Il magico mondo delle giostre in mostra a Rovigo

ROVIGO. Completamente dedicata alla fantasiosa iconografia delle giostre, questa mostra, sfaccettata e divertente, è anche pensosa, e vuole suscitare nel pubblico un vero e proprio effetto-giostra, tra il gioco più semplice e genuino che rimanda all’infanzia e la riflessione sulla vita, sul tempo che passa, sul mondo che gira, sul destino.
A proporla (Palazzo Roverella, dal 23 marzo al 30 giugno 2019) è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo insieme al Comune di Rovigo e all’ Accademia dei Concordi, per la cura di Roberta Valtorta, con la collaborazione di Mario Finazzi per il percorso riservato alla pittura.
“Il Polesine, anticipa il Presidente della Fondazione, prof. Gilberto Muraro, è da sempre terra di giostre e giostrai. Qui, e in particolare nel territorio di Bergantino, vengono realizzate giostre destinate ai parchi di divertimento e agli spettacoli viaggianti di tutto il mondo. Ed è con il Museo della Giostra e dello Spettacolo Popolare di Bergantino che questa nostra mostra idealmente si coniuga. In una unione complementare: il Museo indaga il passato di una grande tradizione. La mostra legge il tema della giostra in chiave soprattutto sociale, affidandosi a grandi fotografi e a grandi artisti che l’hanno declinato nelle loro opere”.

In mostra, infatti, vengono proposte immagini di giostre grandi e piccole, così come sono state raffigurate soprattutto in fotografia, ma anche in pittura, grafica, nei numerosissimi giocattoli, nei modellini, fino ai carillon. Presenti in mostra anche “pezzi” di antiche giostre come organi e cavalli di legno.
La struttura della giostra è stata infatti ampiamente rappresentata in mille forme di straordinari giocattoli meccanici per bambini ma anche per adulti, dalle forme articolate e varie, talvolta carillon, talvolta orologi e soprammobili, divenuti nel tempo oggetto di collezionismo.

L’ampia sezione di fotografie comprende opere di più di sessanta importanti fotografi dall’Ottocento a oggi. Tra questi, le immagini ottocentesche di Celestino Degoix e di Arnoux; quella della Parigi dell’inizio del Novecento di Eugène Atget e dei Frères Seeberger; le fotografie degli anni Quaranta-Sessanta di Henri Cartier Bresson, Mario Cattaneo, Cesare Colombo, Bruce Davidson, Robert Doisneau, Eliot Erwitt, Izis, Mario Giacomelli, Paolo Monti, Willy Ronis, Lamberto Vitali, David Seymour; per l’epoca contemporanea, le immagini di Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, John Batho, René Burri, Stefano Cerio, Raymond Depardon, Luigi Ghirri, Paolo Gioli, Guido Guidi, Jitka Hanzlovà, Guy Le Querrec, Raffaela Mariniello, Bernard Plossu, Pietro Privitera, Francesco Radino, Ferdinando Scianna.
La mostra è arricchita da una selezione di importanti opere pittoriche e da manifesti di fiere di paese e sagre popolari. Importante l’installazione dell’artista contemporanea Stephen Wilks “Donkey Roundabout” e il film di Adriano Sforza “Jodi delle giostre”, vincitore del David di Donatello 2011.
La mostra si avvale della collaborazione con il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare di Bergantino-Rovigo.
Il fantastico mondo delle giostre!

