L'ira delle discoteche: «Due metri di distanza e mascherine? A Jesolo non riapriamo»

Dal Vanilla al Muretto, molti notissimi locali di tendenza del litorale veneto contro le linee guida delle Regioni: «Non c'è chiarezza nemmeno sulla capienza». Salta business da 50 milioni
Il dj di fama mondiale Bob Sinclair durante un concerto sulla spiaggia del Faro a Jesolo
Il dj di fama mondiale Bob Sinclair durante un concerto sulla spiaggia del Faro a Jesolo

VENEZIA. Discoteche riaperte, ma la movida con la mascherina non piace ai gestori dei locali notturni del Veneto. A Jesolo la maggior parte delle grandi discoteche resterà chiusa. Il segnale di protesta è forte. Il Vanilla Club di Luciano Pareschi non aprirà, come aveva anticipato da mesi il titolare del pluri premiato parco a tema acquatico Caribe Bay, anche questo chiuso per la stagione 2020. Il Muretto ha confermato che con queste regole la stagione è persa e non risponderà alla chiamata. Ci sarà invece il King’s, poi altri locali della movida jesolana che in realtà sono discobar, come Gasoline, Capannina, Marina Club e il rovente Maxim, regno della lap dance in piazza Mazzini.

LE LINEE GUIDA

Alla conferenza delle Regione e Province autonome sono state approvate le linee guida di riapertura delle attività e dei locali di intrattenimento. Ora dovranno essere tradotte nel decreto del governo, una volta recepite dal Consiglio dei ministri in settimana. Ma, salvo ulteriori modifiche, l’impianto normativo resterà quello presentato e approvato dalla Regioni. In discoteca si potrà dunque ballare solo all’aperto, con mascherina, in pista con i clienti a due metri di distanza, sotto il controllo di attenti “Covid manager”, nuove figure studiate appositamente per dare garanzie ai clienti e un coordinamento interno. Volto coperto anche al bar dove si potrà ordinare al banco, a distanza di un metro. Stessa normativa che è stata riservata alla ristorazione, anche perché molte discoteche avranno una zona ristorante, quindi un metro di distanza tra schiena e schiena una volta seduti. Restano confermate le normative riguardo ai dispositivi di protezione tra il personale e la sanificazione costante degli ambienti. La capienza massima sarà dunque a cura dei gestori, in base ai posti riservati alla ristorazione, e la possibilità di mantenere le distanze all’interno.

I GESTORI

«Così non c’è sufficiente chiarezza», commenta Tito Pinton, gestore del Muretto di Jesolo, «aprire una discoteca come la nostra, da 3 mila persone, significa spendere 70 mila euro a sera. Non abbiamo sufficienti indicazioni sulla capienza, adesso, e pertanto non possiamo regolarci per le aperture e valutare attentamente un piano per i costi. In queste condizioni non è certo possibile riaprire i battenti, in particolare quando devi assumere 150 persone per far funzionare il locale e in piena sicurezza». Jesolo è la capitale della movida sulla costa veneziana e la riduzione delle discoteche aperte sarà un duro colpo perché mancheranno i marchi storici del divertimento notturno, conosciuti in tutta Italia ed Europa. Giorgio Pomiato, per anni rappresentante del comitato della mondana piazza Mazzini, non ha mezzi termini nel commentare ciò che si profila all’orizzonte: «Senza discoteche non ci sarà estate a Jesolo. Siamo troppo legati al mondo della notte e perdere i maggiori locali come il Muretto significa perdere una grossa fetta della nostra offerta turistica, un valore aggiunto soprattutto per i giovani».

LA POSIZIONE DEL SILB

Il sindacato dei locali da ballo, con il presidente provinciale Franco Polato, gestore del Gasoline di piazza Mazzini, ha partecipato attivamente alla stesura delle linee guida con la Regione. «Dobbiamo pensare che, rispetto all’inizio dell’emergenza, la situazione è molto migliorata», spiega Polato, «non si parla di plexiglass e di box nei locali. Il Gasoline è già aperto, così la Capannina beach sulla spiaggia di piazza Mazzini, il King’s riaprirà il 16 giugno, il Marina club i primi di luglio, così come il Maxim sempre in piazza Mazzini, quindi il Mai Tai, l’Empire a Cavallino Treporti che si sta organizzando per decidere se riaprire. È un punto d’inizio e non è detto che per luglio possano essere allentate le regole, ancora molto rigide, lasciando qualche possibilità in più. Certo, è normale che con queste normative le presenze si dimezzeranno». Un business da 50 milioni in una stagione sulla costa veneziana, da Bibione fino a Chioggia, con circa 3 mila persone addette a vario titolo. Numeri destinati a dimezzarsi.

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