Il Museo nazionale dei vigili del fuoco si trova a Mantova

Sanno domare gli incendi, sono preparati a intervenire in caso di crolli e calamità naturali, li troviamo imbarcati sulle navi, ma anche abili elicotteristi e sommozzatori, in prima linea nel gestire disastri chimico-biologici. Cento comandi provinciali, un’estensione capillare in tutta Italia che raggruppa tecnici, quadri e specialisti. I Vigili del Fuoco sono un orgoglio nazionale, vanto dell’Italia nel mondo. A Mantova c’è un museo che ne racconta la storia e le gesta.
«In realtà è una galleria vivente, che accoglie mezzi funzionanti. Non c’è niente di polveroso, qui tutto vive, anche le uniformi che vengono indossate durante le manifestazioni» spiega l’ingegner Nicola Colangelo presidente dell’associazione Storica Museo Nazionale dei Vigili del Fuoco. L’esposizione ha la peculiarità di raccontare la storia del Corpo in un continuo rimando agli avvenimenti del passato vicino e lontano, scolpiti nella memoria collettiva.
Il Museo racconta una storia millenaria. Il primo a pensare alla creazione di una squadra di uomini capaci di domare gli elementi fu l’imperatore Augusto nel VI secolo d.C. L’Impero Romano ha fatto scuola, lasciandoci un’eredità preziosa, rispolverata da Napoleone Bonaparte nell’Ottocento attraverso compagnie di pompieri operative in Francia e in Italia.

«I nostri Vigili del Fuoco nascono come una milizia romana che è stata esportata in tutto il mondo occidentale, come testimonia un sito vicino a Budapest dove è stato trovato un accampamento di vigiles dell’Antica Roma» dice l’ingegner Nicola Colangelo ex comandante provinciale di Mantova e presidente del Museo.
Dopo i secoli bui del medioevo il rilancio con l’avvento di Napoleone e le innovazioni del Regno di Napoli. Fu Ferdinando II a istituire una compagnia di pompieri napoletani e fu il primo e inserire degli ufficiali ingegneri al comando. Mentre le grandi capitali europee investivano in mezzi costosi, i pompieri italiani con le loro competenze in ingegneria costruivano con le loro mani macchine “su misura” che servivano per spegnere incendi e affrontare calamità. Un misto di competenza, esperienza e creatività per rispondere alle emergenze del nostro Paese.

«Un esempio è stata l’alluvione del 1951 nel Polesine, il modello di gestione è stato apprezzato a livello internazionale. I Vigili del Fuoco italiani vennero chiamati due anni dopo dall’Olanda per gestire il crollo delle dighe».
Il Museo mantovano esplora l’evoluzione dei mezzi e delle attrezzature e punta a farsi sempre più interattivo e multimediale. «Vogliamo che le persone conoscano e apprezzino i Vigili del Fuoco e i loro risultati che sono frutto di un’esperienza che vogliamo testimoniare nella galleria» ribadisce Colangelo. «Dobbiamo ricordare i nostri caduti e le imprese che i nostri uomini hanno fatto e continuano a fare a difesa della popolazione».

Museo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Largo Vigili del Fuoco, Mantova
Aperto sabato (14.30-18) domenica e festivi (10-12 e 14.30-18)
Per i gruppi 339.6704140 museovigilidelfuoco@libero.it www.museovigilidelfuoco.it
Ingresso gratuito, eventuali offerte per la conservazione del patrimon
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