I predoni rischiano la vita nel tunnel del monte Venda
Radon e amianto contaminano l’area abbandonata dell’Aeronautica a Teolo

TEOLO. Negli anni della Guerra fredda il 1° Roc (Regional Operation Center) del monte Venda, sui Colli Euganei, era il fiore all'occhiello del controllo del traffico aereo militare della Nato nell’Italia del nord. Abbandonata nel 1998, l'ex base che occupa tutta la parte alta del colle, negli ultimi tempi è stata cannibalizzata da ladri e vandali, e oggi è in preda al totale degrado. I cartelli sulla recinzione fatiscente, che indicano il limite invalicabile della zona militare, non fanno paura a nessuno. L'unico timore per chi si avventura tra le palazzine fantasma e nel sistema di gallerie a forma elicoidale scavate nella roccia per oltre un chilometro, è quello del radon. Il gas killer che assieme all'amianto delle canalizzazioni degli impianti di condizionamento dell'aria ha fatto una strage di militari. Avieri e sottufficiali, morti di tumore al polmone.
I predoni del Venda.
L'ex base è stata spogliata - anche nelle aree un tempo “top secret” come le sale operative dove venivano elaborati i dati dei radar che si trovavano nell'arco alpino - di tutto quanto poteva costituire un guadagno. Sono spariti cavi elettrici, materiali ferrosi, mobili e perfino le cancellate di sicurezza. Tutte le strutture sono accessibili senza problemi. «È una cosa gravissima» racconta un escursionista all'uscita del recinto «vista l'alta presenza di radon e di amianto. Si notano numerosi bivacchi, probabilmente di giovani che passano qualche ora tra alcol e spinelli. Entrare è facilissimo, il buco sulla rete di recinzione a fianco del corpo di guardia non è l'unico, lungo tutto il perimetro dove passa il sentiero Lorenzoni la base è violabile da più punti. Abbiamo incontrato alcune persone che passeggiavano lungo i percorsi che portano alle cancellate (ora aperte) che un tempo dovevano essere le vie di fuga in caso di pericolo».
Il pericolo.
Nonostante l'inchiesta della magistratura abbia accertato che la maggior parte dei decessi dei militari che hanno prestato servizio sul Venda è da imputare al radon, visto che 24 finora sono state riconosciute “vittime del dovere”, la pericolosità all'interno della base è molto elevata. Non è un caso se i tecnici che intervengono saltuariamente per la manutenzione del “teleposto”, unica struttura rimasta attiva, operano con i dispositivi di protezione (guanti e mascherine). «In prossimità dei punti d'ingresso e delle vie di fuga c'è un misero cartello di 10x10 centimetri con scritto “pericolo radon”, lì dentro potrebbe accedere senza trovare alcun ostacolo anche un ragazzino di dieci anni» aggiunge l'escursionista.
La storia.
La base è stata costruita nei primi anni 50 dalla ditta Scardoni di Bologna, specializzata in questo tipo di costruzioni per le forze armate. Per qual progetto furono utilizzati i fondi messi a disposizione dall'Italia e dagli Stati Uniti d'America. Per la realizzazione del tunnel furono impiegati tutti gli scalpellini della zona specializzati nella lavorazione della trachite. Operai dalle mani forti di Vo', Teolo, Galzignano Terme, Lozzo Atestino e Cinto Euganeo. La base è rimasta attiva dal 1955 fino al 1998, quando tutto il personale (circa 500 uomini che garantivano il servizio h24) fu trasferito alla base aerea Nato di Poggio Renatico, in provincia di Ferrara. Negli anni 60 il controllo è passato totalmente all'Aeronautica Militare. Il nome in codice del Venda era “Rupe”, proprio per la conformazione del sito scavato nella roccia. Considerato uno dei siti essenziali della difesa italiana e alleata, in caso di scoppio di una guerra contro il Patto di Varsavia, il Primo Roc si sarebbe trasformato nel comando della 5/a Ataf (Allied Tactical Air Force) e sarebbe passato sotto il controllo di Airsouth, il comando delle forze aree del sud della Nato. Il Venda era un vero e proprio nodo nevralgico della comunicazione inserito nel sistema di difesa Nandge (Nato Air Defence Ground Environment).
I due radar.
Nel 1955, quando la base venne attivata, le sale operative non erano ancora all'interno galleria. Erano ospitate in due container all'esterno e ricevevano i dati da due radar piazzati sulla sommità del colle, a circa 600 metri d'altezza, che funzionavano male. A raccontarlo è il maresciallo scelto dell'aereonautica militare in pensione, Leone Grazzini
(nella foto)
, che sul Venda ha lavorato dal 1956 al 1990 come coordinatore degli elettricisti. «Sul Venda i radar non hanno mai funzionato bene», racconta il sottufficiale in pensione «Ricordo che quando sono arrivato lassù riuscivano a coprire la parte alta dell'area, se un velivolo militare entrava nello spazio aereo a bassa quota lo perdevano. Per colmare questa lacuna i comandanti di allora decisero di mettere un aviere di vedetta su una torretta, munito di un grosso cannocchiale. In caso di avvistamento il militare chiamava con un telefono di quelli con la suoneria a manovella la sala operativa. Quando poi divenne base Nato cambiò tutto. Con i radar posizionati sulle Alpi si riusciva a controllare il cielo dal Canada alla Turchia. La base era dotata di 25 gruppi elettrogeni da 100 Kw per garantire il servizio senza alcuna interruzione. Gruppi che alimentavano soprattutto i condizionati d'aria e l'impianto di umidificazione della galleria, che d'inverno era secca e d'estate faceva un mare di condensa. L'acqua necessaria per la base arrivava da una sorgente di Faedo, tramite un sistema di pompaggio».
Le leggende.
La diceria che nel periodo della Guerra fredda si era fatta maggior strada era quella che sul Venda ci fosse una base missilistica segreta. Nascosta all'interno del bunker e pronta ad intervenire in caso di necessità. Ora che la base, galleria compresa, è di “dominio pubblico”, chiunque può constatare che si trattava di una leggenda, forse nata dal fatto che in quel periodo il sito era davvero invalicabile e di notizie sul suo contenuto all'esterno ne trapelavano poche. Nonostante i militari, anche quelli che operavano nelle sale operative, avessero quasi tutti famiglia nei comuni sottostanti il colle. E tanti a quei tempi dicevano di aver visto Ufo volteggiare sulla cima del monte.
A 4 chilometri da Castelnuovo.
L'ex base operativa dell'Aereonautica Militare del Venda si trova a circa quattro chilometri dall'abitato Castelnuovo. Si raggiunge in auto da via Venda, la strada che si stacca dalla provinciale per Torreglia in prossimità della chiesa della frazione. L'area insiste nel territorio di quattro comuni: Teolo, Vo', Galzignano Terme e Cinto Euganeo. Attualmente, oltre alle antenne dei ponti radio civili, come quelli della Rai, e militari dell'Interforze posizionati sul traliccio di recente costruzione alto circa 70 metri, non esiste altro. Se non i resti delle palazzine cannibalizzate dai predoni e dai vandali dove per anni hanno prestato servizio avieri generici, sottufficiali e ufficiali, che avevano come base logistica la caserma di Giarre e venivano trasportati sul colle tutti i giorni con i pullman.
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