Le giostre affondano le radici negli antichi giochi rituali delle società contadine, che una lunga evoluzione ha trasformato nelle moderne attrazioni ipertecnologiche.
Insieme alla Commedia dell’Arte con le maschere, al teatro dei burattini e delle marionette e al circo, il luna park è uno degli spettacoli popolari itineranti la cui storia inizia con le antiche fiere.
Con la Rivoluzione industriale di fine Settecento, la fiera – – luogo di commercio ma anche di divertimento, con artisti ambulanti, indovini, acrobati – si trasforma. Siamo in pieno Positivismo, che promuove il progresso scientifico e tecnico. In questo scenario le fiere mutano aspetto e funzione, utilizzando sempre di più la tecnologia per attrarre e coinvolgere il pubblico.
Le Esposizioni universali di fine Ottocento, nate per presentare le novità della nuova economia basata sulle macchine, trasformano le fiere in veri e propri parchi di divertimento: con uno scatto tecnologico appaiono i giochi meccanici, le altalene, le giostre.
Nel corso del Novecento i parchi di divertimento diventano “luna park” – dal nome del parco di Coney Island (1903) – completamente meccanizzati e, poi, informatizzati. E siamo ai giorni nostri.
La mostra racconta –attraverso la fotografia, la pittura, la grafica e i giocattoli – il fascino immediato e intramontabile delle giostre. Le diverse interpretazioni visive che attraverserete lungo il percorso appaiono divertenti e giocose, ma hanno anche la capacità di condurci in una speciale dimensione della memoria che parla dell’infanzia, del tempo che passa, del nostro destino.
Ricordo
Non possiamo guardare una giostra senza ricordare. È come un’apparizione: che si trovi in un luna park, sullo spiazzo di terra battuta di una periferia o sul selciato della piazza del centro di una città, sotto il sole o immersa nelle luci artificiali della notte, si presenta ai nostri occhi all’improvviso, come un ricordo che ci coglie di sorpresa.
Grazie ai colori, alle forme familiari di animali e mezzi di trasporto che girano in cerchio, la musica, la giostra esprime la sua straordinaria forza evocativa. Non importa che richiami un ricordo esatto, un preciso momento, un luogo. Spesso ci mette solo in una “disposizione al ricordo”: il misterioso meccanismo si mette in moto e l’oggetto del ricordo è sempre duplice, perché evoca il tempo dell’infanzia e insieme la bellezza.
Tempo
La giostra, insieme alle altre forme dello spettacolo viaggiante, appartiene al dominio dell’arte.
Come in un girotondo, la giostra ruota e ci trasporta in una dimensione immaginaria nella quale la vita prosegue sempre, senza inizio né fine. Ogni cosa intorno a noi gira.
Come il sole che tramonta, sparisce per poi riapparire uguale a prima. Ci troviamo in una dimensione diversa da quella della quotidianità, in uno spazio che è insieme quello dell’infanzia, quello fantastico del giro intorno al mondo e quello indescrivibile del cosmo e della rotazione dei pianeti. Benvenuti nel tempo ciclico dell’eterno ritorno.
Macchina
Sospesa tra realtà e illusione, la giostra discende dall’altalena e dalla ruota, ed è l’unica macchina che non imita nessuna parte del corpo umano. Con la forma del cerchio, riproduce infatti il sole e la luna.
Una macchina particolare che trasmette movimento solo a se stessa e lo fa attraverso tre tipologie costruttive: la giostra a catene, la giostra a cavalli e l’onda di mare. Le prime due hanno conservato praticamente inalterate le loro caratteristiche iniziali, mentre dalle trasformazioni apportate nel tempo all’onda di mare derivano gran parte delle giostre più recenti.
In movimento
Il sovrano della giostra è il movimento. Per rappresentarlo, un’immagine fissa come una fotografia deve ricorrere all'effetto mosso, e quando lo fa ci mostra come il tempo distrugge le forme. Questo eterno conflitto tra movimento e staticità ci rivela che, dietro la bellezza delle forme e la gioia dei colori, ogni cosa svanisce davanti ai nostri stessi occhi. Il “mosso” va oltre l’istante fotografico e il non-nitido dà forma allo stratificarsi del tempo, generando un’immagine inconsueta che ne pregiudica la somiglianza. È un tempo instabile, è il tempo del divenire che, se da un lato ne coglie la durata, dall’altro diffonde un sentimento di distruzione della materialità dei corpi.
Società
Antichi animali da guerra e torneo e da lavoro nei campi, i cavalli sono alle origini stesse della giostra, in un simbolico intreccio tra combattimento e fatica contadina. Come una calamita, la giostra attira intorno a sé folle in cerca di divertimento, gente di quartiere e comunità riunite in festa, mostrando il suo profondo significato sociale.
Ed ecco i bambini di ieri e di oggi, i grandi protagonisti e fedeli amici della giostra, con i loro sorrisi, gli sguardi, i baci. Ma la giostra piace anche agli adulti., Piace a tutti, perché è un oggetto speciale nato dalla cultura popolare per donare una breve ma ripetibile felicità e far vivere un’esperienza di bellezza a chi sale, e a chi semplicemente la guarda girare.
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Orari: sino al 30 giugno 2019
Ogni giorno da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 19
Sabato, domenica e festivi dalle 9.00 alle 20
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