La Cassazione stoppa il ricorso della Procura
Cappelleri aveva impugnato il decreto del gip sui sequestri. Ma per l’Alta Corte è inammissibile

VICENZA. Inammissibile. La Cassazione ha bocciato il ricorso della Procura contro il provvedimento del giudice vicentino che nel maggio scorso aveva disposto i sequestri per 106 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sulla Banca popolare di Vicenza, ma aveva disposto la competenza territoriale a Milano. Ora, pertanto, i sequestri tornano in auge, ma restano sospesi: c’è da attendere un’altra decisione della Cassazione, proprio quella sulla competenza del reato di ostacolo alla vigilanza Consob: Milano o Vicenza? L’udienza è in programma fra un mese.La questione giuridica, assai tecnica. In gennaio la procura, che di recente ha chiesto il rinvio a giudizio di Gianni Zonin e degli altri ex vertici della Popolare, aveva chiesto di sequestrare direttamente e per equivalente 106 milioni alla Bpvi, all’ex direttore generale Samuele Sorato e al vice Emanuele Giustini, per aver ostacolato Consob. In maggio, il giudice Barbara Maria Trenti aveva accolto la richiesta per i sigilli “diretti”: Procura e Finanza avrebbero perciò dovuto eseguirli in fretta, e trasmettere gli atti entro 20 giorni a Milano. Il procuratore Antonino Cappelleri non aveva però eseguito la misura, ritenendo il provvedimento “abnorme”, cioè “fuori dall’ordinamento giudiziario”: un errore, ordinare i sequestri ma dichiararsi incompetente per territorio. Niente sigilli dunque, ma una valanga di polemiche per lo scontro fra Procura e gip che avevano portato anche a disporre una vigilanza a carico del giudice. Di recente, parlando alla Commissione parlamentare d’inchiesta, Cappelleri aveva sottolineato che ormai i sequestri valgono solo sulla carta, perché nel frattempo la Bpvi, per decreto del governo, è stata posta in liquidazione coatta amministrativa. La bad bank non ha più un euro, e Intesa Sanpaolo, che ha acquisito la god bank, «è esente» dalle pretese giudiziarie.
Nella tarda serata di lunedì la quinta sezione penale dei giudici supremi ha ritenuto «inammissibile» il ricorso della Procura; il provvedimento del giudice quindi ha valore. Prima di eseguirlo - o di tentare, vista la situazione -, però, è necessario che gli ermellini stabiliscano anche chi deve procedere, a livello di autorità giudiziaria. Anche perché, comunque, quell’ordinanza che non è stata eseguita è decaduta, e ne servirà un’altra. Il guazzabuglio giuridico, come venne definito nei mesi scorsi, prosegue.
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