Giallo sul suicidio di un commercialista

Bassano, Giampietro Procopi si è sparato nel suo studio: fra le sue cariche quella di consigliere in Banca Nuova (BpVi)

BASSANO DEL GRAPPA. Dramma tinto di giallo a Bassano dove il noto commercialista Giampietro Procopi, di 75 anni che, si è tolto la vita con un colpo di pistola alla tempia nel suo storico studio di galleria Tabacchi, nella centralissima via Roma. Il professionista deteneva molti incarichi, tra gli altri sedeva, come consigliere indipendente, nel cda di Banca Nuova, una partecipata della Banca Popolare di Vicenza; aveva anche svolto compiti di amministrazione nei consigli di società pubbliche locali come la Brenta Servizi e il Consorzio di Bonifica. Ai familiari, Procopi ha lasciato un laconico biglietto: «Perdonatemi, vi voglio bene». Il suicidio è avvenuto giovedì pomeriggio.

«Riguardo le motivazioni che hanno portato mio marito a compiere un gesto simile posso avere un’idea ma la tengo per me. Per capire basta guardare quello che abbiamo attorno», le parole di Mariolina Dani che sta tentabdo di elaborare la tragedia che l’ha travolta. Erano le 19.30 quando la moglie di Giampietro Procopi è entrata nello studio in cerca del marito; non appena ha varcato la soglia si è trovata di fronte alla scena, terribile. Ha avvisato subito le forze dell’ordine. Quando è scesa in galleria era sconvolta, aveva ancora il telefono in mano, la chiamata aperta con i carabinieri. Tra gli esercenti del centro, accorsi dalla donna che disperata chiedeva aiuto, l’amico Romano Zanon, titolare di un negozio di casalinghi in galleria: «Quando mi ha spiegato cos’era successo, aveva la voce tremante», racconta Zanon «le ho dato una mano a spiegare l’accaduto alle forze dell’ordine, arrivate poco dopo. Poi ho cercato di consolarla come potevo, eravamo tutti sconvolti. È stata bravissima a reagire, è riuscita a rimanere lucida nonostante la tragedia».

Per oltre un’ora la galleria è rimasta bloccata dai carabinieri, che hanno posto sotto sequestro l’ufficio e avviato le indagini. Sulla scrivania dello studio,alcuni documenti di lavoro tra i quali potrebbero esserci indizi utili. Ai familiari, come detto, il biglietto d’addio.

«Mio marito era una persona splendida e affettuosa», racconta Mariolina «ma sulle questioni di lavoro era estremamente riservato, non parlava di nulla nemmeno a casa. Era abituato a separare la sua professione da tutto il resto. Stava benissimo, non aveva nessun problema di salute». A Bassano la notizia del suicidio del professionista si è sparsa in breve. In città, in queste ore, non si parla d’altro. Nessuno dei residenti o esercenti della zona il pomeriggio della tragedia si è accorto di nulla. Procopi era arrivato in via Roma nella tarda mattinata, dopo essersi recato allo studio Fracca Poloniato, in viale Venezia, dove da qualche anno aveva il suo ufficio. Anna Sorio, titolare della Caffetteria Sorio ha visto passare il professionista, suo affezionato cliente, nella tarda mattinata: «Da qualche giorno era tornato a frequentare il suo studio», racconta per diversi mesi non lo avevamo più visto. Era sempre educato e distinto ma tutti abbiamo notato che era molto serio. Il giorno della tragedia lo abbiamo visto poco prima che salisse in ufficio, la cosa che ci è apparsa davvero strana è stata il fatto che ha tirato dritto senza salutare, lui non si comportava così». Nessuno dei residenti nella palazzina dove si è consumata la tragedia ha sentito nulla, si sono resi conto di tutto solo all’arrivo delle forze dell’ordine.

Procopi lascia due figli, Elisa, che lavora in uno studio di commercailisti, e Nicola (attualmente in Brasile) avuti dalla prima moglie, stroncata da una male incurabile.

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