Galliano, addio Hitler Lo stilista ricomincia dalla maison di Rosso

Allontanato da Dior dopo lo scandalo delle frasi antisemite l’inglese diventa direttore creativo del marchio Margiela
Di Eleonora Vallin
epa04435072 (FILE) A file picture dated 01 October 2010 shows British designer John Galliano on the catwalk after the presentation of his collection for French fashion house Christian Dior during the Paris Fashion Week Ready-to-Wear Spring-Summer 2011, in Paris, France. According to media reports on 06 October 2014, Galliano will join Paris-based fashion label Maison Martin Margiela. EPA/MAYA VIDON
epa04435072 (FILE) A file picture dated 01 October 2010 shows British designer John Galliano on the catwalk after the presentation of his collection for French fashion house Christian Dior during the Paris Fashion Week Ready-to-Wear Spring-Summer 2011, in Paris, France. According to media reports on 06 October 2014, Galliano will join Paris-based fashion label Maison Martin Margiela. EPA/MAYA VIDON

Abito sartoriale, capelli mori compitamente composti, viso rasato, cagnolino in braccio: ecco l’ultima metamorfosi elegante del più dissacrante degli stilisti. John Galliano torna in passerella, dopo anni di esilio, con il nuovo ruolo di direttore creativo della Maison Martin Margiela, marchio internazionale di punta della Holding Otb nelle mani di Renzo Rosso.

La foto che ufficializza la collaborazione tra la Maison e lo stilista ha già fatto il giro del mondo. Non senza polemiche. L’irriverente corsaro delle passerelle parigine, fu cacciato in malo modo da Dior nel 2011 per un filmato virale che lo ritraeva in un bar a Parigi, ubriaco, mentre lanciava insulti antisemiti inneggiando a Hitler. Condannato dal tribunale, Galliano se l’era cavata con “solo” 6 mila € di multa per poi sparire dalla vita pubblica. Passando dalla ribalta dei travestimenti, e da dominatore delle scene, al silenzio del buon ritiro in un castello di campagna, nel cuore della Francia, con il compagno. Ora Galliano andrà a lavorare per il patròn di Diesel Renzo Rosso.

Una scelta coraggiosa per un marchio che da qualche anno aveva abbracciato l’anonimato dopo il ritiro, tre anni fa, del fondatore Martin Margiela. Ma di coraggio Rosso ne ha da vendere e l’ha scritto nero su bianco anche nella sua Holding: Only the brave dove gravitano i marchi: Diesel, Diesel Black Gold, Marni, Martin Margiela, Viktor & Rolf e Staff International, e su licenza, Dsquared2, Vivienne Westwood e Marc Jacobs. «Margiela è pronta per una nuova anima carismatica - ha commentato Rosso - John Galliano è uno dei più grandi insuperati talenti di tutti i tempi. Un couturier unico ed eccezionale per una maison che ama le sfide e l'innovazione nel mondo della moda. Non vedo l'ora che torni a creare quella moda che fa sognare, come solo lui è capace, e mi auguro che lui trovi qui con noi la sua nuova casa».

Margiela, il cui controllo era stato rilevato da Rosso nel 2002, si appresta ora a crescere ancora di più, sferzando verso l’alta moda. La prima collezione sarà in passerella a Parigi a gennaio 2015: Galliano curerà sia la prima linea che il prét a porter delle collezioni uomo e donna. «Scriveremo la storia e una nuova pagina per Margiela», ha dichiarato Rosso. D’altronde, «a chi non piace Galliano?», chiede l’imprenditore. Ieri sera il patron di Diesel ha inaugurato con Fiorello uno store in piazza di Spagna a Roma, accanto alla nuova sede di Valentino, sottolineando la forza «del dialogo diretto con il consumatore» anche grazie ai social network. «Anche il rilancio di Diesel nel prossimo triennio - rivela Rosso - punta a fare business con sistemi attuali, non tradizionali, più veloci, meno elefantiaci, per poter cogliere le occasioni». In una parola un rilancio in stile rock, o «Reboot» come lo ha già definito l'ad di Diesel Alessandro Bogliolo. Per ora, resta aperta, solo la “questione dei gioielli”: «Avevo puntato a Pomellato», ammette Rosso, dopo essersi lasciato sfuggire Valentino (nel fashion) «ma in quel periodo ero impegnato sull'acquisizione di Marni. Con Fossil produco già gioielli giovani e anche con altri brand, ma vorrei una griffe internazionale, non necessariamente italiana, perché ritengo che un'acquisizione di un marchio straniero darebbe lustro al mio gruppo e al nostro Paese. I francesi non comprano forse i nostri marchi?».

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