In un paesino della Marca trevigiana c'è l'Atelier della Barbie

PORTOBUFFOLE' (TREVISO). C’è la Barbie tutta pizzi e crinoline in stile Maria Antonietta, quella “italiana” vestita con il Tricolore, la versione soldatessa che ricorda la storica apertura dell’Esercito alle donne, quella canterina in abiti di scena e la versione astronauta, pronta ad andare nello spazio.
Benvenuti nell’Atelier della Barbie, la mostra permanente allestita nelle ex scuole elementari di Portobuffolè in provincia di Treviso. Una collezione incredibile, realizzata con ago, filo e fantasia da Grazia Collura, 85enne genovese, che finora ha confezionato più di ottomila vestitini per bambole, donando buona parte del suo archivio al Comune.

Deliziose creazioni per altrettante “modelle” pronte a diventare testimonial della contemporaneità ma anche esempio positivo per migliaia di bambine in tutto il mondo. Barbie è «una ispirazione costante, simbolo di energia e di vita» l’ha definita lo stilista Christian Lacroix.
Molto più di un giocattolo, a tutte le latitudini racconta l’evoluzione del gusto e dello stile, ma parla anche di emancipazione femminile da giovane donna che può vestire i panni di una manager o di una scienziata, così come quelli di una diva o di una principessa. Il suo fisico perfetto ha destato qualche critica in passato, ma ora non più: Barbie incarna i desideri e le ambizioni.

Grazia Collura, 85 anni, radici a Genova ma cuore a Treviso, dove si è trasferita per stare vicino alla figlia, è una vera forza della natura. La sua è una lunga storia, rispolverata una quindicina d’anni fa quando ha ritrovato decine di abiti confezionati in gioventù per sua figlia. Non capi qualsiasi, ma capolavori in miniatura, per vestire le Barbie. Così le venne l’idea di riprendere quel fantasioso guardaroba e di allargarlo a dismisura. L’attenzione per i dettagli è maniacale e trova spunto dalle riviste di moda, di cui conserva centinaia di ritagli, interi faldoni, dalle immagini degli abiti commercializzati da Mattel negli anni Settanta, fotografie d’epoca e libri storici.
La bravura non è solo nel cartamodello e nel taglia e cuci, ma nel saper lavorare con pochi centimetri di tessuto per trasformarli in capo da gran sera o da sposa. «Mi sono fatta il mausoleo» ama ripetere Grazia, lei che non ha mai fatto la sarta eppure riesce a fare miracoli per vestire Barbie.

Sempre al passo con i tempi, da Ava Gardner a Lady Gaga. Nel mezzo tre generazioni, gli stessi sogni di eleganza e bellezza femminili. «Imitare ricami e decorazioni raffinate in dimensioni ridottissime è tutt’altro che facile» ha dichiarato Grazia, quando nel 2017 lanciò un’originale collezione di abiti nuziali dedicati ai matrimoni reali. Spiccano tra tutti le riproduzioni di istanti celebri, come il sì di Carlo e Diana.
E ancora gli omaggi alle star di Hollywood come Audrey Hepburn sullo sfondo di Colazione da Tiffany e allo charme di Jacqueline Kennedy. «Ho studiato a fondo la storia di Barbie» conclude Grazia «è la mia modella, ho voluto conoscerla bene».
Atelier della Barbie. La collezione-museo
Ex scuole elementari in via Contratti Portobuffolè (Tv)
Apre la seconda domenica del mese (giornate del mercatino dell’antiquariato)
0422 850020; ufficioturistico@comune.portobuffole.tv.it
Ingresso libero
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