La Riviera del Brenta, Padova e le Dolomiti: Draghi, il banchiere centrale con il cuore in Veneto

VENEZIA. «Il Nordest è un’area cruciale per l’intera economia italiana. Tuttavia fatica a tenere il passo, come tutta l’Italia, rispetto alle regioni più ricche d’Europa. Ma è con queste che deve confrontarsi». Sono trascorsi quasi dieci anni da quando Mario Draghi pronunciò queste parole nel corso della sua lectio magistralis dopo aver ricevuto la laurea honoris causa al Cuoa ad Altavilla Vicentina.

Quelle dell’allora governatore della Banca d’Italia non furono certo parole di circostanza ma di chi, invece, conosce molto bene i pregi e i difetti del Veneto non solo per averci insegnato alla fine degli anni Settanta, ma anche per averlo frequentato nel corso della sua lunga carriera istituzionale che l’ha portato al vertice della Banca centrale europea e ora a cercare di dare un governo a questo Paese.
La Riviera del Brenta
Da ragazzo Draghi trascorre le vacanze estive nella villa di famiglia in centro a Stra. Una casa a cui è ancora molto legato e che non ha mai voluto vendere nonostante l’amministrazione comunale, negli anni, si sia presa parte della proprietà per farci la piazza.
Ed è proprio grazie a questa villa che Draghi diventa un po’ veneto. È qui che all’inizio degli anni Sessanta conosce Serenella Cappello, sua futura moglie. Originaria di Noventa sarà una presenza sempre discreta al fianco del marito nel corso della sua lunga carriera, prima accademica e poi istituzionale. Dopo la laurea con Federico Caffè Draghi vola a Boston al Massachusetts Institute of Technology dove ha come relatori Franco Modigliani e Robert Solow (entrambi premi Nobel) e Stanley Fischer, poi presidente della Banca d’Israele e vicedirettore della Federal Reserve.
Nel 1975 inizia invece la carriera accademica come professore incaricato prima di Politica economica all’università di Trento e poi di Macroeconomia alla facoltà di Statistica di Padova. Siamo alla fine degli anni Settanta, anni politicamente difficili nella città del Santo. E Mario Draghi, la moglie e i figli, Federica e Giacomo, vivono proprio in un appartamento all’inizio di via Del Santo a pochi passi dalla Basilica e a poche centinaia di metri dalla sede della facoltà di Scienze politiche, in quegli anni cuore dell’Autonomia operaia. «Erano gli anni delle ronde notturne, di Toni Negri, un’atmosfera non allegra che speriamo non ritorni», ha detto nel 2009 nell’aula Magna del Bo ritirando la laurea honoris causa in Statistica.
Da Venezia a Francoforte
All’inizio degli anni Ottanta insegna Economia matematica a Ca’ Foscari di Venezia. Per l’università è una stagione d’oro dato che nello stesso periodo ospita una generazione di economisti di primissimo piano: Francesco Giavazzi, Franco Donzelli, Riccardo Faini e Giorgio Rampa. Gli anni Ottanta sono però quelli che vedono decollare la sua carriera: direttore esecutivo alla Banca Mondiale a Washington, direttore generale del Tesoro, vicepresidente di Goldman Sachs, governatore della Banca d’Italia e infine presidente della Banca centrale europea.
Una carriera straordinaria che non l’ha mai però allontanato dal Veneto. Negli anni lo si poteva tranquillamente vedere passeggiare alla tradizionale Sagra del Folpo a Noventa. Appassionato di buona cucina difficilmente salta una cena da Nalin a Mira se gli capita di trascorrere qualche giorno a Padova.
Oppure al ristorante dell’hotel Monaco o all’Harry’s Bar se si trova a Venezia. «È una persona di grande disponibilità se trova chi lo interessa», racconta l’imprenditore Mario Carraro, «lo conobbi proprio a Padova quando andai a visitare una mostra di Picasso a Palazzo Zabarella. Mi ha sempre dato l’impressione di essere una persona di grande semplicità, gioviale e rigoroso al tempo stesso. Per il Veneto è un’ottima notizia che il presidente della Repubblica gli abbia affidato l’incarico di formare un governo. Ha perfettamente chiari quali sono i problemi della nostra industria».
Le montagne di Cortina
Draghi è anche un appassionato scalatore e nel corso degli anni ha trascorso periodi di vacanza a Cortina dove alloggiava in un appartamento a pochi passi dal Codivilla. Ma è certamente con Padova che Draghi ha il legame più profondo e la città del Santo è pronta a dargli il suo sostegno nel difficile percorso di questi giorni.
«Mario Draghi è una di quelle personalità che non solo dà enorme lustro al Paese», ha detto il sindaco Sergio Giordani, «ma ha avuto un ruolo fondamentale nel salvare il sogno europeo e la sua economia. Sprecare l’impegno di una figura di questo calibro dentro il vortice di veti senza senso. Come sindaco di Padova ho un motivo in più di stima per il suo legame con la nostra città dato che ha insegnato nella nostra università, che ha visto nella sua storia accademica tante risorse per l’Italia». E, dopo la crisi dell’euro, ancora una volta il Veneto spera si affida a Draghi nella speranza che riesca anche in questa impresa. —
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