Giro di notte sul lago lui annega, lei si salva

Prendono un pedalò sulla riva, ma il natante imbarca acqua e si rovescia Inghiottito diciottenne di Vittorio Veneto, l’amica riesce a tornare a nuoto
Di Francesca Gallo
Pesci Revine Lago ricerche ragazzo annegato
Pesci Revine Lago ricerche ragazzo annegato

REVINE. Doveva essere una romantica escursione notturna sul lago. Ma il pedalò si è rovesciato e per la coppia di adolescenti la gita notturna si è trasformata in tragedia. A perdere la vita è stato Tommaso Corazza, 18 anni, che viveva a Formeniga con la famiglia. Sotto choc Gaia, l'amica 17 enne originaria di Gorizia e compagna di scuola che, tornando a nuoto sino a riva, è riuscita a salvarsi.

I due giovani avevano programmato tutto con cura. Doveva essere la loro notte romantica sul lago. Intorno alle 3 di notte hanno raggiunto con una minicar le sponde del lago di Lago a Revine. Giunti nella spiaggetta, i due giovani hanno preso uno dei sei pedaló della Pro loco che erano parcheggiati sul prato, lasciati in manutenzione a una quindicina di metri dal lago. L'hanno messo in acqua, coperti dal buio della notte. Una volta saliti a bordo hanno percorso circa 200 metri allontanandosi dalla riva, pedalando insieme. Il loro intento era forse quello di fermarsi su una piccola piattaforma in legno e trascorrere qualche minuto insieme prima di rientrare a casa.

Ma quando hanno raggiunto il centro del lago si sono accorti che il natante in plastica aveva iniziato a imbarcare acqua. Nella concitazione della notte, infatti, i ragazzi non si erano accorti che il pedalò era privo del tappo di sicurezza e dunque avrebbe imbarcato acqua.

I pedalò nella stagione invernale sono lasciati in rimessaggio senza le sicurezze che ne consentono l'uso durante l’estate con i bagnanti. Tommaso e Gaia non lo sapevano, presi dalla loro avventura notturna.

Una distrazione in qualche modo fatale perché dal foro nello scafo è entrata acqua. I due giovani se ne sono accorti solo quando lo scafo si era ormai riempito e loro si trovavano quasi al centro del lago: probabilmente sono stati presi dal panico, senza pensare che un pedalò non affonda mai. Sono stati attimi drammatici. Il terrore ha fatto il resto.

Nel buio profondo e senza luna della notte, il lago si è trasformato in una trappola mortale. I due ragazzi, terrorizzati, hanno cominciato a muoversi in piedi sul pedalo provocandone il rovesciamento. Quindi si sono gettati in acqua per raggiungere a nuoto la riva. Il punto più profondo in quel tratto è di quindici metri e diverse alghe si trovano anche in superficie. Una bracciata dietro l'altra Tommaso e Gaia hanno cercato di raggiungere la riva. Arrivata a una quarantina di metri, la ragazza si è resa conto che il compagno non ce la faceva più. Una scena terribile. Pochi istanti dopo l'ha visto scomparire tra le acque e annegare. Messasi in salvo, ma sotto choc, ha suonato alla casa più vicina al lago e chiamato il 118. Da una casa di via Carpené sono uscite due persone che hanno aiutato la ragazza e hanno atteso i soccorsi. Pochi minuti dopo sono arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri, l'ambulanza e infine il gruppo sommozzatori dei vigili del fuoco.

Il lago è stato illuminato a giorno e sono iniziate le ricerche, seguendo le indicazioni della ragazza e la posizione del pedalò, rimasto al centro del lago. Lunghe ore di attesa e disperazione, con i genitori dei due ragazzi sulla riva del lago sperando l’impossibile.

Il corpo di Tommaso è stato ripescato solo alle 9 e un quarto, quando il sole era già alto. Alle 10 e mezza il pietoso rito del medico legale che ha constatato la morte per annegamento del giovane. Il pedaló è stato messo sotto sequestro dalla magistratura, che ha avviato i primi accertamenti.

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