Il tempo antico nel Museo dell'Orologio a Chioggia

CHIOGGIA. Accadde quasi per caso. Diciotto anni fa il signor Aldo Bullo, maestro di scuola elementare, salì sulla torre accanto alla chiesa di Sant’Andrea a Chioggia e venne attratto dalla presenza del suo
orologio. Era lì a misurare il tempo da secoli, ma nessuno prima di allora si era mai chiesto quale fosse la sua storia.

«Aveva una meccanica così particolare, inviai delle fotografie ad alcuni esperti e iniziai a fare delle ricerche» racconta Bullo. Vecchi carteggi parlano di una riparazione nel 1424, il primo documento ritrovato risale invece al 26 febbraio 1386. «Ma l’orologio è sicuramente antecedente a quel periodo» assicura il docente.

Attorno al prezioso cimelio è nato il Museo dell’Orologio Torre di Sant’Andrea. Unico e raro, il manufatto è oggi in corsa per il primato di orologio da torre più antico al mondo e si contende il titolo con il “cathedral clock” di Salisbury.
L’allestimento è concepito in verticale, bisogna salire una novantina di scalini per arrivare in cima alla torre campanaria, ma in ognuno dei sei livelli ci si può fermare per una boccata di cultura. Piccole gallerie ripercorrono la storia locale fornendo interessanti nozioni.
Al primo piano immagini storiche, al secondo le mappe della città e della chiesa di Sant’Andrea dal 1520 in poi, al terzo gli ex-voto in argento dedicati alla Madonna dell’Addolorata, una raccolta di orologi da tasca e l’antica stola del cardinale chioggiotto Aristide Cavallari.

«Tra i pezzi più importanti abbiamo anche l’orologio di San Martino di Sottomarina del 1850, lo abbiamo fatto funzionare dopo un secolo che era fermo. E anche delle bussole a petrolio del 1800 e un’antica mappa araba del 1135, dove Chioggia viene chiamata dagli arabi “città dei fari”, le uniche luci nella notte che potevano guidare i naviganti.
Forse lo era anche la nostra torre dell’orologio, oggi di proprietà della parrocchia» sottolinea il professor Luciano Bellemo, esperto di storia locale e membro del comitato Torre di Sant’Andrea che cura il museo. Il cuore dell’esposizione è la macchina orologiaia che, fino al 1840, si trovava sulla torre del palazzo Pretorio di Chioggia. Si dice sia stata creata nell’officina di Giovanni Dondi ma gli studiosi non sono tutti concordi.

«La storia è complessa. L’orologio potrebbe essere stato originariamente collocato in un monastero, oppure provenire da Venezia in seguito alla caduta di un campanile, ma esistono diverse ipotesi al riguardo» spiega Bullo. Sta di fatto che l’anzianità dell’orologio chioggiotto potrebbe strappare il primato a Salisbury, per questo pochi giorni fa una commissione di esperti ha fatto visita alla torre di Sant’Andrea per studiare da vicino il manufatto.
«Si resta incantati a guardarlo ed è come tornare indietro nei secoli. Ha una sola lancetta per contare le ore, visto che una volta non servivano i minuti per suddividere le cose da fare in giornata» aggiunge Bullo.
Circondata da un grande sole con sedici raggi su sfondo blu, l’unica lancetta dell’orologio scatta sicura a ogni ora. Attirano l’attenzione anche i numeri del quadrante che non vanno da 1 a 24 bensì da 1 a 12 per poi ripetere nuovamente la stessa sequenza.

«La numerologia non è casuale. Le sedici punte del sole simboleggiano un numero magico, tipico degli orologi dell’epoca, che abbinavano astronomia e astrologia. Il nostro orologio non è l’unico, ad esempio quello della basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze ha sedici punte e addirittura una stella cometa» sottolinea il maestro.
Va ricercato nel Settecento, invece, l’arcano dei numeri nel quadrante che ripetono due volte la sequenza (1-12). La suddivisione ricalca lo schema francese imposto in Italia da Napoleone. Alcune città come Padova insorsero, mentre Chioggia ha tenuto quella numerazione fino ai giorni nostri. Ogni visita riserva aneddoti inaspettati.
«Mi viene in mente quando nel 1609 Galileo Galilei portò il suo cannocchiale sul campanile di San Marco e disse di aver visto Chiozza. Ma anche noi vediamo Venesia» conclude Bullo. È difficile staccare gli occhi dal panorama lagunare: bellezza senza fine.
Mezzi pubblici per raggiungerlo: Bus n. 1, 2, 6, 7
Orari di apertura: DOMENICA Mattina: 1° gruppo: 10.30 - 2° gruppo: 11.00 - 3° gruppo: 11.30. Pomeriggio: 1° gruppo: 16.30 - 2° gruppo: 17 - 3° gruppo: 17.30
Chiuso dal: Lunedì
Chiuso al: Sabato
Informazioni Aggiuntive: Per informazioni e visite durante la settimana:
Tel. 041 400757
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