L’innovazione delle telecomunicazioni passa per Padova da almeno 20 anni
Padova è considerata una piazza strategica dai big delle telecomunicazioni non solo per l’ampia platea di consumatori presenti sul territorio (tra privati e aziende), ma anche per il suo ruolo di ponte con il resto del Veneto.
In molti casi proprio da qui sono partiti progetti sperimentali relativi alle nuove tecnologie, nella consapevolezza di avere a che fare con un territorio a forte vocazione territoriale e, al contempo, dotato di una pubblica amministrazione tendenzialmente orientata a supportare l’innovazione con iniziative per abbattere la burocrazia.
Venti anni fa Omnitel fissò nel capoluogo patavino il suo quarter generale per il Nord Est, motivando la scelta con il fatto che si trattava di un crocevia di carattere logistico e che il territorio poteva contare su buone sinergie intrecciate tra università, dinamica commerciale e tessuto imprenditoriale.
Ambiente interno
Una strada poi seguita da altre grandi aziende di diversi settori. Oggi quell’esperienza è confluita in Vodafone, che conta 500 dipendenti a Padova (gli uffici si estendono di 7.600 metri quadri, le aree di lavoro sono polifunzionali e interconnesse), con il 45% di presenza femminile. Per migliorare l’ambiente interno, l’azienda ha lavorato sui colori, sull’organizzazione degli spazi e ha installato sensori per il monitoraggio dell’anidride carbonica (aria che poi viene microfiltrata) e un’illuminazione a led. Il gruppo britannico negli ultimi cinque anni ha investito in Veneto 350 milioni di euro per lo sviluppo dell’infrastruttura di rete di ultima generazione: il 4.5G, che offre una velocità fino a 1Gigabit per secondo, è arrivato a Padova, Verona e Vicenza.
Dal canto suo il comune di Padova ha in corso una collaborazione con Vodafone per monitorare la mobilità del territorio, con la prospettiva di migliorare le politiche per il trasporto pubblico. «Con le reti di nuova generazione e la coabitazione delle stesse nel territorio cittadino», spiegano dall’azienda, «si abiliteranno nuovi ulteriori servizi e soprattutto si potrà dare slancio al mondo dell’internet delle cose (IoT) perché la caratteristica principale per far parlare gli oggetti tra di loro e con noi uomini è rappresentata dalla velocità di risposta.
Sul territorio punta con forza anche Tim, che in tutto il Veneto conta 2.500 dipendenti, di cui 900 nella sola Padova e provincia. Circa 60 sono occupati nell’area di Belluno, 50 a Rovigo, 150 a Treviso, 1.000 a Venezia, 250 a Verona e 130 a Vicenza.
Fibra ottica
Nella nostra regione l’azienda ha già realizzato le nuove reti in fibra ottica a banda ultralarga per una connessione superveloce fino a 200 Megabit al secondo in download per cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione in 251 comuni, pari a una copertura del 75 per cento della popolazione regionale.
A Padova e provincia, in particolare, Tim ha realizzato queste reti in 40 comuni. Complessivamente in Veneto sono stati posati 1,24 milioni di Km di fibra ottica e Padova è coperta quasi per intero. «L’obiettivo di questi interventi infrastrutturali è di dare impulso allo sviluppo digitale del territorio e proiettare i Comuni del Veneto verso il modello della smart city», spiegano dall’azienda.
La vita dei cittadini
Il riferimento all’intelligenza è relativo alla possibilità di sviluppare soluzioni per migliorare – attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate – la vita dei cittadini quanto a trasporti, pratiche burocratiche e qualità dell’aria che respirano. «Questo grazie a una infrastruttura di nuova generazione che già oggi consente di abilitare servizi e soluzioni innovative: dalla mobilità urbana alla sicurezza, dal monitoraggio ambientale ai trasporti, fino all’offerta turistica e all’entertainment».
Inoltre di recente l’ex Telecom Italia ha vinto la gara per la Smart Control Room di Venezia, che risponde all’esigenza di migliorare la mobilità e la sicurezza della città capoluogo del Veneto.—
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