I magistrati veneti in chat con Palamara: «Grazie, caro Luca non voglio disturbare»

Dall’ex presidente Csm 49 mila pagine di messaggi Whatsapp. Fitta trama di contatti per informazioni sulle nomine negli uffici
Luca Palamara, parla con i giornalisti davanti la Cassazione mentre è in corso la riunione del comitato direttivo centrale dell'ANM, Roma 20 giugno 2020. ANSA/FABIO FRUSTACI
Luca Palamara, parla con i giornalisti davanti la Cassazione mentre è in corso la riunione del comitato direttivo centrale dell'ANM, Roma 20 giugno 2020. ANSA/FABIO FRUSTACI

VENEZIA. Richieste sulle nomine ai vertici degli uffici giudiziari veneti; suggerimenti a favore dell’uno piuttosto che dell’altro tra i colleghi in lizza; piaceri personali: ci sono anche centinaia di messaggi con i magistrati veneti nelle 49 mila pagine di chat Whatsapp che la difesa dell’ex presidente e consigliere del Csm Luca Palamara ha depositato a Perugia per dimostrare che lui parlava con tutti di tutto: «Assolutamente sì», la sua risposta-tipo. Il magistrato è accusato dalla Procura di corruzione e di aver ricevuto regali da un lobbista, in cambio di nomine pilotate in alcuni uffici. L’allora anima di Unicost nega qualsiasi favore illecito.

Le chat venete non narrano alcunché di illegale: mostrano il frenetico dietro le quinte del Consiglio superiore della magistratura.

Gli auguri

«Caro Luca, ti ringrazio per come hai accompagnato durante il tuo mandato me e mia moglie. Spero di vederti presto. Bruno Cherchi». È uno degli ultimi messaggi del procuratore veneziano e dell’Antimafia veneta all’ex consigliere del Csm, seguono gli auguri di Natale 2018 e Pasqua 2019. Poi scoppia il “caso Palamara” e i messaggi si interrompono.

«Maria Casola, direttore generale giustizia la conosci? È nostra?», chiede il procuratore nel dicembre 2017. «Assolutamente sì», la risposta di Palamara. «Dovrei chiederle di rinviare dopo Natale la pubblicazione nel bollettino dei trasferimenti di Bortot deliberato dal plenum 15 gioni fa. Puoi chiamarla tu o mi dai il cellulare e la posso chiamare a nome tuo?». «Barbara Bortot, presidente Sezione lavoro Venezia. Più in là va e meglio è», chiarisce Cherchi. La magistrata, nominata dal Plenum nel novembre 2017 presidente del Tribunale del lavoro di Venezia, in trasferimento da Padova, è moglie del procuratore. «Ok ti mando numero», risponde Palamara, «chiamala a nome mio. È come se fossi io».

L’aggiunto

Nel novembre 2017 a Venezia c’è molta attesa per la nomina del nuovo procuratore aggiunto. «Ciao Luca, il collega Gianni Cicero, sostituto procuratore generale ha fatto domanda di aggiunto a Venezia, mi ha chiesto se posso metterlo in contatto con te. Posso dargli il tuo numero per eventuale appuntamento? Se ritieni ne parliamo. Bruno», scrive il procuratore. «Assolutamente sì, puoi dargli il mio contatto». Il telefono viene girato all’ex procuratore reggente a Treviso, ora in Corte d’Appello. «Buon giorno (...) Quando posso chiamare senza recare disturbo? Grazie», si presenta Cicero. «Giovanni ho provato a chiamarti ma è staccato», risponderà il consigliere. «Ciao Luca, il 20 novembre sono al Csm (...) se potessimo incontrarci te ne sarei grato. Saluti», scrive. Prima di Natale l’attesa cresce. «Qualche novità su aggiunto ve?», chiede Cherchi il 19 dicembre. «Sì, ti chiamo fra poco», risponde Palamara. «Parlato con Ancilotto. Tutto ok», scrive Cherchi. «Ottimo», risponde Palamara.

Il Csm ha scelto Stefano Ancilotto, già pubblico ministero dell’inchiesta Mose.

Gli incarichi

Nella primavera del 2018 è la nomina del presidente dei giudici indagini preliminari e del presidente di sezione penale di Venezia e Padova a tenere banco. «Hai idea dei tempi? Se ritieni ne parliamo. Grazie, Bruno», si informa il procuratore. «Assolutamente sì, ancora non fissi in calendario», la risposta di Palamara. «Caro Luca, c’è qualche novità per i semidirettivi veneti? Grazie, Bruno». «Bruno abbiamo in trattazione posto gip Venezia. Ci sentiamo? Un abbraccio».

Molte le chat scambiate con Paolo Fietta, per anni pm a Padova, ispettore del ministero, magistrato distrettuale per un anno anche alla Procura di Venezia. Attivo su molti fronti: Venezia, Padova, Rovigo.

Nel maggio 2018, Palamara gli chiede consiglio: «Su presidente sezione tribunale (Venezia) che dici?». Fietta dice che sentirà Cherchi, poi suggerisce: «Manduzio. Stimato, esperto, già a latere processo mala Brenta, pacato». A giugno, è ancora Palamara a chiedere informazioni: «Paolo su aggiunto gip Venezia ok Luca Marini? Su presidente sezione ok Licia Marino?». «Manduzio non passa?», chiede Fietta, «è l’unico già qua...». «Su questo volevo ragionare con te», scrive il consigliere. Poi, il 19 giugno, Fietta “scioglie la riserva”: «Ciao Luca, Marino ok, ho fatto un po’ di pareri...anche Lanfranco è d’accordo» (Lanfranco Tenaglia, già parlamentare Pd ora presidente Tribunale Pordenone). Sono i giorni in cui si deve decidere la nomina del presidente dell’Ufficio indagini prelimiminari (sarà poi Luca Marini), del presidente di sezione del Tribunale (sar Stefano Manduzio, già presidente del processo Mose) e del Tribunale del Riesame (Licia Marino). Tutti magistrati dal lungo curriculum. Fietta si preoccupa su molti fronti. «Luca, ciao, scusa ma mi ha chiamato il collega Parolin Procura Vicenza (nonché fratello del Segretario Stato vaticano). Aveva fatto domanda per Procura Trento e la 3a lo aveva proposto. Poi cosa è successo che è stato revocato d’ufficio? Qua siamo tutti increduli perché Giovanni è un amico stimatissimo da tutti». «Caro Paolo, mi informo immediatamente». Poi la risposta: domanda non accoglibile perché la distanza tra la sede attuale e Trento è inferiore a 100 km».

L’interessamento

Ci sono poi in ballo i posti di presidente sezione penale e sezione gip di Padova. «Quando hai novità su presidente sezione gip Padova riesci a farci sapere?», chiede Fietta, «Claudio Marassi che è il più anziano, è un caro amico». Palamara promette di interessarsi. È l’aprile 2018. Fietta messaggia: «Luca, cosa è successo? 0 voti al nostro Marassi». «Carissimo Paolo, spero di poter recuperare, cercherò di mettercela tutta». Anche Lanfranco Tenaglia, da Pordenone, interviene: «Su Padova possibile recuperare Marassi?», «Sì, farò il possibile».

Andrà diversamente: Nicoletta De Nardus diventerà presidente penale (dopo un ricorso al Csm) e Domenica Gambarella guida la sezione gip. —
 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova