L’Isis rivendica su Telegram l’uccisione della suora trevigiana

“Troppo impegnata nella diffusione del Cristianesimo”: così i terroristi islamici hanno giustificato l’omicidio della comboniana nell’assalto alla missione in Mozambico

Suor Maria De Coppi nella missione in Mozambico
Suor Maria De Coppi nella missione in Mozambico

VITTORIO VENETO. Il sedicente Stato islamico (Isis) ha rivendicato l'uccisione di quattro cristiani, tra cui la missionaria comboniana suor Maria De Coppi, 83 anni, di Santa Lucia di Piave e della Diocesi di Vittorio Veneto, nell’attacco sferrato nella provincia di Nampula, nel nord del Mozambico. Secondo la Bbc, l'organizzazione jihadista ha pubblicato la rivendicazione su alcuni suoi account sull'app di messaggistica Telegram a nome della Provincia dello Stato Islamico nell'Africa Centrale.

La suora trevigiana era stata freddata con un colpo di pistola alla testa subito dopo aver aperto la porta della missione agli attentatori. Nel corso del blitz, le altre religiose e due sacerdoti, don Loris Vignandel, friulano, e don Lorenzo Barro, di Portogruaro, erano riusciti a mettersi in salvo.

Nel suo comunicato, precisa l'emittente britannica, l'Isis afferma di aver ucciso la suora perché si era "impegnata eccessivamente nella diffusione del cristianesimo". L'organizzazione ha anche reso noto che i suoi militanti hanno bruciato una chiesa, due veicoli e "altre proprietà" della missione nell'area. A giugno l'Isis aveva rivendicato un altro attacco a Nampula, quando riferì di aver fatto irruzione in un villaggio a Memba e di aver decapitato un cristiano. Nampula si trova a sud della provincia di Cabo Delgado, dove si concentra l'attività del sedicente Stato islamico.

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