Grafica veneta, caso chiuso per i due manager coinvolti: patteggiamento convertito in sanzione per entrambi
Il gup padovano Claudio Marassi ha “benedetto” il patteggiamento di sei mesi di carcere convertiti in una sanzione pecuniaria per l’amministratore delegato Giorgio Bertan, 43 anni di Camposampiero, e per Giampaolo Pinton, 60 anni di Santa Giustina in Colle, direttore dell’area tecnica
PADOVA. Grafica Veneta, caso chiuso per i due dirigenti del colosso della stampa di Trebaseleghe finiti agli arresti domiciliari per sfruttamento di manodopera lo scorso 26 luglio.
Il gup padovano Claudio Marassi ha “benedetto” il patteggiamento di sei mesi di carcere convertiti in una sanzione pecuniaria di 45 mila euro ciascuno oltre a 2600 euro di multa (totale 47500 euro ciascuno) per l’amministratore delegato Giorgio Bertan, 43 anni di Camposampiero, e per Giampaolo Pinton, 60 anni di Santa Giustina in Colle, direttore dell’area tecnica.
Una goccia nell’oceano il “peso” di quella sanzione se commisurato al clamore della vicenda. E soprattutto alla possibilità per i due dirigenti di gettare tutto dietro le spalle e ricominciare a pieno ritmo a lavorare nell’azienda che mai hanno lasciato, godendo sempre della piena fiducia del presidente Fabio Franceschi.
Oggi, 13 ottobre, la definitiva conclusione di un troncone dell'inchiesta - quello che più toccava da vicino Grafica - con l’accordo sulla pena raggiunto tra il pm Andrea Girlando e i difensori, gli avvocati Fabio Pinelli, Alberto Berardi ed Elena Pollesel.
In aula Grafica Veneta a titolo di liberalità ha riconosciuto 20.000 € a testa a ciascuno degli 11 lavoratori che risultano formalmente parte offesa nel procedimento penale.
Ma stamani, contemporaneamente all’udienza, davanti al Palazzo di giustizia di Padova si è svolta una mini-manifestazione organizzata da Fiom Cgil e Adl Cobas alla presenza degli 11 dei lavoratori pachistani che avevano denunciato la drammaticità delle condizioni di lavoro in Grafica Veneta. Condizioni di cui – al contrario – i dirigenti indagati hanno sempre negato di essere stati informati nonostante una serie di intercettazioni. Grafica Veneta, infatti, aveva subappaltato i lavori di finitura dei volumi a Bm Services, ditta con sede a Laives nel Trentino di proprietà di padre e figlio pachistani, in carcere a Trento, e attualmente affidata dal tribunale a un amministratore giudiziario, il commercialista padovano Riccardo Bonivento incaricato di curare gli interessi dell’azienda, attiva con una quarantina di dipendenti.
Sottoposti a turni massacranti anche di 12 ore al giorno e a trattamenti disumani, picchiati e minacciati insieme alle loro famiglie in caso di protesta per il riconoscimento dei loro diritti, i lavoratori pachistani incassavano da Bm 4,50 euro per ogni ora di lavoro: oggi sono protetti dalle istituzioni ma non hanno ancora raggiunto un accordo sindacale con Grafica, nonostante un tavolo di confronto aperto in prefettura e da una ventina di giorni sospeso. Bm aveva dato disdetta del contratto di affitto dell’abitazione di Trebaseleghe. E solo grazie all’intervento del sindacato Cobas hanno avuto il rinnovo di tale contratto e delle utenze di acqua, luce e gas, evitando il rischio di finire senza un tetto sulla strada.
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