Federica Pellegrini story: mai nessuna come lei nel nuoto femminile

La carriera con cinque finali olimpiche e un record del mondo ancora imbattuto, un palmares da far paura costellato di 180 medaglie, e un futuro che la vedrà ancora protagonista, magari in altri campi, a cominciare dalla conduzione di Italia’s got talent alle Olimpiadi di Milano-Cortina di cui è testimonial

Enrico Pucci, Alessandro Ragazzo
Nella combo da sinistra Federica Pellegrini alle olimpiadi di Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2021, 27 Luglio 2021.ANSA
Nella combo da sinistra Federica Pellegrini alle olimpiadi di Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2021, 27 Luglio 2021.ANSA

VENEZIA. Settima nella quinta finale olimpica di una carriera strepitosa, senza uguali non solo nel nuoto femminile ma anche nello sport italiano. Settima nella “sua” gara, i 200 stile libero. Alla fine Federica Pellegrini ha salutato emozionata e non è mancata qualche lacrima: «Anni e anni di bracciate, è stato un bel viaggio. Mi sono goduta questa gara dall’inizio alla fine. Una delle più difficili ma sicuramente una di quelle che ricorderò».

E’ stata sicuramente la sua ultima gara alle Olimpiadi. Ma forse non sarà l’ultima gara in assoluto. 

Federica Pellegrini al termine della finale dei 200 sl a Tokyo
Federica Pellegrini al termine della finale dei 200 sl a Tokyo
 

IL FUTURO Anche se alcune parole dette al termine della gara olimpica lasciavano intendere che la carriera internazionale di Federica potrebbe essersi chiusa a Tokyo, in realtà potrebbe esserci spazio ancora per un appuntamento prestigioso: i Campionati Europei di Roma del 2022. La Divina deciderà a settembre, dopo le meritatissime vacanze. «Questa valutazione verrà fatta con il suo allenatore a settembre», comunica lo staff della fuoriclasse veneta che il 5 agosto festeggerà 33 anni.

La 36esima edizione dei Campionati europei di nuoto, nuoto di fondo, tuffi, tuffi dalle grandi altezze e nuoto sincronizzato si svolgerà a Roma dall’11 al 21 agosto del 2022. Per Pellegrini sarebbe la perfetta consacrazione e chiusura di una carriera che proprio allo Stadio del Nuoto del Foro Italico ha vissuto uno dei momenti più belli ed emozionanti con il doppio oro iridato sui 400 e 200 stile libero del 2009. 

Federica Pellegrini è settima nella sua ultima finale: “E’ stato un bel viaggio, me la sono goduta”

«Ora ho molte cose da fare», dice adesso la più medagliata campionessa del nuoto italiano. Le farà con Matteo Giunta, l'allenatore-fidanzato che tutti sapevano, ma lei non voleva dire «perché il nuoto viene prima», e che spera duri a lungo dopo tanti anni di alti e bassi, agonistici e sentimentali. Forse anche per questo non fa paura «quel che c'è dopo», come disse a nome di tutti i senza domani Francesco Totti: con lui da oggi Federica non condivide solo il ruolo di testimonial di Milano-Cortina, ma anche di campione al capolinea di carriere che non volevano finire mai.

Uscendo dalla piscina di Tokyo, Federica ha mostrato il palmo aperto con le cinque dita, a ricordare le cinque finali. Un arrivederci, più che un addio all’acqua: «Mi vedo ancora nel mondo del nuoto, ho ricevuto e dato tutto a questo sport, ma sento che posso ancora dare tanto». Chissà in quali vesti.

È comunque un peccato che oggi l'Aquatics Centre non fosse pieno di pubblico, altrimenti sarebbe stata una standing ovation. Ed è uno dei tantissimi ruoli che la nuotatrice veneta (prima di definirla ex bisognerà attendere la staffetta olimpica femminile e poi gli Isl di Napoli) ha in programma. Perché ferma non ci sa certo stare e a chi glielo chiede specifica quasi stizzita: «Ma io ho tantissime cose da fare adesso: tornare a casa che mi stanno aspettando tutti, festeggiare il mio compleanno perché 33 anni è un'età importante, poi ci dobbiamo far votare dagli atleti per il Cio, a settembre, si spera anche novembre ci sarà la Isl a Napoli, poi uscirà un docufilm, poi c'è in progetto un libro, poi le registrazioni di Italia’s Got Talent».

