“Grease” a Padova, un classico con lo stile di oggi

Al Gran Teatro Geox di Padova, sabato 4 e domenica 5 febbraio, arriva il più amato dei musical. Simone Sassudelli ha il ruolo che fu di John Travolta: «Il mio Danny non è più solo un bulletto»
Michele Bugliari
Simone Sassudelli è Danny Zuko in “Grease” il 4 e il 5 febbraio a Padova
Simone Sassudelli è Danny Zuko in “Grease” il 4 e il 5 febbraio a Padova

Il musical “Grease” torna al Gran Teatro Geox di Padova, sabato 4 febbraio alle 21 e domenica 5 alle 17. 30 per far rivivere al pubblico il mito del film del 1978 con John Travolta e Olivia Newton-John. La nuova produzione della Compagnia della Rancia dello show scritto da Jim Jacobs e Warren Casey nel 1970 vede come protagonisti Simone Sassudelli (Danny Zuko) e Francesca Ciavaglia (Sandy); la regia è di Saverio Marconi. La compagnia, che ha cominciato ad allestire “Grease” nel 1997, da allora ha portato in 185 città italiane 1843 repliche, coinvolgendo 290 persone tra artisti e tecnici.

Sassudelli, quali sono i punti di forza della nuova edizione di “Grease”?

«La versione attuale è nata nel 2019 quando c’è stato un rinnovo del cast e io sono diventato Danny Zuko; prima interpretavo un altro ruolo. Il nostro è un cast molto giovane e ha una resa energetica davvero forte che piace anche al pubblico degli adolescenti».

Come ha caratterizzato il suo Danny?

«Abbiamo voluto mantenere le caratteristiche del personaggio, reso famoso da John Travolta, a livello di espressione fisica, di gesti e di posture. Però il nostro cast giovane ha cercato di caratterizzare tutti i personaggi in un modo più attuale. Il mio Danny rispetto a quello del film ha delle sfumature più comiche, mostra di più le sue fragilità, non è solo un bulletto».

Quali sono gli elementi che fanno di “Grease” un classico?

«Il punto di forza sono le canzoni, una musica intergenerazionale che tutti conoscono. Poi, nonostante del film tutti ci ricordiamo dei protagonisti, John Travolta e Olivia Newton-John, il musical è uno spettacolo corale in cui ogni personaggio ha una voce che permette allo spettatore di rivivere la sua adolescenza. I personaggi sono molto veri e anche le situazioni che vivono sono realistiche».

La scorso 8 agosto estate è morta Olivia Newton-John.

«Quando è successo eravamo in scena. Francesca Ciavaglia, la nostra Sandy, ha fatto un discorso commovente e il pubblico ha partecipato con un applauso caloroso».

La Rancia ha iniziato a produrre “Grease” in modo pionieristico nel 1997 ma da allora il musical italiano ha fatto passi da gigante.

«La Rancia con” Grease”, 25 anni fa, ha dato il via al musical italiano e ha permesso a noi giovani di crescere con questa forma di spettacolo. Oggi il musical nel nostro Paese è cresciuto molto, quantitativamente e qualitativamente. Ho avuto esperienze negli Stati Uniti e posso dire che a noi non manca niente rispetto agli americani».

Vengono a vedervi a teatro anche gli allievi delle accademie di musical?

«Sì, vengono insieme ai genitori, con i pulmini. I bambini a fine spettacolo cominciano a ballare sotto il palco e poi ci vengono a incontrare e dicono: “Con la scuola allestiamo dei musical, quest’anno faremo “Grease” anche noi”: è comovente».

E lei, come ha scoperto il musical?

«Il primo spettacolo, “Mary Poppins”, l’ho visto con la mia famiglia in America quando avevo 9 anni. Conoscevo già il film, ma lo show dal vivo mi ha colpito a tal punto che in quel momento ho deciso che avrei voluto fare l’artista del musical».

Quando ha visto “Grease” per la prima volta?

«Quando ero in Accademia Milano nel 2015, i protagonisti erano Giuseppe Verzicco e Beatrice Baldaccini. “Grease” mi ha dato molto, ora il mio sogno sarebbe fare “Mary Poppins”, sarebbe un bel ricongiungimento con il mio io del passato».

Quando ha iniziato a studiare canto, ballo e recitazione?

«Fin da piccolo ho sempre cantato nel coro del mio paese, vicino a Trento, e sono sempre stato iscritto ai corsi di recitazione. La danza è entrata nella mia vita più tardi, ai tempi del liceo. Dopo la maturità mi sono iscritto ai corsi della Scuola del Musical di Milano con la consapevolezza che poi avrei voluto provare l’esperienza americana. Così, ho studiato e lavorato in America. Poi, è arrivato “Grease” che mi ha riportato in Italia, è stato un grande traguardo, sono contento e onorato di questo successo, però so che prima o poi tornerò a lavorare negli Stati Uniti».

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