La guida ai risparmi d’autunno, dalla luce al mutuo sino alla spesa di tutti i giorni
La corsa ai ripari è affannosa, assediati in un quadro di difficoltà che rimbalzano impietose dai numeri. E non solo gli importi delle bollette di luce e gas, ma anche quelli delle statistiche, delle indagini sociali, dei consuntivi periodici. Due esempi: una ricerca Nomisma dimostra che il il 65% delle famiglie italiane giudica il proprio reddito non più adeguato a far fronte alle necessità primarie.
E se delimitiamo il campo delle utenze attingendo all’attività di Arera - l’Autorità di regolazione dell’energia che ha il compito di tutelare gli interessi dei consumatori per la fornitura di luce, gas e acqua - scopriamo che il bonus sociale oggi viene garantito a oltre tre milioni di nuclei familiari: prima dell’automatismo, scattato nel 2021, erano 700 mila.
Gli impianti collettivi
Le contromisure - oltre a quelle per mitigare i costi delle bollette in vigore dal primo trimestre 2022 e al decreto per ridurre i consumi che ci attende al varco - sono concentrate sul versante della produzione alternativa, ideale punto di incontro fra transizione ecologica e abbattimento delle spese, anche approfittando delle opportunità di sostegno economico e fiscale.
Il crocevia è il fotovoltaico diffuso, l’evoluzione si chiama comunità energetica, realtà nella quale gruppi di cittadini - che siano gli abitanti di un palazzo o di un’intera via - uniscono le forze per produrre energia elettrica “fai da te” e risparmiare.
Molto più di un’ipotesi, non ancora una realtà consolidata, per quel brutto vizio tutto italiano di fare le leggi e lasciare per strada i decreti che ne consentono l’applicazione.
Siamo in ritardo, ma con la garanzia del ministero che il traguardo non diventerà una beffa. E per farsi trovare pronti, meglio conoscere le regole.
Utenze e trasparenza
C’è poi un’altra novità che ci attende nelle prossime settimane e che è bene approfondire nel dettaglio per far valere diritti che troppe volte vengono ignorati: dal 1° ottobre cambia il metodo di calcolo dei costi del gas in bolletta per le utenze domestiche nel mercato di maggior tutela.
E vengono rafforzati nuovi obblighi di trasparenza per i venditori, che si aggiungono al divieto fino al 30 aprile 2023 di modificare unilateralmente i contratti di fornitura di elettricità e gas.
Non un argine che rende il consumatore inattaccabile da ora e per sempre, ma comunque una forma di riparo in una tempesta di cui non si intravede la fine. Da fare, però, resta ancora molto.
Massimo Righi
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L’alternativa
Comunità energetica, fotovoltaico di gruppo per spendere meno
Come farsi trovare pronti nel momento in cui i decreti attuativi daranno il via libera agli impianti di pannelli solari condivisi per produrre energia e metteranno in moto gli incentivi
Sono due miliardi e duecento milioni di euro i fondi previsti, al punto 1.2 dell’obbiettivo M2C2 del Pnrr, destinati alla promozione delle energie rinnovabili, realizzati con le comunità di energia rinnovabile e l’autoconsumo.
Mancano solo due provvedimenti attuativi. Arera, l’Autorità di regolazione dell’energia reti e ambiente, ha terminato il 9 settembre la consultazione pubblica sul provvedimento che, secondo l’articolo 32, comma 3, del decreto legislativo 199/2021, stabilirà le modalità di interazione con il sistema energetico esistente.
Al Mite, il Ministero per la transizione ecologica, stanno lavorando per la regolamentazione degli incentivi, come previsto dall’articolo 8 dello stesso decreto legislativo ed entro dicembre ci saranno i provvedimenti operativi, anche per la necessità di rispettare i limiti indicati dal Pnrr.
I termini di legge, fissati al 15 marzo per Arera e al 13 giugno per il Mite, sono del resto ampiamente trascorsi. È quindi il momento di conoscere le opportunità offerte, per mitigare, prima possibile, l’enorme aumento dei prezzi dell’energia.
