Il tasso di mortalità Covid per ogni Comune del Veneto secondo i dati ufficiali ISS e Istat

Tra il mese di febbraio e il 30 novembre 2020 sono stati diagnosticati dai Laboratori di Riferimento regionale 1.651.229 casi positivi di Covid-19, riportati al Sistema Nazionale di Sorveglianza Integrata dell’ISS entro il 20 dicembre 2020. Lo rivela il rapporto relativo impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente nel periodo gennaio-novembre 2020.
Dalla fine del mese di febbraio, rileva il rapporto, si è osservata una netta inversione di tendenza rispetto alla favorevole evoluzione della mortalità che aveva caratterizzato la stagione invernale 2019-2020. Nei mesi di marzo e aprile, contemporaneamente alla diffusione dell’epidemia di Covid-19 si è osservato un importante incremento dei decessi per il complesso delle cause rispetto al livello atteso sulla base della media del periodo 2015-2019.
Durante la prima fase dell’epidemia si sono contati oltre 211 mila decessi (da marzo a maggio del 2020), 50 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019, di cui oltre 45 mila relativi a residenti nel Nord del Paese. L’incremento nelle regioni del Nord ha fatto registrare quasi un raddoppio dei decessi nel mese di marzo (+94,5% rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019) e un incremento del +75,0% ad aprile.
Nel periodo giugno-settembre, in corrispondenza con la fase di transizione della diffusione dell’epidemia di Covid-19, si è osservata una riduzione della mortalità totale che ha portato, in tutte le regioni/province autonome, il numero dei decessi per il complesso delle cause registrati nel 2020 in linea con i valori di riferimento del periodo 2015-2019.
Viceversa, a partire dalla metà di ottobre 2020 diventano via via più evidenti gli effetti della Seconda ondata dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale. In termini assoluti si stima per i mesi di ottobre e novembre 2020 un aumento di decessi per il complesso delle cause di oltre 31 mila e settecento unità.
La seconda ondata, rileva il Report, si caratterizza a ottobre per un eccesso di decessi totali del 13% sia al Nord che al Centro-sud riscontrato, mentre nel mese di novembre si distingue nuovamente l’eccesso di mortalità del Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3) e al Sud (+34,7%).
Ancora, in molte regioni del Nord l’eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile: in Valle d’Aosta (+139,0% rispetto al +71,0% di aprile), in Piemonte (+98,0% a novembre rispetto al +77,0% di aprile), Veneto (+42,8% rispetto al +30,8% di aprile), e Friuli-Venezia Giulia (+46,9% vs +21,1%).
L’incremento dei decessi registrato a novembre è più basso di quello osservato in corrispondenza della prima ondata dell’epidemia solo in Lombardia (+66% a novembre rispetto al +192% di marzo e il +118% di aprile) e in Emilia-Romagna (+34,5% rispetto al +69% di marzo).
Per quanto riguarda le classi di età, lo scostamento della mortalità dall’andamento precedente al periodo in cui è iniziata l’emergenza è ben evidente a partire dal mese di marzo per le età superiori ai 49 anni e aumenta al crescere dell’età.
L’eccesso di circa 50mila decessi per il complesso delle cause riscontrato a livello nazionale per il periodo marzo-maggio 2020, rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019, è dovuto per il 72% all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più (36 mila e quattrocento decessi in più).
L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni spiega un altro 23% dell’eccesso di decessi in corrispondenza della prima ondata dell’epidemia di Covid-19; in termini assoluti l’aumento rispetto al dato medio 2015-2019 è di 11 mila e settecento decessi (che complessivamente in questa classe di età ammontano a poco meno di 53 mila).
Nei mesi di ottobre e novembre si osserva un fenomeno analogo, l’incremento complessivo dei decessi supera le 31 mila e settecento unità, di cui oltre 23 mila decessi in più nella classe di età da 80 anni in poi (che copre il 74% dell’aumento dei morti totali del bimestre). Per quanto riguarda la classe di età 0-49 anni, per quasi tutto il periodo considerato i decessi mensili del 2020 sono inferiori a quelli medi del 2015-2019, ad eccezione del dato di marzo e di novembre riferito agli uomini residenti al Nord, per cui si osserva un incremento rispettivamente dell’11% e del 4,9%.
Secondo l’Istat, il fatto che la mortalità della popolazione più giovane sia nel 2020 generalmente inferiore alla media del 2015-2019 si può spiegare considerando sia la minore letalità dell’epidemia al di sotto dei cinquanta anni, sia la riduzione della mortalità per alcune delle principali cause che interessano questo segmento di popolazione come quelle accidentali, per effetto del lockdown e del conseguente blocco della mobilità e di molte attività produttive.
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LA SITUAZIONE IN VENETO COMUNE PER COMUNE
La tabella qui sotto mostra i dati di tutti i Comuni del Veneto. Se volete sfogliarla, usate la freccia qui sotto a destra accanto alla voce "Pagina 1 di 29". Qui sotto a sinistra avete invece il campo con la lente di ingrandimento: è una comoda scorciatoia per verificare subito il dato di uno specifico Comune. La tabella divide i decessi in tre classi d'età e raffronta il quinquenno 2015-2019 rispetto all'anno in corso, sempre nel periodo tra marzo e ottobre.
Se sfogliate le schermate, vi accorgerete subito delle notevoli differenze tra comune e comune: ve ne sono molti che registrano incrementi notevolissimi rispetto al quinquennio mentre altri territori hanno registrato meno decessi nel periodo Covid rispetto ai cinque anni precedenti.
Avvertenza. La tabella, nell'indicare il raffronto tra il 2020 e il quinquennio precedente, non distingue tra morti Covid e morti "non Covid", e cioè prescinde dall'attribuzione del decesso a una o più cause. Nell'evidenziare il dato statistico, come specificato sopra, attribuisce l'aumento dei decessi all'incidenza del Coronavirus rispetto all'andamento statistico ordinario.
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