La ’ndrangheta guarda ai lavori dell’Alta velocità In campo le giovani leve

L’allarme parte da una considerazione logica: la tratta della Tav tra Brescia e Verona – a giugno di quest’anno è stato firmato il contratto di realizzazione e i cantieri sembrano ad un passo dall’apertura – vale 1, 9 miliardi per 42 chilometri di linea già finanziati.
Un boccone ghiotto in un’ epoca, per il settore delle infrastrutture, di porzioni magre. A questo fiero pasto sono pronti ad accomodarsi diverse famiglie del veronese che vengono indicate, dagli investigatori, appartenere all’orbita criminale.
Famiglie da anni impegnate nel settore ferroviario. E’ a questo tipo di lavori che la composita ed estesa famiglia Giardino, arrivata nel veronese da Isola Capo Rizzuto negli anni’90, che deve il suo successo. Le ditte della famiglia hanno potuto contare negli anni nei lavori in subappalto, in particolare dalla Generale Costruzioni Ferroviarie (Gcf) di Roma, la prima ditta italiana nel settore ferroviario nei cantieri internazionali.
TUTTI PARENTI
Anche i cugini Aloisio, Maurizio, Francesco e Alfonso – quest’ultimo recentemente condannato al termine di un’inchiesta per estorsione ed usura che coinvolgeva anche membri della famiglia Giardino – lavorano nelle ferrovie. Dalla Sicilia alla Campania, dal Trentino alla Lombardia, le ditte degli Aloisio lavorano a pieno ritmo nella posa e nella manutenzione dei binari.
Così come impegnata sui binari la famiglia Nicoscia, imparentata con i Giardino, che ha cambiato il nome della ditta di famiglia, ora Nicofer srl Costruzioni Ferroviarie, interdetta per infiltrazioni mafiose dalla Prefettura di Verona. Già nel 2016 l’incarico per la valutazione d’impatto ambientale per il tratto Verona – Bivio di Montebello ad una società oggetto di un’interdittiva antimafia da parte del Prefetto di Napoli, sollevò un coro di critiche e contestazioni. Ora è la conclamata specializzazione produttiva di queste famiglie che preoccupa gli investigatori. Queste ditte possiedono il know how, le conoscenze e, spesso, le carte in regola per accedere ai numerosi subappalti che nasceranno da questa grande opera. Tanto più che la qualifica di “mafiosità” per queste famiglie è molto dibattuta. Solo in una recente informativa della Guardia di finanza di Verona che abbiamo potuto consultare, la famiglia Giardino viene descritta senza termini come “affiliata alla più potente cosca Arena” di Isola Capo Rizzuto, ma tutt’ora manca un sigillo ufficiale – attribuito dall’autorità giudiziaria – della mafiosità degli stessi soggetti.
CONTIGUITA’
I Giardino non erano conosciuti come una delle famiglie’ndranghetiste di Isola Capo Rizzuto e il loro mancato riconoscimento al sud ha reso difficile il suo inquadramento e la sua classificazione al nord.
In assenza poi di specifiche indagini della magistratura riguardanti il reato di associazione di stampo mafioso e prima che fosse inviata l’interdittiva prefettizia anche nei confronti dell’impresa Nicofer, il nome dei Giardino non è mai stato accostato alla mafia. Malgrado i diversi reati di cui si sono resi protagonisti, il continuo interesse nei loro confronti da parte delle forze di polizia agenzie di contrasto e le parentele e le alleanze con famiglie’ndranghetiste, la loro patente di mafiosità non è stata sancita ufficialmente da un provvedimento della magistratura.
Questo elemento ha certamente agevolato i membri della famiglia nelle relazioni con il mondo degli affari e della politica, con cui hanno potuto intrattenere feconde relazioni senza che gravasse ufficialmente lo stigma dell’appartenenza mafiosa.
NON SOLO FERROVIE
Ma non sono solo le ferrovie al centro degli interessi delle famiglie sospettate di appartenere alla’ndrangheta in Veneto. Vengono recentemente segnalati, negli ambienti investigativi, importanti investimenti in ristorazione, catering e bar.
famiglie satellite
All’opera una nuova generazione di giovani, meno conosciuta e meno individuabile. Questa nuova leva proviene dalle famiglie di “seconda fila” del crotonese.
Dopo gli arresti che hanno messo in difficoltà le famiglie di primo piano come gli Arena, i Grande Aracri, i Nicoscia – scossi questi ultimi da tensioni interne per il riconoscimento della leadership – si sono fatte avanti le famiglie satellite come i Corda, i Manfredi, i Capicchiano (imparentati direttamente con i Giardino). Mentre crescono di importanza le famiglie originarie dalla frazione di Papanice, a Crotone, con cui una parte della famiglia Giardino è imparentata.
Non viene comunque abbandonato lo storico presidio del settore edile, che riguarda anche il padovano. Le imprese di’ndrangheta hanno stretto alleanze con imprese locali, anche di una certa rilevanza, grazie al giro di false fatturazioni in cui queste imprese, grazie all’apporto di professionisti del settore, si sono negli anni specializzate. Il passaggio dal settore edile alla pubblica amministrazione, al mondo delle professioni e poi alla politica è spesso breve e indolore.
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