Modalità risparmio
Gli incentivi già in vigore nel periodo di sperimentazione, a cui si può da subito aderire, premiano l’autoconsumo istantaneo, realizzato anche con i sistemi di accumulo. Si riduce la necessità di produzione centralizzata, la dipendenza energetica dalle importazioni, l’emissione di anidride carbonica, uno dei fattori principali degli scompensi climatici.
Le persone che abitano in uno stesso palazzo possono scegliere di mettersi insieme per risparmiare. In un edificio, si può fare con i gruppi di produzione e consumo. In scala più vasta, con le comunità energetiche realizzate tra chi è allacciato per ora alla cabina secondaria: dopo il provvedimento attuativo del Mite, sarà alla cabina primaria.
Il numero di utenti diventa così veramente rilevante, se si pensa che tutta Milano è alimentata da sole dieci cabine primarie. Più si è, maggiore è la possibilità che tutta l’energia prodotta sia immediatamente consumata e quindi ne occorra meno per il sistema Paese.
Al momento l’unico strumento utilizzabile è il fotovoltaico, ma il decreto ministeriale indicherà anche le altre fonti di energia autoprodotte, purché rinnovabili.
L’impianto deve essere nuovo per ottenere l’incentivo e può essere realizzato sul tetto o sulle pertinenze, un piazzale ad esempio. Nella norma a regime sarà invece possibile includere nella comunità il 30% di impianti vecchi destinati ad ampliamento.
Dalla teoria alla pratica
Ci vuole un gruppo. In un condominio possono essere i proprietari i primi promotori. Nella via un comitato o un’associazione, anche ad esempio della bocciofila o della parrocchia, qualsiasi attività commerciale o le industrie del territorio purché non energetiche.
Per il condominio si decide in assemblea, redigendo il verbale, per il gruppo di via o di comprensorio, occorrerà costituire un ente, nella forma più semplice un’associazione senza scopo di lucro; in quelle più complesse una cooperativa o una società.
L’atto costitutivo o lo statuto dovranno rispettare i limiti di legge: la finalità non lucrativa con la possibilità che parte degli incentivi siano destinati a fornire agli associati altri servizi che possono essere relativi anche al miglioramento dei territori, oltre che al finanziamento dell’installazione degli impianti di energia rinnovabile.
Nei provvedimenti attuativi ci sarà la possibilità che la comunità sia costituita da produttori e/o consumatori non solo di energia da pannelli fotovoltaici, ma anche da biomasse, da eolico, geotermico o altre forme di produzione.
Oltre gli ostacoli
Se l’edificio è vincolato, occorre chiedere l’autorizzazione dell’ente titolare. Altrimenti l’intervento è in edilizia libera, così stabiliscono il decreto Energia 17/2022, articoli 9 e 10, e il decreto del Mite di agosto.
Per attivare l’impianto basta il modello unico semplificato consegnato al proprio gestore. Dal 7 luglio ci sono nuove regole di prevenzione incendi, diverse per edifici inferiori o superiori ai 24 metri, con obbligo, nell’ultimo caso di avere la Scia redatta da un professionista.
Con il provvedimento del Mite dell’11 agosto, con 10 euro a pannello, vanno pagati i costi dello smaltimento. Le regole in condominio sono definite dall’articolo 1122 bis del Codice civile.
Gli impianti destinati alle singole unità abitative non sono soggetti ad autorizzazione. In caso di modifica delle parti comuni, l’assemblea, a maggioranza dei due terzi dei millesimi, può prescrivere avvertenze per la stabilità, la sicurezza e il decoro architettonico.
A chi rivolgersi
Professionisti, imprese, società di consulenza, gestori energetici realizzano lo studio preliminare. Lo schema di funzionamento - riassunto in 12 punti nel grafico a fianco - garantisce grandi libertà, che bisogna fare attenzione non diventino difficoltà.
Dopo un anno si effettua le ripartizione di quanto il Gestore dei servizi energetici paga alla comunità. Gli incentivi saranno commisurati secondo uno schema semplice: verrà pagata l’energia che sarà stata conferita al Gestore al prezzo concordato e che sarà stata prodotta dall’impianto per ogni ora in aggiunta a quella consumata dagli aderenti alla realtà.
