Intervento chirurgico da record, rimossi un cancro e 45 metastasi

Un uomo di 45 anni affetto da carcinoma rettale e metastasi epatiche diffuse è stato salvato grazie a un intervento chirurgico pionieristico all’ospedale di Cittadella: ecco cosa è successo

Silvia Bergamin
L’equipe medica che ha salvato l'uomo
L’equipe medica che ha salvato l'uomo

Un uomo di 45 anni, affetto da carcinoma rettale con ben 45 metastasi epatiche che coinvolgevano circa l’80% del fegato, è stato salvato grazie a un intervento chirurgico innovativo e di straordinaria complessità, eseguito all’ospedale di Cittadella.

Questo approccio multidisciplinare ha permesso di rimuovere sia il tumore primario sia tutte le metastasi, garantendo al contempo la rigenerazione del fegato residuo. Dopo soli 15 giorni di degenza, il paziente – residente a San Giorgio in Bosco – è stato dimesso martedì, potendo così trascorrere il Natale a casa con la sua famiglia.

L’intervento 

Al centro di questo intervento pionieristico c’è l’applicazione della tecnica Alpps (Associating liver partition and portal vein ligation for staged hepatectomy), una procedura tra le più avanzate nel campo dell’epatologia, che ha rivoluzionato il trattamento di patologie epatiche estremamente complesse.

L’operazione, coordinata dal dottor Alfonso Recordare, direttore dell’équipe chirurgica (in foto), si è sviluppata in due fasi fondamentali.

Durante la prima fase, il fegato è stato parzialmente separato per mantenere la funzionalità della parte sana, stimolando al contempo una rapida rigenerazione del tessuto epatico.

Questo processo è stato ulteriormente potenziato dall’intervento dei medici Alberto Stellato e Mirko Lazzarin, specialisti della Radiologia Interventistica dell’ospedale di Camposampiero.

La sala operatoria 

In sala operatoria, i due medici hanno effettuato un’embolizzazione selettiva dei rami segmentari del ramo portale destro, favorendo così un’ipertrofia accelerata della porzione di fegato sana.

Grazie a questa strategia, la seconda fase dell’intervento è stata realizzata dopo meno di dieci giorni, un risultato straordinario rispetto ai tempi richiesti dalle tecniche tradizionali, che possono superare le sei settimane.

Durante questa fase, è stata asportata la parte malata del fegato, ormai sostituita dal tessuto rigenerato.

«Con la tecnica Alpps, possiamo ottenere un’ipertrofia epatica in tempi incredibilmente brevi, riducendo il rischio di progressione della malattia e di insufficienza epatica», ha spiegato Recordare.

Il caso del paziente di Cittadella, colpito da metastasi che avevano invaso quasi completamente il fegato, rappresentava una sfida chirurgica eccezionale.

La complessità della situazione richiedeva non solo la rimozione del tumore rettale, ma anche un approccio chirurgico radicale per eliminare tutte le metastasi epatiche, garantendo al contempo la sopravvivenza della porzione di fegato residuo.

Perché è stato un successo

Il successo dell’intervento è stato possibile grazie alla sinergia tra diversi specialisti, che hanno lavorato in maniera coesa per superare le numerose sfide cliniche.

Gli anestesisti, guidati dal dottor Guido Di Gregorio, hanno adottato protocolli avanzati per garantire la stabilità emodinamica durante entrambe le fasi dell’intervento.

Gli esperti di imaging, grazie a tecnologie all’avanguardia, hanno fornito un supporto indispensabile per la pianificazione chirurgica, mentre i professionisti dell’emodinamica e della coagulazione hanno gestito con estrema precisione il delicato equilibrio tra rigenerazione epatica e resezione tumorale.

«Questo tipo di approccio, benché complesso, rappresenta una concreta opportunità terapeutica per pazienti attentamente selezionati», ha sottolineato il dottor Recordare.

«Non vogliamo alimentare false speranze: la tecnica Alpps non è applicabile in tutti i casi, ma quando le condizioni lo permettono, offre risultati straordinari». 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova