In manette Astaldi, presidente di Condotte

VENEZIA. Ancora guai giudiziari, stavolta indiretti, per il Consorzio Venezia Nuova. Con l’accusa di corruzione è stato arrestato in Sicilia Duccio Astaldi, da dieci anni presidente di Condotte spa, uno dei maggiori azionisti del Consorzio del Mose. Astaldi si è dimesso ieri, e la società informa che «continua la sua operatività». «Atti già vagliati dalla giustizia amministrativa», si legge in una nota. Condotte è l’impresa che deve occuparsi dei lavori alla bocca di porto di Chioggia, non ancora conclusi. Potrebbe trattarsi dell’ennesima tegola sul cammino del Mose, grande opera che stenta ad arrivare a conclusione. Così tutte le maggiori imprese azioniste del Consorzio sono state interessate da provvedimenti giudiziari di una certa gravità negli ultimi anni.
Arrestati i vertici della Mantovani con Piergiorgio Baita, poi Alessandro Mazzi di Grandi Lavori Fincosit, fino al presidente del Consorzio Giovanni Mazzacurati. E ora Condotte. Una rete di illegalità che insieme ai guasti tecnici e alle criticità irrisolte è una delle concause ritardi nei lavori.
Adesso si è aggiunta anche la mancanza di crediti. Per la seconda volta la gara per trovare un istituto bancario disposto a concedere il mutuo da 150 milioni di euro, e dunque ad anticipare i finanziamenti per il proseguimento dei lavori, è andata deserta. Sorpresa e incertezza al Consorzio. Dove non capiscono quali possano essere le cause di questa «fuga». Forse il brand che non più competitivo e attraente, forse il timore di nuovi guai.
Fatto sta che adesso i rubinetti sono chiusi. Mentre restano aperti i contenziosi tra Consorzio e le imprese azioniste. E anche le incertezze sul malfunzionamento delle cerniere e la corrosione dei materiali sott’acqua.
Un quadro complesso, su cui si inserisce ora anche la polemica per l’uso dell’Arsenale. In base a progetti redatti ai tempi di Mazzacurati e Patrizio Cuccioletta, l’area Nord dell’antico Arsenale deve essere adibita a deposito per le paratoie, a centro per la loro manutenzione. Opera imponente, con la lavorazione di una grande paratoia una volta al mese, che va rimossa dai fondali , trasportata in Arsenale, verificata e verniciata, poi riportata in sito.
Adesso, nonostante le tante opposizioni al progetto, stanno per essere affidati i lavori per la costruzione di un nuovo edificio che dovrà ospitare la manutenzione delle paratoie. Un’ipoteca pesante sul futuro dell’intero Arsenale, mentre a Marghera sono tante le aree libere e disponibili in zona industriale.
Numerosi i contatti fra le associazioni da una parte, il Provveditorato alle Opere pubbliche e il Consorzio dall’altra. Ma l’iter è avviato. «Abbiamo inviato una lettera al sindaco, al Provveditore e al Consorzio», spiegano Marco Zanetti e Stefano Boato, «per chiedere un intervento urgente. Nel silenzio di tutti gli enti che se ne dovevano occupare (Provveditorato alle Opere pubbliche, Consorzio Venezia Nuova e e Comune, ma anche Soprintendenza e Regione) l’opera va avanti. In una direzione che noi riteniamo sbagliata».
Alberto Vitucci
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