Giulio, quel pianto infinito«Voleva sposarla»
Il fratello: "Non è vero che stava correndo forte. Una nutria gli ha attraversato la via e lui ha sterzato d'improvviso"
Tutte le finestre sono chiuse, la villa in via Schiavon a Roncaglia dove Giulio Garbo, 19 anni, abita con i genitori e il fratello, è sospesa nella penombra, come un respiro trattenuto perché ogni movimento può causare una fitta di dolore. La mamma è seduta nel divano del salotto, il fratello ricostruisce la tragedia nel chiuso del suo studio. Al piano di sopra Giulio è a letto, disperato; viene tenuto sotto sedativi: quando si sveglia, scoppia in lacrime, se vengono a trovarlo gli amici o i compagni di scuola (la quarta all'istituto Gramsci), li abbraccia, piange, e chiama Giulia.
Giulio Garbo l'altra sera era alla guida della Citroen C4, 1400 di cilindrata, con Giulia Guerra, 17 anni, la sua inseparabile fidanzata, seduta a fianco.
«Voleva sposarla, ce lo diceva sempre - racconta Davide Garbo, 36 anni, il fratello di Giulio - Ma erano troppo giovani per farlo subito come avrebbe voluto lui».
Erano le 22, i due ragazzi stavano tornando a casa dopo aver fatto un giro in centro a Padova e stavano percorrendo il lungargine Bassanello diretti verso ponte Scaricatore. Una doppia sbandata, poi lo schianto contro un palo di cemento dell'Enel, che si è spezzato. Ancora una sbandata e l'auto è rotolata giù per la scarpata dell'argine. Giulia è morta sul colpo. Con quegli occhi di cielo, con i suoi 17 anni innamorati e pieni di vita.
Davide Garbo ricostruisce la tragedia attraverso le parole del fratello diciannovenne: «E' stato scritto che correva come un missile ma non è così. E' successo invece che Giulio si è trovato davanti una nutria, o forse un gatto, che attraversava la strada proprio nel momento in cui lui stava passando. L'avrebbe schiacciata, e avrebbe dovuto farlo. Invece ha fatto l'errore tipico di un guidatore inesperto: ha sterzato di colpo a sinistra, verso il fiume. Si è reso conto che stava per cadere giù dall'argine, e ha nuovamente sterzato a destra perdendo il controllo dell'auto che è andata a schiantarsi contro il palo e poi è stata sbalzata giù per l'argine». Ce ne sono tantissime di nutrie da quelle parti, chi ci passa spesso lo sa: «Sono andato a vedere il luogo - continua Davide Garbo - e una cinquantina di metri prima del punto nel quale è successo l'incidente ci sono due nutrie morte, per terra. Schiacciate da qualche auto. Vuol dire che è un punto di passaggio per quegli animali».
Dopo l'incidente, l'arrivo dei soccorsi: lo strazio di un lenzuolo bianco ha coperto il giovane corpo di Giulia; un'ambulanza ha portato Giulio al pronto soccorso. Con un ematoma ad un occhio, nulla di grave. «L'hanno tenuto ricoverato una notte per fargli la tac ma soprattutto per averlo sotto controllo nel momento in cui gli veniva comunicata la notizia della morte di Giulia. Continua ad essere sedato perché altrimenti piange e si dispera senza sosta. Ieri pomeriggio (l'altro ieri) è stato dimesso e la sera siamo andati tutti a casa della famiglia di Giulia. E' stato un incontro sconvolgente, per mio fratello e per noi - continua Davide Garbo - Quella ragazza era di casa qui, come Giulio era di casa dalla famiglia di lei. Giulio è rimasto mezz'ora abbracciato stretto alla mamma di Giulia, tutti e due piangevano. Abbiamo tanto apprezzato la reazione di quei genitori, disperati, che hanno accolto mio fratello condividendo con lui il dolore, abbracciandolo».
Stavano insieme da tre anni, era un grande amore quello tra Giulio e Giulia, tanto che lui aveva più volte dichiarato in famiglia che voleva sposarla adesso. Nonostante l'età. Si erano cominciati a frequentare sui banchi di scuola, al Calvi, dove lei andava ancora (faceva la quarta) mentre lui, dopo una bocciatura, si era trasferito al Gramsci.
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