Gastroenterologia di Padova tra le migliori al mondo

PADOVA. Dopo il notevole risultato ottenuto dalla Scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato digerente dell’Università di Padova, piazzatasi tra le prime cinquanta al mondo nella graduatoria elaborata da un’organizzazione americana e pubblicata su “Us News”, arrivano in rapida successione per la Gastroenterologia dell’Azienda ospedaliera di Padova una serie di ulteriori riconoscimenti.
Tra questi traguardi, forse il più importate, è quello che ha raggiunto la divisione di Gastroenterologia dell’ospedale di Padova, diretta dal professor Fabio Farinati, che ha ottenuto il 36esimo posto nella graduatoria mondiale dei migliori ospedali specializzati in Gastroenterologia, seconda tra gli italiani.
Tra i migliori scienziati del mondo Un piazzamento indubbiamente prestigioso. Ma non solo. Un’altra soddisfazione è arrivata a strettissimo giro: «Insieme alla professoressa Annarosa Floreani, da poco in quiescenza, alla professoressa Patrizia Burra, direttore della Uosd di Trapianto multiviscerale, connessa alla Gastroenterologia, abbiamo ottenuto un piazzamento nel top 2% degli scienziati mondiali con il migliore Impact factor – spiega il professor Farinati – Sono stati infatti resi noti i dati ottenuti da un gruppo di ricerca della Stanford University, che ha condotto una rigorosa indagine bibliometrica degli studiosi con il più alto impatto citazionale al mondo, calcolato mediante un indicatore complesso a 5 dimensioni, e non il solo H-index, sulla base dei quali sono stati identificati circa 150 mila scienziati di tutte le aree che si sono classificati nel top 2%».
All’interno della Gastroenterologia, che si trova al secondo piano del Giustinianeo, si curano con i metodi scientifici più all’avanguardia in campo medico patologie infiammatorie intestinali, ma anche malattie rare e tumori del tratto gastrointestinale. Insieme a quelli dedicati ai trapianti, il reparto dispone di 28 posti letto e si avvale di un’equipe di dodici persone tra componente ospedaliera e universitaria. la sfida del Covid Durante tutto il periodo di emergenza sanitaria gli specialisti di Gastroenterologia hanno dato e continuano tuttora a dare il loro supporto ai reparti Covid. «Siamo spesso chiamati per eseguire endoscopie e biopsie del fegato. Il fegato, e su questo è in corso anche uno studio, è un organo che è frequentemente interessato nell’ambito di un decorso prognostico negativo del virus». E purtroppo non si parla solo di persone molto anziane: «Abbiamo avuto casi di pazienti anche di 55- 60 anni».
Per quanto riguarda invece l’ingresso del Covid in reparto, la Gastroenterologia si può dire ne sia rimasta pressoché incolume: «Solo qualche caso isolato di paziente positivo. Fortunatamente non abbiamo mai dovuto chiudere nulla ne interrompere alcuna attività. Ogni volta abbiamo isolato il paziente e tamponato tutto il personale».
Una storia di successi Tornando al reparto come eccellenza il professor Farinati ci tiene a sottolineare come si è arrivati a questi grandi risultati: «Sono il frutto dell’impegno profuso sin dalla metà degli anni ’70, prima dal professor Remo Naccarato, creatore della Scuola e primo direttore dell’Unità pperativa, poi dal professor Giacomo Carlo Sturniolo ed infine dal sottoscritto, ovviamente assieme a tutti i collaboratori medici, universitari e ospedalieri dell’unità, ma anche dal personale infermieristico e tecnico».
Ma la scalata nel mondo delle eccellenze mondiali non si ferma: «L’equipe della Gastroenterologia, pur particolarmente soddisfatta dei risultati ottenuti, mira comunque ad un ulteriore miglioramento delle sue prestazioni, in particolare nella cura dei pazienti affetti dalle patologie nelle quali la stessa è specializzata», conclude il professor Farinati. —
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