Tante cose da fare, mai da sola però. È di oggi infatti l'ufficializzazione di quello che in realtà da anni sapevano tutti, la sua relazione con il tecnico Matteo Giunta, seguito alla rottura con il suo ex fidanzato Filippo Magnini, che i due hanno sempre voluto tenere riservata per non distrarre la campionessa dal nuoto: «Se non ci fosse stato Matteo - ha confidato a fine gara - probabilmente avrei smesso qualche anno fa. Matteo è stato un grandissimo allenatore ed un compagno di vita speciale e spero lo sarà anche in futuro. La priorità era tenere l'immagine dell'allenatore e dell'atleta separati e siamo stati bravi molto in questo. È stata una persona fondamentale, una delle più importanti in questo percorso sia umano che sportivo».

Gossip finito, oppure appena iniziato. Quel che dalla nottata l'Italia ricorderà sono le ultime parole a bordo vasca di una campionessa che ha sempre saputo rendere epico ogni suo gesto: «È stato un bel viaggio, tanti anni di bracciate: me la sono goduta dall'inizio alla fine. Mentre nuotavo non si vedeva ma sorridevo. Era il momento giusto per me, mi hanno detto che queste cose si capiscono come accendere e spegnere la luce». Quella della sua stella non si spegnerà mai. La mattonella nella walk of fame è già prenotata.

LA CARRIERA Dall'argento di Atene 2004, quando appena sedicenne fu la più giovane atleta italiana di sempre a salire su un podio olimpico, all'oro di Pechino 2008, sempre nei 200 stile: tra delusioni e risalite, un palmares impressionante, costellato di medaglie (180, 129 delle quali d’oro, dalle Olimpiadi ai campionati italiani). Con il record del mondo nei 200 sl, 1’52”98, stabilito il 29 luglio 2009 ai campionati del mondo di Roma, che ancora resiste alle nuove generazioni. Al Foro Italico la nuotatrice veneta di Spinea fu la prima al mondo a scendere sotto i 4 minuti nei 400 sl e sotto 1’53” nei 200.

La campionessa azzurra non è mai entrata a far parte di un gruppo sportivo militare ed è rimasta fedele ai colori del Circolo Canottieri Aniene dove ha ricevuto il supporto del suo primo grande tifoso fuori dalla famiglia, Giovanni Malagò, prima che diventasse presidente del Coni.

Federica ha eguagliato, nel numero di finali nella stessa specialità, il più grande di sempre a livello maschile, Michael Phelps.

Michael Phelps e Federica Pellegrini, due leggende del nuoto
Michael Phelps e Federica Pellegrini, due leggende del nuoto

La carriera della Pellegrini passa dalle cinque finali olimpiche in 17 anni sui 200 stile libero: argento ad Atene 2004, oro a Pechino 2008, quinto posto a Londra nel 2012, quarto a Rio de Janeiro 2016 e settimo a Tokyo 2020.

Cresciuta sin dall’età di 6 anni con Max Di Mito, dopo l’exploit nella primavera del 2004 venne convocata per le Olimpiadi di Atene. Prima partecipazione a cinque cerchi e subito una medaglia: argento bissato l’anno dopo ai Mondiali di Montreal. A dicembre 2005 la prima affermazione a livello internazionale, l’oro europeo in vasca corta, il 24 luglio 2019 (14 anni dopo) l’oro iridato a Gwangju sull’australiana Ariarne Titmus, oggi campionessa olimpica.

Federica nel corso della sua carriera è stata seguita a livello tecnico da ben sei tecnici. Dopo gli inizi con Di Mito, i tre anni con Alberto Castagnetti, scomparso nell’ottobre 2009 pochi mesi dopo averla portata sul tetto del mondo, quindi nel 2011 tre cambi di allenatore, dall’avventura con Philippe Lucas alla breve parentesi con Federico Bonifacenti, fino a Claudio Rossetto, poi il periodo con Stefano Morini e dal 2017 con Matteo Giunta, oggi suo compagno anche nella vita.

LA SUA SPINEA Una notte svegli, la penultima, attaccati alla televisione per vedere quelle bracciate verso la gloria, verso la storica quinta finale consecutiva, verso la leggenda. Per guardare Federica, la più grande di tutte. 

Vent’anni e più ai vertici del nuoto mondiale, in casa Pellegrini non ci si è mai perso un minuto delle gare di Fede. Anche l’altra notte: tutti davanti al divano, da papà Roberto a mamma Cinzia, al fratello Alessandro, assieme ai cani della campionessa, i bulldog Vanessa e Rocky. «C’eravamo proprio tutti» racconta papà Roberto Pellegrini, «e non abbiamo dormito la notte per guardarci le gare. È stato bello».

