Il Museo dell'Acqua, ad Asiago forme di vita e coscienza collettiva

Il rapporti degli abitanti della montagna con l'elemento, dalla prima lavatrice alle trincee della Grande guerra. C'è anche un sentiero didattico

ASIAGO. Ingrediente fondamentale nella storia di ogni civiltà, l’acqua assume sembianze particolari sull’Altopiano dei Sette Comuni. Cade dal cielo e diventa subito invisibile. Appena può penetra nelle rocce, s’incanala in fiumi sotterranei, sosta all’interno di grotte profondissime, in buona parte ancora da scoprire. «Mille metri sotto ai nostri piedi esiste una fitta rete di fiumi sotterranei dovuta alla permeabilità del territorio carsico che caratterizza l’Altopiano», spiega Corrado Corradin, presidente del Gruppo Speleologico Settecomuni e referente del Museo dell’Acqua di Asiago.

Era doveroso riservare uno spazio all’acqua per raccontarne le tante declinazioni, gli usi nei secoli, il rapporto degli abitanti della montagna con il prezioso elemento, la prima lavatrice, borracce e tinelli, ma anche le vicende dei soldati della Grande Guerra che nelle trincee faticavano a dissetarsi.

La testimonianza più toccante riguarda proprio gli uomini al fronte, nei loro diari di guerra alberga tutta la durezza delle condizioni di vita, poca acqua significava scarsa igiene e quindi tifo.

«Il nostro museo intende divulgare l’acqua come bene etico per formare una coscienza e una consapevolezza del suo valore», prosegue Corradin. Nella grande casa gialla affacciata sui prati sette sezioni offrono parecchi spunti di riflessione. Una dedica alle grotte di Oliero, la più grande sorgente carsica d’Europa, e alle creature leggendarie che abitano voragini e laghetti dal tempo dei Cimbri. Un focus sulle professioni e sugli sport legati alla neve e al ghiaccio. Infine, un monito: «Acqua: il petrolio del terzo millennio».

E la visita al Museo dell’Acqua di Asiago non può prescindere da una passeggiata naturalistica lungo il sentiero didattico “Anello dell’Acqua”. Due chilometri da percorrere attraversando boschi e praticelli in compagnia dei volontari del Gruppo Speleologico Settecomuni guidato da Corrado Corradin.

Durante il tragitto si avvistano i fenomeni carsici. Goccia dopo goccia l’acqua ha plasmato il paesaggio creando una “città di roccia”, mentre le doline solcano il terreno fino a giungere all’ingresso della cavità del Buso dei mati. «Dal 1972 lavoriamo per approfondire la conoscenza del sottosuolo, abbiamo censito quasi 4 mila grotte carsiche, la più profonda supera i mille metri di profondità, la più lunga si addentra nelle viscere della Terra per 37 km. Tutte le settimane vengono scoperti nuovi anfratti, ma scandagliarli è complesso», spiega Corradin.

Ogni volta una sorpresa, una minuscola fessura può condurre a un mondo straordinario (ma la perlustrazione lasciamola agli speleologi esperti) una serie di stanze infinite, gipsoteche di roccia, colonnati di stalattiti e stalagmiti, laghetti dai riflessi cristallini e fiumi che scorrono impetuosi.

Il tour può essere affrontato liberamente seguendo la segnaletica della goccia blu segnavia. . Il sentiero è impraticabile con passeggino e sconsigliato ai bimbi sotto i 4 anni. —

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Museo dell'Acqua

Via Casa del Pastore 11, Asiago

Aperto sabato e domenica (10-12.30 e 14.30-18)

Luglio e agosto tutti i giorni

Ingresso 4 euro  (ridotto 3 euro)

Per informazioni tel . 0424.463170

Argomenti:piccoli musei

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