Il Grappa, centro della memoria europea

CIMA GRAPPA. Si sono incontrati a Cima Grappa, dove nel gigantesco sacrario militare riposano i resti di 23 mila soldati di mezza Europa. E da Cima Grappa, ieri mattina, è partito il programma delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra. Il vice governatore del Veneto, Marino Zorzato, ha confermato l'impegno della Regione a disegnare un percorso della memoria che, attorno al massiccio, coinvolga tutte le province del Veneto e anche le vicine regioni Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Il Monte Grappa capitale delle celebrazioni previste tra due anni, nel centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Poco prima, era stato il giovane sindaco di Crespano del Grappa, Annalisa Rampin, a ricordare il valore della memoria collettiva. E intorno a lei si sono idealmente stretti i sindaci e gli amministratori di Belluno, Treviso e Vicenza, le tre province che abbracciano il massiccio più famoso del Veneto. Una messa, celebrata dal vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo, ha concluso il momento religioso.
Ma per tutta la giornata il Grappa è stato teatro di una grande festa di popoli europei. Delegazioni di Austria e Repubblica Ceca (quest'anno è mancata l'Ungheria, presente invece l'anno scorso) hanno simbolicamente abbracciato i nemici di allora: l'esercito italiano, che proprio sul Grappa visse una delle stagioni più drammatiche. Il presidente della Croce Nera austriaca, la massima associazione d'arma austriaca, ha voluto pronunciare poche ma sentite parole di amicizia per il popolo italiano, in un rinnovato spirito europeo di cui la montagna veneta è praticamente il simbolo. Tremila persone hanno partecipato alle celebrazioni che, ogni prima domenica di agosto, radunano attorno al sacrario i veneti di almeno tre province per ricordare il sacrificio dei caduti delle due guerre e la la salita, sul dorso di un’asina bianca, del patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, giusto due anni di prima di salire al soglio pontificio .
Il Comitato per il Centenario, presieduto da Marzio Favero più in veste di storico che di sindaco di Montebelluna, ha previsto una serie di iniziative legate alla ricostruzione della memoria collettiva. Ma è soprattutto il tema della regia ad animare in questa fase le intenzioni del Comitato, memore della frammentarietà che ha caratterizzato le iniziative per il Novantesimo anniversario del conflitto. La "regia", dunque, quale prima caratteristica del Centenario: del tavolo fanno parte le Province di Belluno, Treviso, Venezia, Vicenza, la Regione, il Ministero dei Beni culturali, il Commissariato generale onoranze caduti in guerra.
Il programma prevede il recupero dei manufatti militari (forti, trincee, sacrari, cippi) legati alla memoria, la tutela urbanistica dei luoghi da conservare, la specializzazione dei musei sulla grande guerra (nel Veneto sono quaranta), la difesa e la riproduzione delle opere d'arte e dei cimeli, il club della visita ai luoghi.
Una grande opportunità, secondo Favero, anche per il turismo nel Veneto, sulla scorta di altre esperienze europee (soprattutto in Francia) dove i luoghi della guerra sono meta costante di un pellegrinaggio della memoria.
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