall’alto e quindi la mia elezione è dovuta ad un lavoro silenzioso, con cui ovviamente il partito c’entra, ma fino ad un certo punto».

Lo strapotere di Zaia si respira in ogni parte della regione, Padova compresa. Nella città del Santo però i risultati portano a un’evidenza per il futuro prossimo: manca un leader. Nel 2022 probabilmente Sergio Giordani si ricandiderà, e pescherà molto anche dai voti mobili che oggi sono andati a Zaia: «È vero, ma adesso c’è tutto il tempo per lavorare, individuarlo e costruirlo. Lo vedremo nei prossimi mesi» liquida Venturini, che ha un ottimo rapporto con il sindaco di Padova.

Venturini potrebbe avere anche le carte in regola per un ruolo nella giunta di Zaia: «Ho competenze specifiche nei trasporti, ambiente e Protezione Civile, ma io non ambisco a nulla perché sono già felicissima del risultato ottenuto, e né spetta a me decidere. La prima volta che mi sono candidata come sindaca non avevo neanche 30 anni e in molti erano scettici, ma io già allora ero consapevole di che tipo d’impegno ci avevo messo. Adesso vale lo stesso discorso: ogni tanto l’impegno viene premiato, ed io sono la dimostrazione e motivo di speranza». —

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova