Le pillole di filosofia che spopolano in radio grazie a “Filocaffè”
VENEZIA. Si chiama Sofia Cattelan, è trevigiana e la radio l’ha sempre interessata. Forse perché a casa sua ce n’era una accesa a qualsiasi ora. Studia Philosophy, International and Economics Studies a Ca’Foscari e tutti credono che trascorra le sue giornate in biblioteche polverose. Per sdoganare il mito, da marzo del 2021 ha creato il programma Filocaffé, in onda ogni mercoledì alle 12.30 su Radio Ca’Foscari.
«Non filosofia spicciola, ma filosofia in spiccioli: quelli che servono per prendersi un caffè. Filocaffè è la storia della filosofia spiegata al bar, o a merenda in casa di persone amiche o conoscenti. «Volevo mostrare che la filosofia non è una disciplina terribile e pesante».
E infatti le sue puntate hanno titoli frizzanti e accattivanti. “Comte non c’è nessuno”, ma anche “You Kant criticize me” e “Biscotti spinosi”. Con uno stile fresco e allegro, Sofia racconta la filosofia normalizzando i grandi autori, dando loro dei soprannomi. «Alla fine, i filosofi si sono interrogati sulle solite grandi domande della vita a cui tutti cerchiamo di rispondere. Vedere che altri se le sono poste prima di noi credo che ci faccia sentire meno soli».
Sofia è soddisfatta del suo programma, soprattutto per la sfida che ha rappresentato per lei che con la tecnologia non se la cava troppo bene. «All’inizio ero in ansia all’idea di montare una puntata, poi è passata».
Crede nell’importanza della divulgazione per rendere più appetibili argomenti di nicchia. Prossima a laurearsi, Sofia Cattelan ha in previsione di continuare gli studi a Padova dove vuole specializzarsi in Diritti Umani, con l’idea di lavorare per qualche Ong.
Dell’esperienza di studio veneziana le resterà sicuramente il suo passaggio in radio che le ha permesso di condividere il suo interesse per la filosofia con gli altri, oltre che essere un’occasione per mettersi in gioco. Eppure, Sofia un filosofo del cuore non l’ha. «Non voglio averne uno preferito, preferisco prendere un po’ da uno e dall’altro, anche a seconda delle fasi della vita». Però, una cosa l’ammette: Hegel è quello che detesta più di tutti.
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