Istanza per il ritorno del giudice che voleva il processo a Zonin

Csm e governo stanno valutando il rientro in magistratura dell’ex gip vicentino Cecilia Carreri Nel 2002 si oppose all’archiviazione Bpvi, poi lasciò la toga e scrisse un libro sull’inchiesta 
Cecilia Carreri
Cecilia Carreri
VICENZA. Era il 2001 quando la magistratura berica si occupò di Banca Popolare di Vicenza e l’allora gip Cecilia Carreri, convinta ci fosse malagestio, si oppose con decisione all’archiviazione dell’inchiesta sostenendo la necessità di processare il potentissimo presidente Gianni Zonin. Inutilmente. L’indagine si chiuse senza reati e senza colpevoli e nel 2008 il giudice lasciò la magistratura dopo l’accusa di assenteismo, di aver partecipato a una traversata oceanica mentre era in malattia. Il magistrato si è sempre difeso sostenendo che compì quell’impresa durante le ferie regolarmente concesse; la sua convinzione è che la bufera che l’investì fosse da collegare al suo essere giudice scomodo.


Ora che è successo quello che è successo, che la banca è colata a picco insieme ai risparmi delle famiglie venete e che gli ex amministratori sono finiti alla sbarra accusata di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza - in sostanza di aver fatto affondare la Popolare - Cecilia Carreri potrebbe tornare a indossare la toga. All’esame del ministero della Giustizia e del Consiglio Superiore della Magistratura, c’è infatti una richiesta di rientro in servizio inoltrata lo scorso ottobre. La pratica è stata istruita e già entro la fine del mese la Quarta Commissione del Csm potrebbe decidere sulla base delle osservazioni del governo. Allegate all’istanza ci sono decine di lettere di sostegno a Carreri. Si tratta di persone che hanno letto il libro del magistrato “Non c’è spazio per quel giudice - Il crack della Banca Popolare di Vicenza”, un lavoro che racconta i passaggi, le difficoltà, i retroscena della prima inchiesta su Bpvi.


«Ho avuto tante manifestazioni di solidarietà e di incitamento a riprendere la toga», spiega il giudice con riferimento a un suo possibile ritorno in tribunale, riservandosi di intervenire in modo più diffuso dopo la decisione del Csm. Certo è che il primo giorno dell’udienza preliminare contro Bpvi e i suoi ex vertici, all’esterno del tribunale, c’erano risparmiatori con i cartelli che caldeggiavano un rientro in servizio di Cecilia Carreri. Una scena decisamente inedita: probabilmente è l’unico caso in Italia in cui i cittadini chiedono, con tanto di cartelloni, il ritorno di un magistrato. La decisione del Consiglio Superiore della Magistratura è molto delicata, destinata ad avere riflessi importanti. Carreri, intanto, sta lavorando a una versione aggiornata del suo libro. Un lavoro da cui emerge come il caso Bpvi potesse essere intercettato già 17 anni fa. «Quando mi occupai della Banca Popolare di Vicenza come giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vicenza emergeva già la situazione finita sotto inchiesta nel 2001», ha dichiarato il magistrato in un’intervista al nostro giornale, «A quell’epoca, era il 2001, la Banca d’Italia aveva fatto un’ispezione dagli esiti molto negativi sulla Banca, denunciando fatti gravi e di rilevanza penale nella gestione».


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