L’avvocato di Rigoli: “L’accusa non mette in dubbio l’attendibilità dei test rapidi. Il microbiologo ha solo perseguito il bene pubblico”

Diffusa una nota a poche ore dalla messa in onda di una trasmissione di Report che svelerà alcune intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Padova nell’ambito dell’inchiesta sui test antigenici in Veneto, con frasi di Zaia contro Crisanti 

Il dottor Roberto Rigoli
Il dottor Roberto Rigoli

"L'accusa non mette assolutamente in dubbio l'utilità e l'attendibilità dei test rapidi antigenici oggetto delle indagini. Test utilizzati ancora oggi a livello internazionale. Allo stesso modo va ricordato che le indagini preliminari hanno evidenziato come il solo interesse del dottor Roberto Rigoli emerso in questa vicenda sia stato quello di perseguire il bene pubblico, in una situazione di grande tensione ed urgenza determinata dall'emergenza sanitaria, e che non sia stata prodotta alcuna falsa documentazione, elemento riconosciuto dalla stessa Procura durante la prima fase dell'udienza preliminare". Lo sostiene in una nota l'avvocato Giuseppe Pavan, legale di Rigoli, ex coordinatore delle Microbiologie del Veneto coinvolto nell'inchiesta padovana sui cosiddetti tamponi rapidi anti Covid, sperimentati dal Veneto tra la prima e la seconda ondata del virus.

Le precisazioni giungono a poche ore dalla messa in onda stasera, nell'ambito della trasmissione Report di Rai3, di un servizio dedicato alle intercettazioni che chiamerebbero in causa, tra gli altri, lo stesso Rigoli, accusato di falso in atto pubblico per aver mentito sull'efficacia dei test, senza verificarne l'idoneità tecnico scientifica.

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"Rispetto al fulcro dell'imputazione, ovvero di aver comunicato con una e-mail di avere compiuto un'indagine sulla 'sensibilità' dei test rapidi che erano stati offerti ad Azienda Zero-Regione Veneto, è necessario spiegare - chiarisce il legale - che un'indagine sull'efficacia dei tamponi rapidi antigenici non solo non era stata richiesta, come già risulta negli atti, ma nemmeno era possibile e necessaria, essendo i prodotti marchiati e certificati CE/IVD. Ricordiamo che per tale indagine occorre un tempo minimo di 12 mesi di sperimentazione scientifica".

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Per il legale, "nella specifica situazione di cui stiamo parlando si dovevano invece riscontrare in maniera documentale le caratteristiche tecniche del prodotto e, visto che sarebbero stati utilizzati da personale esterno alle microbiologie, è stato ritenuto corretto anche testarne la praticità nell'utilizzo. Questo è stato fatto. Al dottor Rigoli è stato infine riconosciuto, da molte persone, anche nel corso delle indagini preliminari, di avere svolto durante la pandemia un importante ruolo di coordinamento di tutte le microbiologie del Veneto, con significativi risultati a vantaggio della tutela della salute pubblica".

Il procedimento penale, che coinvolge con Rigoli anche Patrizia Simionato, ex dg di Azienda Zero, si trova ancora nella fase della richiesta di rinvio a giudizio. 

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