È l’atto costitutivo del gruppo o comunità a stabilire come si ripartisce quanto si riceve. Se la regola non sarà ritenuta conveniente e la gestione non sarà efficiente, l’utente potrà in ogni tempo decidere di uscire dalla comunità. Quanto mi costa e cosa ricavo sono le domande di ciascun possibile aderente. Risposte e garanzie del referente prescelto devono essere certe e controllabili, perché gruppi e Comunità energetiche possano davvero diffondersi.—
Glauco Bisso
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La novità
Bollette, le regole dal 1° ottobre: più trasparenza su tariffe e diritti
Ecco tutte le tutele e il sistema per ottenerle. Ma attenzione: non basta una mail. Qui di seguito, passo passo, come fare
Nuovo metodo di calcolo dal 1° ottobre del prezzo del gas per gli oltre sette milioni di utenti che aderiscono al mercato tutelato dall’Arera.
Il riferimento non sarà più la media trimestrale dei prezzi che si formano nel Ttf, Title Transfer Facility, il mercato olandese del centro Europa, ma quella dei prezzi all’ingrosso italiano che sono definiti mensilmente nel Psv, il Punto di Scambio Virtuale.
L’adeguamento a tre mesi alle variazioni del prezzo di mercato avrebbe comportato per il consumatore il rischio di pagare di più quello che già costa meno.
Per il fornitore il default di non essere in grado di fornire il gas per averlo venduto a un prezzo troppo basso. Per il sistema e a spese di tutti, la necessità di far intervenire in soccorso altri operatori, scelti da Arera, per evitare che qualcuno resti senza energia.
Il nuovo sistema di indicizzazione non comporta grandi sconvolgimenti per il consumatore: nella serie storica dei prezzi mensili a confronto il Psv è più in alto alcuni mesi, ma viene superato dal Ttf in altri. E la modifica impatterà comunque solo per poco. Se non ci saranno proroghe, il mercato tutelato del gas finisce con gennaio 2023, a differenza di quello dell’energia elettrica, che durerà sino al gennaio 2024. Arera ha segnalato la necessità dell’allineamento delle date, per evitare problemi di confusione nella comunicazione commerciale.
Se le bollette emesse dovessero essere rettificate, il venditore ha l’obbligo non solo di darne informazione in fattura, ma anche in un’apposita sezione sul proprio sito web. Se aumenteranno i prezzi dovranno spiegare il motivo e i metodi di calcolo rivisti. Costituito il tavolo di lavoro emergenziale con le associazioni dei consumatori per rendere efficace l’informazione.
Le altre tutele
Per le bollette di luce e gas è stata sospesa dal decreto Aiuti bis, sino al 30 aprile 2023, la modifica unilaterale dei contratti da parte dei venditori, comunicata anche con preavviso antecedente al decreto, salvo che le modifiche siano già in atto.
Ulteriori garanzie per il consumatore si trovano in dettaglio nell’Atlante per il consumatore sul sito di Arera. Anche se saranno integrate, dopo il giugno 2024, da quanto previsto dalla Direttiva europea 944/2017, recepita nel Decreto legislativo 210/2021, attuata da Arera con la deliberazione 121/2022, sono tutte già efficaci.
Riguardano il contratto, la fornitura, la bolletta e i diritti e le tutele dell’utente. Il contratto deve contenere durata e rinnovo, il prezzo e le sue variazioni, ogni onere ulteriore, il deposito cauzionale, le modalità di fatturazione anche in base alla stima, la domiciliazione, i termini e le modalità di pagamento, le penali o gli interessi di mora.
E ancora: come richiedere le verifiche tecniche del contatore e le procedure di conciliazione, obbligatoria prima di agire in giudizio, presso Arera o gli organismi iscritti nell'elenco Adr dell'Autorità, o presso le Camere di Commercio aderenti. Attivo presso Arera lo Sportello per il consumatore per risolvere problemi che non sono stati superati dal reclamo scritto inviato al Gestore.
Non basta una mail
Sino a quando non entreranno in vigore le semplificazioni previste dalla direttiva Ue, ogni venditore potrà disciplinare in contratto come potranno essere inviati i reclami. Obbligo di risposta se nella richiesta sarà indicato nome e cognome del cliente, indirizzo di fornitura, indirizzo postale o e-mail e il servizio al quale si riferisce il reclamo.
