Elezioni regionali Veneto: Marcato, record di preferenze e un’opa sulla vicepresidenza

VENEZIA. Se la strada che conduce alle poltrone di Palazzo Balbi è lastricata di preferenze, sarà Roberto “bulldog” Marcato a fare la voce grossa. Pur candidato nella lista della Lega (circostanza che gli è costata l’annullamento di un migliaio di “like” tracciati accanto al simbolo Zaia), l’assessore uscente allo Sviluppo economico balza a quota 11.603 centrando il primato solitario nella tornata regionale. Nella coalizione di maggioranza solo il “cimbro” di rito zaiano Stefano Valdegamberi ha retto il passo (11.251), e il citato exploit ipoteca la permanenza del padovano in Giunta con un pensierino ulteriore alla vicepresidenza vacante... «Di incarichi non so niente, è tutto nella testa del presidente», si schermisce il furbone «io dedico questo risultato al me paròn, il popolo veneto, e al mio segretario Matteo Salvini, sempre generoso nel sostegno alla causa».
Calzavara, Brescacin, Favero Avviate al mandato bis anche le “guardie del corpo” di Luca Zaia nella fase più acuta dell’epidemia, ovvero la vicentina Manuela Lanzarin assessore a Sanità e sociale (10.370) e l’ingegnere bellunese con delega alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin (9078). Scontata, o quasi, la conferma di Elisa De Berti alle Infrastrutture e trasporti: a Verona non ha fatto sfracelli (4769) ma gode della piena fiducia del governatore. Prospettive favorevoli anche per Cristiano Corazzari (5560), privo di concorrenza in Polesine. Fin qui le ragionevoli certezze, i dubbi invece iniziano dal Bilancio, acefalo dopo le dimissioni (dalla carica e dal consiglio, con rinuncia volontaria a due mensilità) di Gianluca Forcolin, abile a tenere i conti in ordine ma inciampato nel bonus Covid; in verità, a differenza dei colleghi Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli, il veneziano di Musile non ha percepito nulla e se riuscirà a documentare la rinuncia preventiva ai fatidici 600 euro, potrebbe essere ripescato in extremis come esterno; viceversa, nel segno della rappresentanza territoriale “cencelliana”, potrebbe scoccare l’ora di Francesco Calzavara (4595), esperto di urbanistica e già sindaco di Jesolo. In forse la delega al Turismo di Federico Caner: il trevigiano si è ben difeso dal fuoco amico nella roccaforte di Marca (5156) ma “sconta” la ventennale presenza nelle istituzioni regionali: potrebbe subentrargli la taciturna Sonia Brescacin, forte di 8833 preferenze e fedelissima di Zaia ma qualche chance è accreditata anche al dinamico Marzio Favero (3315), ex sindaco di Montebelluna.
Il timone a Ciambetti Lotta serrata a Padova dove spicca la clamorosa esclusione di Giuseppe Pan - l’assessore uscente ad Agricoltura, caccia e pesca - al quale non sono bastati 8833 voti personali; primo dei non eletti, approderà all’assemblea legislativa grazie alle dimissioni di Marcato (obbligate, ai sensi dello Statuto, per chi entri nell’esecutivo) ma difficilmente resterà in Giunta: a subentrargli in quota patavina concorrono il veterano Fabrizio Boron (6558) e l’emergente Luciano Sandonà (6005). Battaglia anche a Vicenza dove il capogruppo Nicola Finco (8839) cerca un posto al sole mentre Roberto Ciambetti, il presidente del Ferro-Fini da tre lustri a Venezia, gongola per la performance conseguita (ha sfiorato quota 10 mila) e si avvia, salvo sorprese, a riprendere il timone dell’aula. È tutto? Quasi.
Donazzan prima scelta di FdI Detto che le nove poltrone potrebbero lievitare a dieci (leggi scorporo di sanità e sociale, unificate provvisoriamente dopo l’addio di Luca Coletto migrato in Umbria), c’è da soddisfare anche l’appetito degli alleati, in primis Fratelli d’Italia che oggi conta sei consiglieri. A fare incetta di preferenze a destra (10.744) è stata la “camerata” Elena Donazzan, che nella legislatura alle spalle ha retto con impegno puntuale Istruzione e lavoro. Difficilmente mollerà l’osso. —
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