Fornelli spenti Al Bersagliere «Da 30 a 8 coperti, mi arrendo»

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Dopo 86 anni di attività, sull’insegna Antica Trattoria Al Bersagliere, in via Donatello, la stradina a pochi metri dalla Basilica del Santo, è stata scritta la parola fine. Il ristorante tipico della cucina veneta è stato aperto nel 1934 dalla famiglia Barella quando Padova era ammnistrata dal podestà Lorenzo Francesco Lonigo. In pratica quattro anni prima dell’adunata fascista del 9 settembre 1938 in Prato della Valle, alla presenza di Benito Mussolini. Dopo varie gestioni, dal 2004 era passata nelle mani di Roberto Ruggeri, un giovane ristoratore che proveniva da altre esperienze lavorative. È stato quest’ultimo a gettare la spugna poche settimane fa. «La chiusura è stata condizionata dalle misure di protezione sanitaria emanate dal governo», spiega Ruggeri. «Avrei dovuto riaprire, con la Fase 2, solo con 8 posti a sedere rispetto ai 30 di prima. Ho portato via tutti gli arredamenti interni. Sono molto rammaricato perché in questa storica trattoria alla veneta ci avevo messo l’anima. Mi dispiace innanzitutto per i cinque dipendenti, che hanno perso il lavoro. Ma non c’erano altre soluzioni. I clienti ante-coronavirus non mi erano mai mancati. Turisti, ma anche tanti imprenditori e professionisti della città e della provincia. Il Bersagliere, le cui specialità erano pasta e fagioli, baccalà alla vicentina, seppie e fegato alla veneziana, era anche il locale preferito dal regista Tinto Brass: passava qui ogni volta che veniva a Padova per motivi di lavoro. Non lo dico per motivi di orgoglio personale, ma con la chiusura del mio locale se ne va un pezzo della vecchia Padova».
Roberto Ruggeri è anche titolare del ristorante-pizzeria al piano terra dell’Hotel Donatello. Un locale con 63 posti a sedere all’interno e altri 80 all’esterno con vista diretta sulle cupole della basilica. «Riaprirò la pizzeria nelle prossime settimane», aggiunge il ristoratore. «Tenterò l’avventura assieme a tutti i miei collaboratori perché dispongo di tavolini a sufficienza per rispettare le distanze tra i clienti in base ai criteri adottati sia dalla Regione che da Governo, anche se non sarà facile ottenere degli utili. Speriamo che i pellegrini tornino quanto prima possibile. Senza i turisti noi che abbiamo i locali intorno alla basilica abbiamo poche speranze di sopravvivere. Anche in questi giorni la piazza è una specie di deserto dei tartari. La volontà di far bene c’è, ma nessuno ci sta aiutando». —
f. pad.
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