Il contenuto della risposta dovrà essere conforme alle regole della Bolletta 2.0, con parole di uso comune e contenere la valutazione documentata, con i riferimenti normativi, della richiesta e la descrizione e i tempi delle azioni correttive attuate.
Il cambio di fornitore
Basta stipulare il nuovo contratto di fornitura. Sarà il nuovo venditore ad attivare la procedura di cambio venditore (switching) e il recesso del vecchio contratto, da uno a due mesi per il passaggio effettivo alla data indicata sul nuovo contratto.
Cambiare venditore non ha costi per il cliente, salvo quelli eventualmente connessi alla sottoscrizione del nuovo contratto: imposta di bollo, se dovuta in base alla normativa fiscale, e deposito cauzionale o altra garanzia, se previsto dal contratto. È però necessario che il nuovo fornitore rispetti i tempi previsti nel contratto in precedenza sottoscritto, per evitare sovracosti e penali. —
Glauco Bisso
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I consigli
Dal calendario alle app, i trucchi per la spesa al risparmio
Non solo il prezzo, ma anche la freschezza e il sistema di mantenere il cibo in frigo nel ripiano più adatto. Perché è sugli alimentari che s’incontrano gli sprechi più grandi
La politica anti-sprechi è alla base di una della app di maggiore successo degli ultimi tempi. Si chiama TooGoodtoGo ed è un sollievo per il portafogli, perché consente di risparmiare approfittando delle offerte di fine giornata o fine mattinata di negozi, ristoranti, buffet degli alberghi e permettono di affittare dei “magic box” con l’invenduto, a prezzo ridotto.
Un’altra applicazione utile, in questo caso per orientare la scelta dei prodotti, è Yuka che trasforma il telefonino in uno scanner che legge nel codice a barre sulla confezione la presenza di additivi o gli ingredienti di origine biologica. Chi ha meno dimestichezza con queste modernità, può contenere i costi scegliendo in base alle offerte che sono sempre presenti nei supermercati.
Con qualche avvertenza, come spiega Emanuela Bruno, esperta di alimentazione di Altroconsumo. Primo: non è detto che l’offerta sia sempre interessante. «Attenzione a non farsi ingolosire. Potrebbe essere in offerta un prodotto che in realtà non usiamo».
Secondo: non facciamoci attrarre dal prodotto di marca. «Se in offerta è il prodotto a marca X ma quello che acquistiamo, di marca Y, normalmente costa meno non ha senso tradirlo. Bisogna sempre confrontare il prezzo al chilo o al litro».
Terzo: nei prodotti freschi, controllare la scadenza. «Se sono in offerta, è possibile che sia ravvicinata».
Quarto: non eccedere in quantità. «A volte le offerte sono su prodotti di grande formato, ad esempio confezioni di gnocchi da mezzo chilo». Ma gli gnocchi in freezer non possono andare, vanno consumati subito. Se non vogliamo che finiscano nella spazzatura.
Organizzarsi
Prima di fare la spesa, un trucco anti-spreco è pianificare i pasti della settimana e controllare in dispensa cosa c’è e cosa manca. Al supermercato, meglio avere con sé la liste delle cose che servono. Altroconsumo sconsiglia di fare la spesa a digiuno: la fame fa riempire il carrello più del dovuto. Nel banco frigorifero i prodotti più freschi sono in genere quelli meno in vista. Se ci si accorge di avere comprato un prodotto scaduto, il negozio è tenuto a cambiarlo.
Seguire le stagioni
Nello scegliere frutta e verdura, privilegiare quella di stagione che sarà più fresca e costerà meno. Può capitare di comprarne troppa: una soluzione è lavarla, tagliarla e congelarla. Le verdure perderanno la consistenza per essere fritte o grigliate, ma andranno benissimo per i minestroni o per essere saltate in padella. La frutta potrà essere usata per frullate, marmellate o dolci. Per alcune categorie di prodotti, come i pisellini o i minestroni, i surgelati sono un’opzione più che valida.
