L’amante: «È finita in tragedia»

In lacrime il medico trevigiano, ultimo amore della vittima: «Piango per lei»
DeMarchi Cornuda i carabinieri dei RIS in abitazione di via Jona
DeMarchi Cornuda i carabinieri dei RIS in abitazione di via Jona
CORNUDA. «È finita in tragedia ed ho pianto». Poche parole, pronunciate con un filo di voce, per confidare la propria disperazione per un finale che, quando pochi mesi fa aveva incontrato in una corsia d’ospedale la bella Sofiya, non avrebbe mai immaginato. Il medico trevigiano, ultimo amore della 43enne ucraina, è devastato nell’intimo da una vicenda che lo ha ferito e travolto. Ed ora si trova involontario co-protagonista di un’inchiesta che ora è al suo punto di svolta, sebbene siano ancora tanti i misteri del giallo di Cornuda. La sua testimonianza è risultata molto utile agli investigatori. Per questo motivo aggiunge altre poche parole: «Vorrei parlare ma non posso. C’è un segreto d’indagine e i carabinieri mi hanno imposto di non dire nulla, mi dispiace».


Pochi giorni prima che il segreto d’indagine gli imponesse il silenzio, il medico aveva ammesso: «Sì, sono il fidanzato di Sofia, e se a lei brillavano gli occhi, io ne ero innamorato. Tra di noi c’è stata una storia bellissima», ignaro forse che, accanto alla sua, ve n’erano altre vicende sentimentali sulle quali la procura della Repubblica ed i carabinieri stavano indagando.


In primis, il rapporto, durato 16 anni, con Daniel Pascal Albanese, l’uomo con il quale Sofia aveva un non specificato debito di riconoscenza e che era solita presentare ai suoi amanti come “un cugino”. E poi quello con un geologo emiliano di 70 anni con il quale Sofiya Melnik intratteneva una relazione dal 2009 e dal quale aveva ottenuto denato per acquistare la villa di via Jona a Cornuda che condivideva con Pascal Albanese. Dopo aver appreso del ritrovamento del cadavere della donna con la quale aveva una relazione da quasi nove anni, anche il geologo settantenne ha espresso parole di dolore. «Il mio primo pensiero - ha confidato il geologo a chi l’ha interpellato - va alla madre e ai familiari della povera Sofiya che non meritava una fine così e poi anche ai parenti di Pascal Albanese». Per quanto riguarda le indagini il geologo non ha voluto sbilanciarsi: «Attendo l’esito delle analisi di laboratorio del Ris di Parma: solo dai carabinieri si potrà sapere la verità e cosa è realmente successo a Sofiya. Nel frattempo non si può che attendere. L’importante è che venga fatta giustizia per Sofiya e per tutti i protagonisti di questa triste storia».


Nella giornata di oggi il pubblico ministero Giulio Caprarola, titolare delle indagini sulla scomparsa e sulla morte di Sofiya Melnik, conferirà l’incarico all’anatomopatologo Alberto Furlanetto per l’autopsia. Una prima risposta sul decesso della bella ucraina, circondata da spasimanti e misteri, arriverà dall’esito dell’autopsia. Poi dal confronto con l’esito delle analisi di laboratorio del Reparto investigativo scientifico dell’Arma potrebbe arrivare la risposta sull’identità del suo assassino.


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