Evasione per 7 milioni alle vetrerie di Murano

VENEZIA. L’hanno chiamata “Operazione Vetro Nero”: un’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal pubblico ministero Stefano Buccini, che ha rivelato una maxi evasione fiscale da oltre 6...

VENEZIA. L’hanno chiamata “Operazione Vetro Nero”: un’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal pubblico ministero Stefano Buccini, che ha rivelato una maxi evasione fiscale da oltre 6 milioni di euro. «Un sistema diabolico, per la prima volta scoperto in Italia» - come lo definisce il generale Giovanni Avitabile - che vede coinvolte otto vetrerie di Murano e un cambiavalute veneziano. «Un ingegnoso meccanismo», conferma il procuratore della Repubblica, Bruno Cherchi, «possibile in una città turistica come Venezia, con clienti stranieri che facevano acquisti anche piccoli, sottratti al Fisco». Al centro dell’indagine, lampadari, sculture di vetro, bicchieri, vasi: merce venduta per oltre 30 milioni di euro nascosti all’Erario - sostiene la Procura - sui quali non sarebbe stato pagato un euro di imposta.

L’inchiesta ruota attorno al veneziano Claudio Pellarin (residente a Mestre) e al suo anonimo ufficio al civico 5483 di Castello, tra San lio e la Fava. Per gli investigatori, è lui il perno del raggiro. In pratica, spiega il procuratore Cherchi, «i pagamenti dei clienti stranieri delle vetrerie passavano attraverso un Pos che non era quello delle vetrerie, ma collegati con Sim card e formalmente intestati al cambiavalute».

Ed è così che sul suo conto finiva il “vetro nero”. Ma solo per poche ore. «Quest’ultimo», spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza, «ogni mattina, si recava presso la propria banca per prelevare in contanti un importo corrispondente al totale delle somme incassate dalle vetrerie il giorno precedente, tramite i terminali Pos: in un’occasione, addirittura 170 mila euro. Poi, nel proprio ufficio, si incontrava coi titolari delle vetrerie, ai quali restituiva i soldi, trattenendo per sé il 5% della commessa». L’indagine contesta ai legali rappresentanti delle otto vetrerie un’evasione dell’Ires per 5,4 milioni di euro tra il 2013 e il febbraio di quest’anno e profitti illeciti per il solo Pellarin per 1,390 milioni di euro, non dichiarati.

Sotto indagine, con Pellarin, sono finiti i legali rappresentanti delle otto vetrerie. Sui 5,4 milioni di evasione, ben 3,3 sono contestati ad Elisabetta Bianchini della Bisanzio Gallery e al marito Leone Panisson. Sotto indagine, inoltre, Massimiliano Schiavon dell’omonima vetreria Art Team (684 mila euro contestati); Michele Zampedri della Vetreria Artistica Vivarini (per 174 mila euro); Giorgia Schiavon della vetreria Artistica Reno Schiavon (188 mila euro); Nicola Foccardi della Linea Murano Art (204 mila euro); Carlo Masotti della Vetreria Murano Arte (123 mila euro); Umberto Cenedese della Ars Cenedese Murano (159 mila euro) e Roberto Aseo per 634 mila euro.



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