Il latte
Alla classica distinzione tra intero e parzialmente scremato si sono aggiunte con il tempo altre varianti. Il fresco pastorizzato di alta qualità è quel latte che ha subito un trattamento termico più delicato e che quindi in partenza deve avere dei requisiti igienici più alti; il microfiltrato è sottoposto oltre che alla pastorizzazione a un processo, la microfiltrazione, che gli consente di durare più a lungo ed è quindi più comodo per chi non lo compra tutti i giorni; il pastorizzato a temperatura elevata è quasi un latte a lunga conservazione. Dura 25 giorni.
La data di scadenza
La vera e propria data di scadenza, con la dicitura “da consumarsi entro”, indica che superata la data il prodotto, se consumato, può essere dannoso per la salute; la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” consente invece di sforare la data di qualche giorno se non di qualche settimana. Prodotti come riso e pasta possono essere consumati anche uno o due mesi dopo, l’acqua anche un anno dopo, purché conservata in luogo fresco e asciutto, zucchero e sale non si deteriorano e anche il miele ha una vita molto lunga.
Il pesce
Il pesce è tra i prodotti alimentari che più risentono delle oscillazioni del potere d’acquisto delle famiglie. Esistono però molte tipologie di pesce meno care di tonni, salmoni o dentici ma non meno buone e ricche di proteine: lampughe, sgombri, palamite, ricciole, sarde e acciughe. Per riconscere la freschezza di un pesce il primo indizio sono i suoi occhi, che devono essere bombati, con la cornea trasparente e la pupilla nera.
Il confronto sui prezzi
Per fare un confronto tra marche diverse è sempre importante guardare il prezzo al chilo o al litro, riportato per legge sul cartellino posto sullo scaffale. Se avremo bisogno di piccole unità, ad esempio di quattro uova o di un etto di prosciutto, non è il caso però di concentrarsi sul prezzo per unità di misura, meglio scegliere il prodotto venduto in piccole confezioni.
La freschezza
Per mantenere la freschezza del cibo il più a lungo possibile ed evitare gli sprechi, la temperatura del frigorifero va impostata a 4 gradi centigradi, e gli alimenti vanno riposti nei ripiani giusti tenendo conto che la temperatura varia anche se di poco per ognuno e che in quelli più alti è maggiore mentre nei ripiani bassi fa più freddo. Meglio portare avanti gli alimenti più vecchi, nel frigo come nella dispensa, e mettere dietro quelli appena comprati. Gli alimenti vecchi possono trovare collocazione nel freezer, ma se si fa questa scelta meglio insacchettarli e annotare sul sacchetto il contenuto e la data.
I Buoni comunali, cosa sono, chi li rilascia e come averli
I buoni spesa sono una forma di sostegno per acquistare generi alimentari e prodotti di prima necessità che vengono erogati dai Comuni alle famiglie più in difficoltà. Il beneficio è stato finanziato con ulteriori 500 milioni sulla scia del decreto Sostegni bis del 2021: una parte dei fondi non è stata utilizzata e per questo i buoni spesa sono ancora erogati nel corso di quest’anno da molti Comuni italiani a chi presenta apposita richiesta. Mediamente il valore del buono è di circa 300 euro, ma a seconda delle località e dei requisiti può oscillare da un minimo di 100 euro a un massimo di 600.
I buoni spesa vengono rilasciati dai Comuni di residenza, secondo i requisiti stabiliti dalla singola civica amministrazione che eroga il beneficio. Il criterio universale è rappresentato dalla fasce di reddito Isee, che possono però variare di località in località. Le caratteristiche che vengono analizzate per l’erogazione dei buoni sono quindi la composizione del nucleo familiare, il patrimonio mobiliare (conti correnti, ecc.) e immobiliare, l’eventuale pagamento di un mutuo o di un affitto, la situazione lavorativa dei componenti del nucleo familiare, eventuali altri sussidi pubblici percepiti.
Va innanzitutto verificata la situazione nel proprio Comune di residenza: in varie località il bando è ancora attivo, ma i fondi sono limitati. «Il cittadino - spiega Altroconsumo - deve presentare la domanda secondo le modalità stabilite dal Comune di residenza (più o meno tutti le hanno pubblicate sul sito web del Comune stesso, ndr). Non ovunque funziona però la procedura online per presentare la richiesta. Infatti, per diverse amministrazioni la modulistica è scaricabile dal sito, ma la presentazione della stessa avviene di persona o via mail. Nel caso delle amministrazioni più digitalizzate l’accesso avviene tramite Spid o Carta d’identità elettronica».
