Lista di Comencini esclusa. Ultimo atto il ricorso al Tar

VENEZIA. Prosegue la «guerriglia legale»tra le liste indipendentiste di Comencini e di Morosin, vero e autentico leader dell’autonomia veneta. L’unica certezza, arrivata ufficialmente ieri mattina, è che la Corte d’Appello ha confermato che la lista voluta da Fabrizio Comencini e Mariangelo Foggiato «Indipendenza Noi Veneto con Zaia» non è ammissibile a Venezia in quanto confondibile con quella di «Indipendenza Veneta» dell’avvocato Alessio Morosin candidato a governatore. E Comencini è pronto a fare ricorso a Tar.
Dall’altro lato la Corte d’Appello, ha anche dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Morosin per far decadere a Padova, Belluno, Treviso, Vicenza, Verona e Rovigo la lista di Comencini. Il motivo è che non si può ricusare un’altra lista, ma presentare ricorso solo per la propria se giudicata inammissibile.
Foggiato e Comencini sono ottimisti: «Se in sei province su sette non ci sono stati problemi» ha detto l’avvocato Luca Azzano Cantarutti « significherà o no qualcosa? Avete visto il logo? Non capiamo quali somiglianza ci sia».
Per Alessio Morosin la confondibilità della lista «Indipendenza Noi Veneto con Zaia» (formata da Veneti Indipendenti, Liga Veneta Repubblica, Veneto Stato, Progetto Nord – Est, Tea Party Veneto e Pro Veneto) è soprattutto nell’assonanza: «Hanno sfruttato il nome simile alla nostra per confondere gli elettori», ha ribadito Morosin, « con la differenza che noi siamo da tre anni sul territorio e loro da dieci giorni e che noi vogliamo davvero l’indipendenza del Veneto, mentre loro con Zaia soltanto l’autonomia a statuto speciale».
Convinto che i sei tribunali non abbiano applicato la norma che prevede che l’uso parziale di tratti caratterizzanti sia motivo di confondibilità, Morosin ha chiesto alla Regione di esprimersi: «Siamo di fronte a un caso in cui non esiste procedura legislativa e già questo dimostra che il governatore esistente dovrebbe andarsene. La Corte di Appello non può ordinare alla altre sei province di adeguarsi, ma può inviare il responso agli altri uffici elettorali circoscrizionali, come ha fatto e io mi aspetto che ne prendano atto».
In serata si è concretizzato il ricorso al Tar, chiamato a pronunciarsi in tempi strettissimi. «Il dato ufficiale» ha detto Cantarutti, «è che noi siamo stati ammessi in sei province» Sulla vicenda interviene anche Luca Zaia. «Ho massima fiducia nella giustizia amministrativa perché si possa fare immediata chiarezza sulla questione, sarebbe veramente assurdo che il simbolo venisse accettato in tutti i collegi elettorali del Veneto tranne in quello di Venezia. Auspico una celere e chiara soluzione del problema e che vinca il buonsenso».
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