L’alba dei vaccini anti Covid: in Veneto oggi, 27 dicembre, le prime 875 dosi

VENEZIA Sono arrivati dal cielo, come la manna dell’Antico Testamento. Nella notte, erano le 22, a Verona è atterrato un elicottero con i primi 875 vaccini destinati al Veneto; e oggi, all’alba, sotto scorta militare, le fiale Pfizer saranno trasferite nei refrigeratori a -80° dell’unità farmacologica dell’Azienda ospedaliera di Padova che li distribuirà al circuito regionale delle Ulss. Primi destinatari? Personale sanitario, operatori e ospiti delle case di riposo, addetti e pazienti dei centri diurni riservati alla fragilità sociale, persone ultraottantenni.
È il Vax-Day, giornata dimostrativa che segna l’inizio di una campagna senza precedenti. «È l’unico strumento di cui disponiamo per prevenire la malattia, tra i dipendenti della sanità e nelle rsa prevediamo adesioni vicine al 90%, confidiamo che partecipazione sia la più elevata possibile», il commento di Francesca Russo, il capo del dipartimento prevenzione che ha messo a punto il piano vaccinale.
Il calendario si articola in trimestri e il ministero ha previsto la copertura completa della popolazione entro settembre ma la sensazione, al riguardo, è che i tempi saranno più rapidi, anche alla luce dell’abbondante offerta di vaccini - all’odierno seguiranno quelli brevettati da Moderna e Astrazeneca - al ritmo di ulteriori 450 mila (su scala nazionale) entro la prossima settimana.
La Fase 1, come detto, privilegerà i soggetti più esposti e a rischio; poi sarà il turno di chi assicura i servizi essenziali e quindi si procederà secondo fasce d’età decrescenti. «Ogni cittadino sarà contattato e, se disponibile, convocato nel centro di vaccinazione più vicino oppure raggiunto a domicilio qualora non sia in grado di spostarsi. Somministrata la prima dose, ciascuno sarà registrato all’anagrafe vaccinale e avrà l’appuntamento per il richiamo a distanza di tre settimane, con successiva certificazione medica dell’avvenuta profilassi».
Quanti aderiranno? I potenziali utenti - esclusi minori fino a sedici anni, persone immunodepresse o allergiche, scettici e No Vax - sono oltre tre milioni e includono anche coloro che hanno contratto il coronavirus e ne sono guariti. «L’immunità di gregge richiede una copertura del 65-70%», ricorda Luca Zaia «la scelta avviene su base volontaria, non c’è costrizione, personalmente mi vaccinerò quando arriverà il mio turno e ricordo a tutti che ci avviamo in una stagione dove il passaporto sanitario diventerà la regola per chi vuole viaggiare». Un appello agli indecisi, così, arriva dal presidente del consiglio regionale: «È una giornata storica per l’Europa, appena possibile anch’io sarò in coda per mettere in sicurezza me stesso e aiutare a salvare le vite degli altri», afferma Roberto Ciambetti.
«Penso che siamo tutti chiamati a fare il nostro dovere dopo mesi e mesi in cui c’è chi, sostenendo uno stress straordinario, non si è sottratto al compito di garantire i servizi essenziali e non penso solo al personale sanitario con cui siamo in grandissimo debito. A partire dal giorno del vaccino europeo», conclude «tutti abbiamo la possibilità, se non il dovere, di contribuire a invertire la rotta bloccando la diffusione della malattia, sgravando gli ospedali, salvando vite umane e ponendo così le basi per la rinascita e la ripresa sociale oltre che economica nella strada difficile verso la riconquista del benessere per tutti». —
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