Francesco Margiocco
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Casa e prestiti
Se il mutuo è a tasso variabile conviene stabilire l’importo massimo da pagare
Nell’arco di pochi mesi il panorama dei mutui è stato stravolto. Ecco come difendersi da “sorprese”
Nell’arco di pochi mesi il panorama dei mutui è stato stravolto. Se fino all’anno scorso i tassi erano molto bassi e il tasso fisso la scelta migliore senza alcun dubbio, adesso finanziare l’acquisto di una casa è diventato molto più oneroso e non esiste un prodotto decisamente più conveniente degli altri.
Come orientarsi
«In una fase come quella attuale, caratterizzata da un costante movimento dei tassi e dalla diversificazione dell’offerta bancaria, la scelta del mutuo può essere più complessa rispetto al passato - spiega Ivano Cresto, managing director Prodotti di finanziamento di Facile.it - Oltre al tasso fisso, che dopo i picchi di giugno è tornato a calare, e quello variabile, ancora in fase di risalita ma comunque più conveniente rispetto al primo, si sono diffuse sul mercato formule ibride come i mutui variabili con Cap che, secondo il nostro osservatorio, a luglio hanno avuto un vero e proprio boom, con più di una richiesta su tre orientata verso questa tipologia di prodotto» (con il Cap viene definito un importo massimo per le rate da pagare, ndr). Secondo l’esperto non esiste in assoluto una scelta giusta o sbagliata: «La decisione va presa in base alle caratteristiche dell’aspirante mutuatario quali, ad esempio, la sua situazione reddituale, la propensione al rischio, l’età e così via».
Le previsioni
L’imprevedibilità dell’inflazione, la cui fiammata ha colto di sorpresa sia la Federal Reserve che la Banca Centrale Europea, rende estremamente difficile fare delle previsioni sull’andamento futuro dei tassi e, di conseguenza, sulle oscillazioni dei mutui a tasso variabile. Nonostante queste incertezze e mutui decisamente più costosi rispetto al recente passato, la domanda di finanziamenti per la casa resta molto dinamica, a conferma della ripresa del mercato immobiliare. Un altro segnale particolarmente incoraggiante è la diminuzione dell’età media di chi richiede un mutuo.
Secondo l’Osservatorio di Facile.it nei primi 7 mesi del 2022 l'età media del richiedente è scesa a 38 anni, dai 40 del 2021, anche per gli incentivi rivolti agli Under 36 (vedi box).
L’aumento dei sottoscrittori “giovani” ha portato a un aumento della durata media dei mutui, che è passata dai 23 anni del 2021 agli attuali 25.
Nelle ultime settimane questa dinamica positiva sembra però essere andata incontro a crescenti ostacoli. Secondo diversi report le banche hanno iniziato a chiudere i rubinetti partendo proprio dai richiedenti più giovani.
Facile.it segnala come dietro questa decisione ci possa essere anche un fattore di carattere normativo: la legge prevede infatti che per i giovani che accedono alla garanzia statale il tasso effettivo globale (Teg) non possa essere superiore al tasso effettivo globale medio (Tegm), che è stabilito su base trimestrale da Banca d’Italia e che oggi è pari all’1,99%. Un valore ritenuto troppo basso dalle banche.
Tasso fisso
L’Eurirs, l’indice di riferimento per i tassi fissi, ha fatto registrare significative oscillazioni negli ultimi mesi. Quello a 25 anni è passato dallo 0,6% di gennaio al 2,3%, dopo il maxi rialzo (+0,75%) dei tassi deciso dalla Bce giovedì scorso. Oggi si trovano mutui con un Taeg, il cosiddetto tasso “finito”, che parte da poco sopra il 3%.
Tasso variabile
Dopo 7 anni l’Euribor, l’indice di riferimento per i mutui variabili, è tornato positivo. Quello a 3 mesi era a -0,57% a inizio anno, oggi supera lo 0,80%. Per chi ha già un mutuo (senza i tassi negativi sterilizzati), ciò ha comportato un aumento di quasi l’1,5%. Per chi è invece alla ricerca di un mutuo a tasso variabile, i Taeg partono dall’1,5%, ma sembrano destinati a salire ancora.
