La grande festa delle 35 mila penne nere

La città invasa dagli alpini, tre giorni di orgoglio: quasi un’adunata nazionale. E la “notte verde” con i negozi aperti
Di Roberto Curto
iL RADUNO DEGLI ALPINI A FELTRE
iL RADUNO DEGLI ALPINI A FELTRE

FELTRE. È un’onda verde che non travolge, ma ti avvolge. In 15 mila sfilano fieri, gli altri 20 mila applaudono e riempiono il centro in una festa di popolo che ieri ha toccato il suo apice. In tutto 35 mila presenze. Il raduno triveneto degli alpini lascia un segno sull’estate feltrina.

Quando ieri mattina il cielo azzurro ha tolto l’ultima variabile legata al meteo si era già capito che la giornata sarebbe finita in gloria. Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli e Venezia Giulia tutti egregiamente rappresentati. Anche un presidente navigato come il feltrino Carlo Balestra stenta a trattenere l’emozione: «Il complimento più bello», commenta a caldo, «me l’ha fatto il presidente nazionale Corrado Perona che mi ha detto “mai visto un raduno Triveneto così, sembra un’adunata nazionale”. Siamo riusciti a mettere insieme tutte le componenti della città e la risposta è stata eccellente. E soprattutto siamo riusciti ad andare oltre a ciò che abitualmente è un raduno triveneto riempiendo di iniziative anche il venerdì e il sabato sera dove secondo me si sono viste almeno quattro, cinquemila persone».

I preparativi sono cominciati all’alba. L’afflusso di autobus e auto private ha rischiato di mandare in tilt la viabilità in accesso. La pianificazione dei parcheggi ha limitato i disagi e solo pochi minuti dopo l’orario fissato, la sfilata è cominciata da viale Farra con l’apertura affidata agli sbandieratori Città di Feltre ad annunciare la sfida per il Palio che si svolgerà fra due settimane. Gonfaloni, bandiere, vessilli in rappresentanza di enti, associazioni combattentistiche e d’arma con la gradita presenza dei ragazzi della scuola della protezione civile e della mini naja.

Applausi per tutti. Da viale Farra fino a Campo Giorgio è un muro umano che si ingrossa mano a mano che ci si avvicina al centro. Le note di bande e fanfare si mescolano con gli applausi che vanno a braccetto con gli incitamenti. Un saluto speciale alle delegazioni straniere. Friuli, Trentino Alto Adige e Veneto. Questo l’ordine con cui le sezioni affrontano i quasi tre chilometri della sfilata. L’ammassamento è in Birreria Pedavena, il corteo si scioglie in prossimità di borgo Ruga. Molte sezioni sono precedute da striscioni con richiami al dare e fare per gli altri e all’unità. Telefonini e macchine fotografiche scattano immagini a raffica per conservare il ricordo di questa mattinata memorabile.

L’ultimo atto della cerimonia è rendere l’onore al labaro nazionale e ai gonfaloni. Ci pensa il drappello del 7° Reggimento giunto da Belluno per l’occasione.

L’invasione è stata preceduta venerdì e sabato da una serie di eventi di contorno che hanno creato il giusto clima di attesa e creato una bella intesa tra i feltrini e le penne nere. Molto ben riuscita la “notte verde” di venerdì dove le esibizioni dei cori alpini hanno fatto il paio con i negozi aperti. Ed è andato benissimo anche il sabato con gli alpini già arrivati in città ad affollare il centro. Un clima gioioso proseguito anche dopo con i diversi gruppi che hanno scelto dove consumare il pranzo con ampio spazio per le “frasche” gestite direttamente dall’Ana nonché per bar e ristoranti della città che hanno proposto menù dedicati. Ha strappato un sorriso a tutti il piccolo bersagliere che ha sfilato cercando di tenere il passo degli adulti e fa notizia che al posto medico in piazza Isola uno solo sia stato dovuto all’eccesso di alcol.

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