Stavolta, a differenza di Atene, Pechino, Londra e Rio de Janeiro, non c’era nemmeno un rappresentante della famiglia Pellegrini sulle tribune dell’Aquatics Center di Tokyo. Colpa della pandemia, che ha tenuto le tribune vuote e per l’ultima Olimpiade della Divina è davvero un peccato. «Se i Giochi si fossero tenuti lo scorso anno» continua papà Roberto, «saremmo andati di sicuro perché avevamo già i biglietti. L’abbiamo sentita al telefono, abbiamo ripercorso tutta la carriera in vasca, tornando indietro nel tempo. L’abbiamo sempre seguita: Federica ha iniziato a nuotare quand’era piccolina, l’abbiamo sempre sostenuta e accompagnata ovunque».

Con gli amici in una festa al mare
Con gli amici in una festa al mare

E la campionessa non ha dimenticato: al termine della gara di ieri, ha ringraziato la famiglia. Perché senza una famiglia forte, con solidi valori, quei sacrifici non sarebbero stati ripagati. Ormai da parecchi anni Federica Pellegrini non abita più a Spinea. Gli allenamenti e la vita sportiva l’hanno portata a Verona ma Spinea è e resterà sempre la sua casa. Già, perché non c’è gara in giro del mondo che tenga, che Spinea, poco meno di trentamila abitanti, hiterland di Venezia, tifi per lei. Un legame d’amore. Quando Fede ha chiesto tifo e sostegno, Spinea - così come il resto d’Italia, per carità - ha risposto compatta. Con una differenza: lei è una di loro, guai a toccarla.

Lo striscione esposto sulla facciata del municipio di Spinea
Lo striscione esposto sulla facciata del municipio di Spinea

Un legame forte, come lo sono gli abbracci che le sono stati dedicati quando è sempre ritornata, sia dal mondo della politica che dalla gente comune. Un legame nato spontaneamente, già dai primi trionfi dentro le vasche di tutto il mondo. A volte, con tanto di maxischermi per seguire le sue imprese.

Per non parlare delle feste davanti al municipio o al parco Nuove Gemme quando venne a festeggiare l’oro di Pechino, anno 2008. Tutti la chiamavano “la nostra Fede”, in un bagno di folla senza precedenti. Nei social c’è ancora chi esibisce una foto assieme a lei con tanto di autografo. E come dimenticare quel ritorno all’asilo parrocchiale Ai Caduti, che Fede ha frequentato dal 1991 al 1994, con i vari bambini divertiti che le chiedevano di mostrare la medaglia europea appena vinta a Eindhoven, in Olanda. Un momento organizzato con il sindaco e il parroco di allora, Claudio Tessari e don Antonio Genovese. I piccoli la salutarono con l’inno italiano e poi con un «Brava, brava, bravissima» che commosse la campionessa.

Federica Pellegrini fuori dalla vasca olimpica, significa anche televisione, sponsor, volontariato. Tuttavia, tra un’esibizione a Ballando con le Stelle di Milly Carlucci e una puntata di Italia’s Got Talent dove fa il giudice, alla fine è sempre tornata sempre qui, ovvero a Spinea.

Con Alberto Tomba al Festival di Sanremo
Con Alberto Tomba al Festival di Sanremo

Qui, con papà Roberto, noto barman, aprì a dicembre 2011 Tacco 11, un locale in puro stile american bar, realizzato dentro una delle abitazioni più vecchie del paese; qui quattro anni più tardi presentò un suo calendario benefico, con il ricavato da destinare all’Aipi (Associazione ipertensione polmonare italiana). Sempre nel locale incontrò i suoi fan da tutto il Veneto, i cosiddetti mafaldini. E fu sommersa di richieste di autografo e foto.

Per Fede Spinea significa anche staccare la spina e prendere un po’ di fiato in vista dei nuovi allenamenti e trionfi. Perché, tornando a casa, Federica non ha mai mancato di trascorrere qualche giorno con gli amici nella vicina Jesolo, luogo da lei sempre amato, dove il 28 agosto 2015 la città balneare le intitolò un tratto di Lungomare davanti a piazza Marconi. E fu festa per tutti.

Tra qualche settimana (per fine agosto ndr) sarà aperta la nuova attesa piscina di Spinea. Il regalo più bello sarebbe che ci fosse pure la Divina al taglio del nastro. Quello più grande ancora che l’impianto portasse il suo nome. Chissà. —

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