Surroghe
Il rialzo dei tassi ha chiuso le porte alle surroghe. Le condizioni oggi sul mercato sono molto meno favorevoli di quelle spuntate dai mutuatari negli ultimi anni. Portare il proprio mutuo in un altro istituto di credito di fatto non è più conveniente. E, a giudicare dall’atteggiamento della Bce, intenta a combattere l’inflazione, il ritorno a tassi favorevoli non è dietro l’angolo.
Credito prima casa giovani
Il Decreto Sostegni bis ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 l’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale sull’acquisto della prima casa per chi ha meno di 36 anni e un Isee sotto i 40mila euro. È stata inoltre portata dal 50% all’80% la garanzia erogata dal Fondo di garanzia mutui prima casa per i finanziamenti che superano l’80% del valore dell’immobile.
Marco Frojo
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Domande e risposte
La strada per ottenere il nuovo bonus trasporti e non farsi bloccare nel mercato energetico
Copre il 100 per cento della spesa sostenuta ed è molto elastico. Ma bisogna sapere bene come muoversi. Ecco la spiegazione a ogni dubbio. Qui le risposte anche su bollette e mutui
1 Come funziona il nuovo bonus trasporti?
Il nuovo beneficio, in vigore da questo mese, copre fino al 100% della spesa (valore massimo 60 euro) per l’acquisto entro il prossimo 31 dicembre di un abbonamento al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale o per i servizi di trasporto ferroviario nazionale.
È nominativo, vale per un solo abbonamento (che sia annuale, mensile o per più mesi, esclusa prima classe e altre opzioni) da acquistare nel mese solare in cui si è richiesto e ottenuto il bonus e spetta alle persone fisiche che nel 2021 hanno dichiarato un reddito complessivo non superiore a 35mila euro (ammessi i minori fiscalmente a carico: la richiesta va fatta dal genitore). Per presentare domanda (accesso con Spid o Cie) c’è il portale bonustrasporti.lavoro.gov.it.
2 Se si è passati dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia, si può tornare indietro?
Sì. Detto che la fine del mercato di maggior tutela dell’energia per i clienti privati è slittata a gennaio 2024, il ritorno al segmento tutelato è possibile in qualsiasi momento: è sufficiente contattare il fornitore che gestisce il servizio tutelato nella località in cui ci si trova e stipulare un nuovo contratto.
3 Il termine per pagare gli avvisi bonari è sempre di 60 giorni?
No, dal 1° settembre è tornato a essere di 30 giorni dal momento in cui si è ricevuto l’atto. Nessun nuovo termine invece per gli avvisi che sono stati rateizzati, che continuano a essere di 30 giorni come in precedenza.
4 Per un mutuo prima casa con i fondi di garanzia dello Stato, è possibile ricorrere alla surroga?
Sì, è possibile chiedere e ottenere la surroga anche per questo tipo di mutui, ma sempre con la necessaria approvazione da parte del nuovo istituto che finanzia il credito.
5 Se miei consumi presunti non corrispondono a quanto effettivamente trovo in bolletta, come devo fare?
Quando si intende contestare una bolletta - che sia per un conguaglio o altro - è sempre necessario inviare una lettera di reclamo al fornitore, che dovrà avvenire per posta ordinaria raccomandata o per posta elettronica con Pec. Il fornitore dovrà rispondere nei tempi previsti e documentare la richiesta.
I tempi di reclamo e per un eventuale conciliazione sono definiti da Arera, www.arera.it. Le contestazioni per i consumi stimati, tuttavia, rappresentano un problema in gran parte risolto con l'installazione dei contatori elettronici consultabili da remoto.
6 È ancora possibile lo stop facilitato alle rate dei mutui?
Sì, la facoltà per i mutui contratti nell’ambito dell’acquisto di una prima casa esiste ancora e fino al prossimo 31 dicembre anche in deroga alla presentazione dell’Isee (il cui limite, altrimenti, è stabilito in 30 mila euro). La sospensione si applica ai mutui che non superano l’importo di 250 mila euro, 400 mila fino al prossimo 31 dicembre.—
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