In Veneto da settembre esami di notte in ospedale

Gli ambulatori diagnostici aperti dalle 20 alle 24 quattro volte la settimana: eseguiranno Tac, risonanze e mammografie

VENEZIA. Ospedali veneti aperti di notte, dalle 20 alle 24, almeno quattro volte alla settimana (lunedì, mercoledì e nei giorni prefestivi e festivi) allo scopo di accorciare i tempi delle prestazioni diagnostiche - tac, risonanze magnetiche e mammografie, in primis - tuttora eccessivi rispetto agli standard indicati dal ministero della salute.

Una novità rilevante, decisamente impegnativa per la sanità pubblica, quella annunciata dal governatore Luca Zaia a partire dal prossimo primo settembre. «Una rivoluzione epocale», nelle parole del governatore «e un grande segnale che diamo a cinque milioni di veneti grazie al contributo di tutti, a cominciare dai lavoratori che hanno dimostrato come i momenti di crisi offrono l’occasione di fare comunità. Aprire gli ambulatori dopo cena significa evitare ai pazienti code, problemi di parcheggio, permessi lavorativi: a noi sta a cuore la gente comune, i privilegiati non hanno di questi problemi». «È un anno che lavoriamo a questa delibera», ha aggiunto «la giunta l’ha approvata il 12 marzo ma l’abbiamo “secretata” fino ad oggi per non creare tensioni in attesa dell’accordo con la sanità privata». Al suo fianco l’assessore Luca Coletto: «L’idea è che l’ospedale si dedichi di giorno ai malati acuti e di notte al territorio, più si usano i grandi apparecchi, prima si ammortizzano i loro costi e se ne comprano di nuovi. È un circolo virtuoso che il Veneto, per primo, intende avviare». Ma introducendo turni supplementari serali-notturni (già sperimentati peraltro a Venezia, Mestre e San Donà di Piave) comporta un aumento di spesa. Come finanziarlo in tempi di crisi? «Per questo progetto la Regione ha stanziato 25 milioni di euro su base annua», puntualizza il segretario generale Mantoan «ogni direttore generale, nella sua autonomia, deciderà come riorganizzare il lavoro nella propria Ulss, nel rispetto dei contratti aziendali»; «Nei limiti di costo che ci siamo dati», ha concluso «valuteremo con assoluta priorità anche la necessità di nuove assunzioni. Ulteriori macchinari? Attingeremo al fondo di 70 milioni destinato al turn over delle apparecchiature».

Nell’occasione, la Regione ha convocato a Venezia i manager al gran completo: direttori generali, amministrativi, sanitari e sociali delle 24 aziende sanitarie ai quali è stato chiesto un impegno particolare per superare problemi e resistenze: «Avete le leve gestionali ed economiche del sistema», il messaggio del governatore «agite in totale indipendenza aggredendo le sacche residue di inefficienza». Le innovazioni, comunque, non si limiteranno alla diagnostica, prevedendo anche la nomina di un “Cup manager” incaricato di monitorare l’andamento delle prenotazioni e di segnalare eventuali anomalie, sia nei tempi di risposta che nella prescrizione degli esami; ancora: c’è l’impegno a farsi carico dei pazienti operati attraverso una “tabella di marcia” (concordata tra le diverse Ulss di competenza) che pianifichi - ad esempio - l’intervento chirurgico, le cure successive, la riabilitazione, i controlli.

«Siamo a un cambio di mentalità totale», ha concluso Zaia «ai cittadini chiediamo di darci una mano, perché organizzare tutto all’inizio non sarà facile, ma il nostro pensiero va a quanti, oggi, hanno problemi salute e sono costretti ad attendere troppo per una visita».

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