Il Galilei datato 1606 trafugato a Padova dal predone dei libri

“Il compasso” custodito nella biblioteca del Seminario portato via da Marino De Caro, già raccomandato di Galan
Di Aldo Comello
PD 16 marzo 2005 G.M. Seminario, conferenza stampa Giornate Fai di Primavera. (CARRAI) SEMINARIO FAI DI PRIMAVERA (BACCARIN)
PD 16 marzo 2005 G.M. Seminario, conferenza stampa Giornate Fai di Primavera. (CARRAI) SEMINARIO FAI DI PRIMAVERA (BACCARIN)

PADOVA. Personaggio straordinario questo Marino Massimo De Caro, predatore di libri rari. Passione un po’ fuori del tempo, ce l’aveva Pico della Mirandola, ne era affetto il Bembo, gente che un libro antico lo sentiva con il naso e con il tatto. Ma è di De Caro la peculiarità, messa in luce dalla procura di Napoli: lui i libri li ruba, non rapina, con mano delicata, con la perizia del borseggiare. Ne ha fatti scomparire 4000 e la conta non è finita.

Era accreditato dal titolo e dalla funzione di direttore della biblioteca dei Girolamini di Napoli, una delle 47 biblioteche nazionali, ente prestigioso a cui l’aveva destinato Giancarlo Galan quando era ministro della cultura, grazie ad un prodigioso curriculum e alla raccomandazione di Marcello Dell’Utri a cui, afferma Galan, non si poteva dire di no. Con la macchina blu e un accredito ministeriale, De Caro, con la sua aureola di hybris, peccato di arroganza punito dal dio di tutti gli olimpi, si presentava a musei e biblioteche appena usciti dal salasso provocato dal taglio dei contributi.

A Padova si impossessa dell’edizione del 1606 dell’opera del “Compasso geometrico e militare” di Galileo Galilei. Il volume si trovava nella biblioteca del Seminario, ricchissima di libri rari, anche edizioni del Corano e del Talmud in arabo e in ebraico.

De Caro raggira la direzione, raccontando che era impegnato in un lavoro di analisi delle edizioni Aldine (i libri editi da Aldo Manuzio). Gli credono e si porta via il libro che Galileo aveva dedicato a Cosimo de’ Medici. Adesso chissà dove sarà, sugli scaffali di qualche collezione privata o magari in cassaforte. «Oltre al libro rubato al seminario – dice Laura Tallandini che ha la delega del rettore Zaccaria per le biblioteche – è custodita una seconda copia del libro dello scienziato toscano, che qui a Padova trascorse i 13 anni più fecondi della sua vita, alla biblioteca Pinali Antica, un monumento librario alla scienza che annovera anche il De Humani Corporis Fabrica di Andrea Vesalio, arricchito da preziose illustrazioni. Una terza edizione galileiana del “Compasso” si trova alla biblioteca civica del Centro Culturale Altinate, è del 1656»

«Da noi il predone di libri non è venuto – conclude Tallandini - ma eravamo comunque sul piede di guerra, l’uomo ci era noto. Attraverso il sistema informatico delle biblioteche ci era stato segnalato il furto avvenuto a Madrid di alcuni libri di Borges nell’edizione originale».

Dal canto suo Paolo Giacon, esponente del Partito Democratico per l’Università di Padova dice: «Questo furto è un vulnus nella storia della scienza, la sottrazione di un bene che appartiene a tutti i padovani, ne chiedo l’immediata restituzione».

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