Il regista Coppola e la modella Delevingne: turisti non per caso sulle colline del Prosecco

La top model Cara fotografata all’Osteria senz’oste di Valdobbiadene, Francis Ford a pranzo a Solighetto con la figlia  

TREVISO. Qualcosa di strano e affascinante sta succedendo negli ultimi giorni nel cuore delle colline del Prosecco, quel paesaggio che lambisce 15 Comuni e che dallo scorso 7 luglio è diventato Patrimonio dell’Umanità Unesco. Tra offerte faraoniche per acquisire strutture alberghiere e star di livello internazionale in visita nella core zone dell’area Unesco, si respira un’aria nuova.

LA SUPERMODELLA

Un paio di giorni fa, a sorpresa, è stata la supermodella ed attrice britannica Cara Delevingne, 27 anni, a pubblicare sul proprio profilo Instagram (ha oltre 40 milioni di followers) una foto che la ritraeva seduta su una staccionata davvero molto familiare per i valdobbiadenesi: quella della famosa Osteria Senza Oste di Cesare De Stefani. Una visita a dir poco inaspettata quella della giovane diva, modella di punta di brand come Armani, Burberry, La Perla e Chanel oltre che affermata attrice. Una semplice vacanza o un’improvvisata location per una campagna pubblicitaria? I dubbi restano, lo scatto pubblicato sui social mette in evidenza il noto marchio della maison di moda francese Bailman: foto che in poche ore ha raggiunto oltre 1 milione e 400mila like. Pare poco probabile che non ci sia nessuna relazione tra il recentissimo riconoscimento Unesco e la presenza della modella, che potrebbe anche aver coniugato lavoro e svago sulle coline baciate dal sole nell’Alta Marca.

IL REGISTA E LA FIGLIA

Qualche giorno prima invece a visitare la core zone delle colline Unesco è stato niente meno che Francis Ford Coppola, classe 1939, regista di capolavori come “Il Padrino” e “Apocalypse now”. Come ci racconta Umberto Perenzin, titolare dell’Antica Osteria di via Brandolini nella frazione di Solighetto a Pieve di Soligo, il sei volte premio Oscar ha pranzato nel locale assieme alla figlia Sofia (anch'essa regista con un Oscar all'attivo) ed al loro interprete. Il regista, invitato a Venezia, ha deciso di concedersi una mattinata tra le vigne del Valdobbiadene.

Si tratta di un ritorno per il grande regista, già presente nella Marca dieci anni fa. «Siamo stati contattati dal loro autista, ci ha chiesto la possibilità di prenotare un tavolo per Francis Ford Coppola, chiedendoci il massimo del riserbo - racconta il ristoratore - ci è stato spiegato che alloggiava a Venezia, ma che nella mattinata avrebbe voluto visitare alcune cantine di Valdobbiadene, per cui si trovava nei paraggi. Dopo un attimo di incredulità da parte nostra, è arrivato assieme alla figlia. Si sono dimostrate delle persone riservate ma molto alla mano, senza particolari pretese, rispetto ad alcuni “vip” locali che ostentano la loro fama. Hanno mangiato alcuni piatti della tradizione locale e dopo poco più di un’ora, se ne sono andati» conclude Perenzin. Giovanni Zanon può vantare invece di aver ospitato Robbie Williams (ex Take That) nel suo hotel 5 stelle, l'hotel "Relais & Chateaux Hotel Villa Abbazia" di Follina. Proprio il titolare di quell’hotel che pochi giorni fa (e questo, sì, è un effetto sortito dalla nomina Unesco delle Colline del Prosecco) ha ammesso di aver ricevuto da un fondo fiduciario qatariota una maxi-offerta da 20 milioni di euro per cedere la propria attività a particolari condizioni.

L’EX TAKE THAT

«Mi è stato spiegato che essendo il nostro hotel parte di un noto marchio internazionale del lusso ed in piena core zone, era entrato nel mirino di questo fondo qatariota che come obiettivo ha quello di insediarsi nel direttivo di Unesco. Motivo per cui in questo periodo questo fondo, a detta del mediatore, sta acquistando diverse proprietà in ogni dove via sia posta la tutela a Patrimonio dell'Umanità». Offerta che, come da noi anticipato, Zanon ha rispedito al mittente, ma che sta dimostrando quali possano essere le potenzialità della nomina raggiunta lo scorso 7 luglio. Non solo paesaggio, ma anche vip e business: anche questo è effetto Unesco. —

Riccardo Mazzero

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