Il Malvestio scrittore accusa Galan di “Mala Gestio”: Veneto impoverito dai grandi affari

VENEZIA. «Quel che rimane di questi anni è un territorio devastato, molti oneri che inevitabilmente diverranno concreti e tanta ricchezza dissipata per un’edilizia che non servirà a nessuno». Così, icastico, Massimo Malvestio descrive cosa sarà il Veneto dei prossimi anni nel suo “Mala Gestio”, libro edito da Marsilio nella nuova collana del mensile Nordesteuropa.it. Un territorio messo all’incanto, diventato povero, come recita uno dei titoli, «facendo grandi affari: edilizia, aeroporti, reti, autostrade, banche e fondazioni bancarie». Un j’accuse che Malvestio lancia a tutta la classe dirigente del Veneto, e che ieri ha raccolto a Vicenza le risposte di Giancarlo Galan e Antonio Costato, vicepresidente di Confindustria.
Uno dei giudizi più duri che Malvestio avanza all’indirizzo dell’ex governatore riguarda Save «la critica non è a quanto è stato venduto l’aeroporto, ma il come, non è stata indetta un’asta ma si è detto che era della Veneto Sviluppo». Galan viene raccontato come un uomo «che ama apparire in pubblico accompagnato da finanzieri e industriali cui spesso ricorso anche per le nomine di sua competenza e perfino per lanciarli in sfortunate candidature a sindaco delle maggiori città venete. Nessuno meglio di un dirigente di Publitalia poteva riuscire ad interpretare la nuova stagione degli imprenditori al potere». Galan risponde «non rinnego di aver messo a capo della finanziaria regionale una nota imprenditrice che poi è stata sostituita da un uomo che nel curriculum aveva scritto ha fatto studi da geometra». Malvestio muove una disamina cruda contro la modalità con cui il pubblico ha gestito autostrade, la Regione ha perso banche, le Fondazioni bancarie abbiano dissipato patrimoni. Imputando al Veneto la brevità del disegno. «Il vero filo conduttore di questo libro è il contingente che diventa eterno» scrive «le cose insensate che non cambiano mai, gli amministratori incompetenti che rimangono sempre al loro posto, a dispetto di tutto e di tutti. Fungibili a qualsiasi disegno perché non c’è nessun disegno. Il piccolo interesse quotidiano, la sapiente organizzazione della comunicazione, l’omologazione del pensiero in slogan: sono le caratteristiche che consentono la perpetuazione di quella parte di classe dirigente che vive di inutili gestioni pubbliche». Galan risponde: «Come non condividere la critica alle Fondazioni bancarie, il ruolo osceno riservato a sindaci e consiglieri provinciali, che ha consentito loro di trasformarsi in finanzieri». E ancora «Come non condividere l’osceno connubio tra finanza e pubblico nella gestione dell’autostrada aggiungendo che “non fosse differente quello che avveniva a Milano da quello che avveniva in Veneto”». L’ex Doge critica invece che non una parola sia stata spesa «sul Passante, il Mose o per l’Ospedale di Mestre». Costato, più semplicemente ammette, le problematiche contestate da Malvestio. Con una postilla, come può una «classe dirigente non trovare un hub dove confrontarsi? Siamo l’unica regione del mondo con un pil così esteso senza una capitale economico sociale».
Roberta Paolini
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