La mamma, la sorella la compagna: Maniero e tutte le sue donne

VENEZIA. Dopo la deposizione in aula bunker a Mestre di Felice Maniero, sono state chiamate a testimoniare anche le donne della sua famiglia.
La madre Lucia Carrain, la sorella Noretta, la compagna Marta. Non solo: citata pure Morena Galasso, la nuova consorte dell’ex cognato Riccardo Di Cicco. Il processo è quello al broker toscano Michele Brotini accusato di aver riciclato una parte del tesoro dell’ex boss della Mala del Brenta, investendolo in Svizzera. Contestazione negata dalla difesa rappresentata dall’avvocato Marco Rocchi: il broker, è la tesi, mise tutt’al più in contatto Di Cicco con altri intermediari. Un ruolo chiave nella ricostruzione di quanto accaduto con il tesoro della Mala, lo giocheranno ora le donne chiamate a testimoniare sia dalla difesa che dal pm antimafia Paola Tonini. Donne che sono state protagoniste indirette anche dell’udienza di giovedì scorso, ripetutamente chiamate in causa nelle domande rivolte a Maniero. In attesa della loro deposizione - sempre che accettino di renderla - si è delineato dal racconto fatto in aula, il boss “privato”: i rapporti strettissimi con le componenti della sua famiglia che lo aiutavano nella gestione dei soldi, ma anche il forte ascendente esercitato su amiche e su conoscenti spesso coinvolte negli affari.
Mamma Lucia. Il ruolo della mamma Lucia Carrain, oggi 88enne, è noto: una donna che è sempre stata accanto al figlio, in carcere come durante la latitanza all’estero e in Italia. «Il capo era lei», ha detto di lei Giuseppe Pastore, ex cognato del boss ed ex componente della Mala.
La sorella Noretta. È un’altra presenza costante nella vita di Maniero, almeno fino al 2016 quando lui ne denuncia l’ex marito, Di Cicco, e lei si arrabbia. «Eppure prima si era detta d’accordo», ha raccontato l’ex boss, «Evidentemente ha cambiato idea, forse temeva per la sua casa». Uno strappo che non si è più - o non ancora - ricucito: «Con lei ho chiuso tutti i rapporti», ha dichiarato. Ma il loro è stato un legame saldissimo, sia nell’affetto che negli affari. Lei va a trovarlo in Spagna durante la latitanza; lei lo accompagna quando si tratta di riavere indietro il denaro investito; lei mette a disposizione la casa in Toscana per gli incontri finanziari; lei è in ospedale quando il fratello sta male. Ma lui non è da meno: «Per mia sorella avrei fatto qualsiasi cosa», ha detto a proposito dei 50 milioni di lire regalati al cognato per aiutarlo ad avviare l’attività. Certo, non mancano i litigi. Come quando lei si separa e minaccia il marito di parlare dei soldi in Svizzera se lui non le avesse versato gli alimenti richiesti (almeno nel racconto di Faccia d’Angelo). Il risultato è che l’ex boss deve ritirare in tutta fretta il denaro portato all’estero: «Fu una stupidaggine, mi arrabbiai moltissimo».
La compagna. Marta, invece, resta in disparte nella gestione degli affari dell’ex boss, almeno da quanto emerso al processo Brotini. Le toccano “piccole parti”, come andare a Montecarlo ad aprire un conto o accompagnare in auto il broker. Ma è chiaro che lei preferisce occuparsi della famiglia e rimanere lontana da tutto il resto. Al telefono con la suocera - stando a quanto sostenuto dalla difesa Brotini che ha citato alcune intercettazioni- si lamenta per essere stata convocata dagli investigatori. «La mia compagna è timida», ha spiegato in aula Maniero, «Non le piace essere interrogata».
Morena Galasso. È la nuova compagna di Di Cicco. Anche il suo nome è stato fatto più volte da Maniero, incalzato in tal senso dagli avvocati di Brotini. Nonostante sia la donna che ha preso il posto della sorella nella vita del dentista, Maniero ha avuto con lei buoni rapporti. E quando chiede indietro i 21 miliardi di lire (che avrebbe consegnato al toscano affinché glieli investisse e che invece l’uomo non gli avrebbe più restituito), la donna tenta di mediare. «Lei non voleva che succedessero casini», ha riferito Faccia d’Angelo, «Venne a trovarmi in ospedale con mia sorella, disse che stava tentando di farmi riavere i soldi». La donna, secondo la difesa Brotini, avrebbe però registrato il colloquio con Faccia d’Angelo.
Monica Mencherini. Vicina di casa e amica di famiglia, viene coinvolta negli affari leciti dell’ex boss. Il suo nome è stato richiamato dall’avvocato Rocchi. Tra il ’95 e il ’96 Maniero le avrebbe chiesto di aiutarlo a recuperare la somma spesa per un Renoir da lui acquistato e risultato fasullo. «L’incaricai di andare a casa di quello che mi aveva truffato», ha riferito Maniero. E la donna avrebbe viaggiato anche in Svizzera.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova