L’incubo senza fine dei lavori. «Non sappiamo più che fare»

Piazzetta Livenzuola, le società costruttrici respingono le accuse: «Con i casalesi nessun rapporto»
ERACLEA. I lavori in piazzetta Livenzuola a Eraclea Mare sono da poco ripartiti dopo la pausa estiva. Ma l’iter di uno dei pochi progetti urbanistici in corso a Eraclea è più che mai tormentato. Una torre di 11 piani, negozi, residence, una passeggiata e altri interventi nell’area alle porte della località balneare.
Ora che si parla nuovamente di un esposto che ha sollevato a suo tempo più di qualche dubbio sull’intera operazione, le tre società che stanno lavorando hanno deciso di parlare pubblicamente con i loro referenti sul territorio. La Gi Costruzioni, l’Immobiliare Perla Verde, l’architetto Renato Rizzetto, professionista conosciuto a Eraclea e padre di Riccardo, allora presidente della commissione urbanistica. 
 
L’INTERVENTO
È del 2015 l’evidenza pubblica con la giunta Talon. Sono 3 lotti, dei quali due sono proprio piazzetta Livenzuola, più il campo sportivo. Si sono presentati solo queste società. Nessuno aveva ritenuto interessante l’opportunità nonostante un prezzo giudicato a dir poco alla portata e oggetto appunto di un esposto alla Corte dei Conti. Nel 2016 arriva la giunta Mestre-Teso che rileva la mancanza di un passaggio e ulteriori verifiche in Regione per Vas e Vinca. Annulla la variante in autotutela, tanto che “Perla Vedre” presenta ricorso al Tar. La Regione darà il via libera: Vas e Vinca non erano necessarie perché c’era già stato il Pat. Seguirà poi l’adozione del Pua, piano urbanistico attuativo.Nel 2019, il terremoto dell’inchiesta sulla mafia con gli arresti, tra i quali il sindaco: la firma finale della delibera, è del vice sindaco Graziano Teso in assenza del sindaco agli arresti. È stato dunque il commissario straordinarioad approvarlo. A giugno arriva il permesso a costruire per le opere pubbliche. Il 20 di ottobre è arrivato anche il permesso per le altre opere.
 
LA SOCIETA'
«Abbiamo affrontato di tutto in questi anni», spiegano Gi Costruzioni, l’Immobiliare Perla Verde e l’architetto Rizzetto che è il progettista, «ci chiediamo cosa dobbiamo fare ancora contro il fango gettato addosso gratuitamente. In questi giorni ci sono state molte illazioni. Anche che abbiamo acquistato un immobile in piazza adiacente il Punto Snai (quest’ultimo ricondicibile al boss Donadio, ndr). Intanto non è adiacente, perché in mezzo c’è l’ottico, e non comprendiamo cosa ci sia di strano se compriamo un immobile per farci uffici. Non per questo dobbiamo avere rapporti con i casalesi. Le porte dei nostri uffici sono aperte a tutti, aspettiamo i cittadini che vogliano conoscerci. Siamo persone per bene, che lavorano, abbiamo 20 dipendenti, almeno una cinquantina di altri lavoratori collegati alle nostre attività in tutto il Nord Italia. All’evidenza pubblica ci siamo presentato solo noi. Se il prezzo era così interessante ci sarebbero stati anche degli altri. Invece erano tempi di crisi e nessuno voleva investire su Eraclea mare».
 
L’architetto Rizzetto precisa altri aspetti che lo riguardano. Ci tiene a fare chiarezza ad allontanare da sé quello che ritiene siano solo maldicenze. «Mio figlio Riccardo», spiega, «era nella commissione urbanistica, presidente all’epoca della giunta Talon. Ma non ha mai votato e non si è mai presentato in commissione o Consiglio quando c’erano da discutere questi atti. Si parla adesso dei casalesi con strane e infondate allusioni, ma qualcuno dimentica che io, da presidente del Calcio Eraclea, sono stato preso a schiaffi da uno degli arrestati perché mi ero opposto al loro ingressso nel calcio. E li ho denunciati». —
 
Giovanni Cagnassi
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