Ligabue fa ordine e ha 200 milioni di nuovi contratti

Venezia
«Chiuso un anno molto difficile, ne apriamo uno che sarà dedicato alla revisione del nostro modello di business». Inti Ligabue, ceo e presidente dell’omonima società veneziana, con il nuovo direttore generale Paolo Ramadori arrivato nel 2020, sta ridisegnando la nuova organizzazione aziendale. Nel frattempo la società leader nel catering e nell’approvvigionamento navale e industriale amplia il suo portafoglio, con nuovi contratti per circa 200 milioni di euro. «Abbiamo rinnovato contratti importanti con il consorzio kazako di Shell, Eni e poi in Algeria, Arabia Saudita con Saipem – aggiunge Ligabue -. L’azienda sta vivendo un periodo di necessario cambiamento organizzativo e di approccio al business».
La multinazionale è tra i leader a livello mondiale nel settore dei servizi per il mercato marittimo (crocieristico e merci) e industriale, legato alle risorse energetiche (Oil & Gas e Mining) in zone remote. Complessivamente impegna nel mondo oltre 7 mila collaboratori. Il fatturato del 2019 aveva superato i 350 milioni di euro (erano 265 milioni del 2015), quello del 2020 sarà inferiore. Il dg Ramadori, esperienze in Comau, Oerlikon, Bombardier Transportation e Officine Maccaferri, ha ridisegnato il Businnes Model: passano da cinque a tre le divisioni, con l'accorpamento degli ambiti di attività. Le tre anime della nuova Ligabue saranno: Industrial On & Off Shore destinata alla società Oli & Gas e Mining; quella legata alla supply chain e alla logistica con la divisione Ship Supply & Cargo; la divisione Maritime Cruise & Ferries, che vede attività rivolte ai turisti dei traghetti e del proprio tour operator tedesco Plantours. «C’è voglia di partire dei turisti – aggiunge Ligabue -, ma credo che prima di luglio inoltrato non si farà nulla. Siamo pronti». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova