L’addio di Casson alla politica «Dopo 15 anni è finito il prestito»
l’intervistA
L’ultima conferenza è stata in Messco, nello stato di Pachuka. La prossima, già domani, nella città cinese di Whan, ospite dell’Università di Economia e Diritto Zhonggnan.
Felice Casson ha cambiato vita. Ha lasciato la magistratura, andandosene in pensione con sei anni di anticipo. Adesso annuncia che lascerà anche la politica che lo ha impegnato negli ultimi 15 anni. Ultimi mesi da consigliere comunale, prima delle nuove elezioni a Venezia. L’ex pm ed ex senatore eletto con il Pd in Parlamento adesso si occupa di sicurezza e diritto ambientale per conto dell’Onu, di cui è diventato consulente. Gira il mondo a spiegare i sistemi di indagine per garantire la sicurezza, la legislazione sull’ambiente che lo ha visto protagonista negli anni Novanta di inchieste storiche come quella sui veleni del Petrolchimico di Marghera.
Casson lascia la politica. Nessun ripensamento?
«Proprio no. È finito il prestito alla politica».
Si parla della necessità di un’alternativa per la politica veneziana. In primavera si vota per il sindaco.
«Non vedo alternative all’orizzonte. E soprattutto non vedo differenze tra l’attuale sindaco Brugnaro e il Pd che dice di combatterlo».
Ripeta un po’.
«Sì è così. Brugnaro è stato la prosecuzione di molte cose fatte dal Pd. Non sono alternativi in nessun modo».
Detto da lei che è stato candidato anche del Pd contro Cacciari e poi Brugnaro....
«Ma è proprio così. I fatti hanno dimostrato che se si vuole una vera alternativa a Brugnaro bisogna trovarla al di fuori del Pd».
Un esempio di questa continuità tra il Pd e Brugnaro.
«Beh, le grandi navi. Io ho sempre detto che devono andare fuori dalla laguna. Il Pd ha portato avanti la proposta di metterle a Marghera. Dunque in laguna. La stessa dell’amministrazione comunale di Brugnaro, degli Industriali, della Lega e del presidente Zaia».
Tra le sue battaglie c’era stata anche quella per denunciare gli sprechi del Mose. Non solo corruzione, ma anche un’opera sbagliata.
«Lo dico ancora oggi e con maggiore convinzione. Il Mose va smantellato, non funzionerà mai. Una politica seria dovrebbe avere il coraggio di dire: abbiamo sbagliato adesso fermiamoci e torniamo indietro senza sprecare ancora soldi pubblici in quella grande opera sbagliata e dannosa. Ma sono sicuro che non andrà così». —
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