Il 58% dei comuni è in zona sismica 18 mln da spendere

E ci sono 43 sindaci inadempienti: non hanno effettuato il censimento degli edifici come chiesto dalla Regione
Di Claudio Baccarin
BARON - AFFRESCO CADUTO AL SANTO
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PADOVA. Oltre la metà dei Comuni veneti, ahinoi, è catalogata a rischio sismico: quelli censiti sono 335 (su 576, ovvero il 58,1%). A certificarlo è il decreto, firmato dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 agosto, che assegna i contributi, per l’annualità 2015, per gli interventi di prevenzione del rischio sismico. Complessivamente vengono ripartiti 123 milioni 381 mila euro; al Veneto vanno 5 milioni 668 mila. L’articolo 2 del decreto stabilisce che tocca alla Regioni, entro 45 giorni, individuare la somma da destinare agli interventi strutturali degli edifici privati.

Nel dettaglio del rischio sismico, provincia per provincia, entra la delibera della giunta regionale 1057 del 29 giugno 2016, che avvia una linea di finanziamento, con fondi Por-Fesr (Por sta per Programma operativo regionale, mentre il Fesr è il Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020), per interventi strutturali di miglioramento sismico e adeguamento sismico degli edifici strategici. Qui si fa riferimento all’allegato 7 dall’ordinanza 3907/2010 dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel Bellunese i comuni in cui il territorio è tutto o in parte con accelerazione massima al suolo almeno pari a 0,125 grammi ( ammontano a 46; nel Padovano sono 22 (in pratica tutta l’Alta padovana); nel Trevigiano ammontano a 88; in provincia di Verona ne vengono indicati 72; nel Vicentino 10; in provincia di Venezia sono 3; Cinto Caomaggiore, Pramaggiore e Scorzè. Nessun comune a rischio sismico viene rilevato nel Polesine. Il totale, nella mappa del 2006, fa 332; un dato che sostanzialmente conferma quello più recente della Protezione civile nazionale.

Il dato che colpisce, nella delibera della giunta Zaia, è quello relativo al numero di edifici “strategici e rilevanti” (4 mila), situati in zona a pericolosità sismica elevata (zona 2), su un totale di 16 mila edifici ubicati in Veneto. Di qui la necessità di stanziare dodici milioni (uno quest’anno, sei nel 2017, cinque nel 2018), che vengono assegnati (metà per l’adeguamento e metà per il miglioramento sismico) tramite bando regionale.

Le domande, volte a ottenere il finanziamento, potranno essere presentate, esclusivamente per via telematica, entro le ore 13 del 30 settembre 2016. Nella valutazione delle istanze verranno premiati, con un punteggio superiore, i Comuni e le unioni di Comuni.

Entro la metà di luglio sono state invece presentate ai Comuni le richieste di un ulteriore contributo, stanziato dalla Regione, per l’effettuazione di interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico di edifici privati a uso residenziale.

Ma se non mancano i Comuni attenti a non perdere nessuna occasione di finanziamento per rimpinguare le magri risorse dedicate agli investimenti, proprio ieri la Regione Veneto ha pubblicato l’elenco delle amministrazioni che risultano inadempimenti al censimento sismica livello 0: ovvero non hanno presentato una scheda di sintesi, con le caratteristiche delle opere generali da sottoporre a verifica sismica e l’indicazione dei tempi necessari a completare le verifiche di livello zero. In zona 2 (a rischio) troviamo il comune vicentino di Crespadoro; in zona 3 (dove si possono verificare eventi calamitosi rari) figurano 22 amministrazioni: cinque nel Bellunese (Auronzo, Rivamonte, San Nicolò di Comelico, San Tomaso Agordino, Taibon); quattro nel Padovano (Carmignano di Brenta, Curtarolo, Gazzo Padovano e Veggiano); una nel Polesine (Trecenta); una nel Veneziano (Meolo); nove nel Vicentino (Bressanvido, Enego, Laghi, Montegalda, Montegaldella, Pianezze, Rotzo, Schiavon, Torrebelvicino; due nel Veronese: Caldiero e Rivoli).

Una ventina di Comuni inadempienti sono infine collocati in zona 4 (dove il rischio risulta assai ridotto): i padovani Bovolenta, Granze, Montagnana, Pernumia, Pozzonovo, Sant’Elena, Saonara, Tribano, Vescovana e Villa Estense; i rodigini Guarda Veneta, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Rovigo, Taglio di Po e Villamarzana; i vicentini Agugliaro, Albettone e Sorgà.

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